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MERITO, una comunità di insegnanti meritevoli

Lanciato nel 2015 da un gruppo di imprenditori riuniti nell'associazione Romanian Business Leaders, il progetto Merito premia, al suo galà annuale, i docenti dell'istruzione pre-universitaria.

MERITO, una comunità di insegnanti meritevoli
MERITO, una comunità di insegnanti meritevoli

, 30.10.2022, 19:26

Lanciato nel 2015 da un gruppo di imprenditori riuniti nellassociazione Romanian Business Leaders, il progetto Merito premia, al suo galà annuale, i docenti dellistruzione pre-universitaria. Nellanno in cui è stato concepito questo progetto, secondo uno studio dellOCSE, poco più del 40% dei docenti in Romania rietenva che il proprio lavoro non fosse apprezzato dalla società. Così Merito è apparso anche per dimostrare ai docenti lopposto, spiega Cosmin Chiriță, il project manager.



“Abbiamo avviato il progetto con lintenzione di riconoscere quei preziosi docenti nellintero Paese, proprio per evidenziare gli esempi positivi degli insegnanti in uno spazio mediatico in cui cerano allepoca molti esempi negativi. E ci siamo resi conto che ci sono anche questi esempi positivi che meritano di essere sotto i riflettori. Nonostante gli esempi negativi nel sistema educativo, ci sono quegli insegnanti appassionati ededicati che svolgono il loro lavoro per vocazione e che aprono gli orizzonti dellapprendimento per gli studenti e che meritano di essere portati alla ribalta e presentati come modelli positivi. Chiunque può raccomandarci un tale docente dellistruzione pre-universitaria pubblica in Romania, sul nostro sito web. Questa è una delle fonti da cui otteniamo questi consigli e la seconda fonte sono le comunità locali, ci rivolgiamo alla rete di insegnanti Merito per ottenere simili raccomandazioni. Poi arriva il nostro processo di selezione, che dura quasi un anno, con la documentazione online e in loco. Abbiamo anche alcuni criteri riguardanti le cose che fanno fuori classe, in che misura collaborano con altri insegnanti o lavorano con altri studenti o hanno un impatto sulle comunità svantaggiate. Sono criteri che essenzialmente riassumono ciò che riteniamo costituisca il profilo dellinsegnante meritevole e con performance che, speriamo, trasformerà anche il sistema educativo nella direzione che tutti vogliamo”.



Oltre alla premiazione allannuale Galà Merito, i docenti prescelti entrano in una comunità dove possono scambiare esperienze e migliorare le proprie prestazioni in classe. In che modo impariamo sempre dal manager Cosmin Chiriță. “Man mano, nel tempo, abbiamo iniziato a sviluppare questa comunità di insegnanti di valore, a investire continuamente nel loro sviluppo, questo significa formazione professionale, accesso a esperti dallestero, libri, studi, analisi dallestero, inclusivamente la facilitazione della loro partecipazione a corsi o conferenze rilevanti per il loro sviluppo come professionisti.Vogliamo che trasmettano, dal canto loro, le buone pratiche, i metodi, le competenze acquisite attraverso questi programmi per contribuire alla formazione di altri insegnanti nel sistema. In sostanza, siamo già assistendoalla crescita del livello e della qualità degli insegnanti in Romania, partendo proprio dalla base, nel senso che gli insegnanti imparano dagli insegnanti in queste comunità locali che formiamo attraverso mezzi di apprendimento collaborativo”.



Tra i membri della comunità Merito cè Doru Căstăian, professore di scienze socio-umane al Liceo Dimitrie Cuclin di Galați. Ecco cosa ci ha raccontato del suo metodo di insegnamento. “Una cosa è insegnare educazione sociale a una classe di scuola media e unaltra è insegnare economia o filosofia a ragazzi di 17-18 anni dell11° o della 12° classe. Ma non credo che ci siano metodi speciali adatti alle discipline. Ma cè un pregiudiziopiuttostodannoso in questo senso. Mi è stato spesso detto che riesco a fare certe cose in classe proprio perché le discipline me lo consentono. Se avessi insegnato matematica, fisica o qualche altra disciplina più rigorosa, non avrei potuto fare le cose che ho fatto insegnando scienze socio-umane e le discipline umanistiche. Non credo sia affatto così. Penso che i metodi che si adattano alle discipline umanistiche in generale siano spesso perfettamente adatti anche alle scienze esatte. Agli studenti più grandi insegno a volte in modo molto classico.Penso che anche lesposizione abbia il suo ruolo fondamentale nellinsegnamento, anche se questo metodo didattico antico non sia molto promosso. Penso che si debba evitare leccesso di interattività e di ludicità a tutti i costi perché a volte la mente ha bisogno di cibo serio, sostanzioso e coerente per funzionare. Quindi, non è un problema tenere lezioni, non è un problema invitare i miei studenti a partecipare a polemiche, discussioni argomentative contraddittorie e così via”.



Liliana Olărașu, insegnante di matematica presso la scuola secondaria Vasila Conta di Iași, è considerata uninsegnante atipica perché insegna questa disciplina in modo rigoroso ma “non duro”. Inoltre, ha aiutato alcuni dei suoi studenti che stavano per abbandonare la scuola a non mollare. “Ho avuto alcuni casi. Ricordo il caso di un ragazzo che, purtroppo, non era stato promosso allasesta classe. Era il tipo di bambino che sedeva sullultima panchina, nessuno gli parlava e lui non credeva più in se stesso. Lho avuto come studente nella quinta classe. Non era stato promosso a causa dei voi ottenuti in storia, non in matematica, anche se non eccelleva in matematica. E questo ragazzo suonava molto bene la fisarmonica, ma nessuno lo sapeva. Lavevo scoperto per caso. E lui prendeva lezioni private di teoria musicale. E ricordo che allepoca stavamo anche facendo lezioni di informatica e ho chiesto loro di creare un file PowerPoint sulle loro passioni. E lui ha fatto un lavoro incredibile. Mi ha stupito con le sue cognizioni. Parlando di abbandono scolastico, mancava ogni tanto alle lezioni, ma nel momento in cui ha visto che ho scoperto un altro lato di lui, Cosmin ha iniziato a venire a scuola più spesso. Non ha abbandonato la scuola, è riuscito a frequentarla fino allottava classe. Dobbiamo comunicare con gli studenti in modo tale da capirli, rapportarci ai loro ritmi, ai loro bisogni e farli amare venire a scuola, prima di tutto. Poi imparano”, ci ha raccontato Liliana Olărașu.




(foto: Anqa / pixabay.com)
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