Natalità e mortalità ai tempi della pandemia
Il 2022 è anche l'anno di un nuovo censimento della popolazione in Romania, programmato inizialmente per il 2021, ma rinviato a causa della pandemia.
Christine Leșcu, 15.03.2022, 18:18
Il 2022 è anche lanno di un nuovo censimento della popolazione in Romania, programmato inizialmente per il 2021, ma rinviato a causa della pandemia. In attesa dei dati finali, che saranno paragonati a quelli raccolti nel 2011, durante il precedente censimento, le attuali statistiche ci offrono unimmagine preoccupante della mortalità e natalità. Anche se il numero di neonati, comunque abbastanza basso, è rimasto relativamente costante durante la pandemia, la mortalità ha conosciuto una recrudescenza. Nel 2021, il numero totale di romeni deceduti (a prescindere dalle cause) ha superato 334 mila, del 27% in più rispetto al periodo precedente la pandemia. E leccesso di mortalità nei due anni pandemici ha superato 100 mila persone. Allo stesso tempo, in Romania, nel 2020, sono nati 40 mila bambini in meno rispetto al 2019. Infatti, negli ultimi due anni è nato il minor numero di bambini dellultimo secolo, ha precisato Vasile Ghețău, sociologo ed esperto di demografia. Ciò fa sì che il saldo naturale – la differenza tra il numero di neonati e il numero di morti – resti negativo, accelerando il calo demografico naturale, ritiene Vasile Ghețău. “Il calo demografico naturale prima della pandemia, nel 2019, è stato di 71 mila abitanti. Nel 2020, il calo naturale è salito a 120.000, e i dati ricevuti per i primi 11 mesi del 2021 indicano una forte crescita dei decessi, il calo naturale arrivando a quasi 150.000 abitanti. Se aggiungiamo anche il mese di dicembre, è possibile che lanno scorso ci sia stato un calo naturale terribile, di 160 – 170 mila abitanti in un solo anno. È un bilancio estremamente preoccupante in rapporto alla popolazione del Paese di 19 milioni di abitanti.
Per quanto riguarda le cause di questo alto tasso di mortalità, particolari sempre da Vasile Ghețău. “Laumento del numero di decessi nel 2020 e sopratttutto nel 2021 non si deve che moderatamente al contagio da COVID-19. I decessi sono aumentati, particolarmente, a causa delle malattie cardiocircolatorie e respiratorie diverse dal Covid. Tale aumento è stato, tuttavia, legato alla pandemia. Ma gli studi sono ancora in fase di elaborazione. Ad esempio, si ammette che, nel caso delle malattie cardiocircolatorie, lisolamento sociale in condizioni di quarantena ha portato a un aumento dei decessi tra gli anziani nel contesto della pandemia. Nel caso della malattie respiratorie diverse dal COVID, se guardiamo certi dati, constatiamo un aumento della mortalità a causa delle pneumonie. Cè probabilmente un legame con il contesto generale della pandemia e le caratteristiche di questo virus, ma i dati finali, quando ci saranno, ci offriranno unimmagine esatta dellintera mortalità a seconda delle cause di decesso. Allora potremo sapere esattamente il posto della mortalità per COVID tra le cause di mortalità in generale.”
Fino allora si possono misurare gli effetti immediati della mortalità degli ultimi anni. “Laumentodella mortalitàad ottobre e novembre ha avuto come effetto un calo della speranza di vita alla nascita, il che cera daspettarsi. Quindi, in un anno calendaristico, la speranza di vita alla nascita per lintera popolazione, uomini e donne, è in Romania di quasi 76 anni. I dati per i primi 11 mesi dellanno scorso mostrano una speranza di vita che cala di tre anni, quindi a 73 anni. E se aggiungiamo anche il mese di dicembre è molto probabile che la speranza di vita per lintero anno arrivi a 72 anni. Un calo di 4 anni della speranza di vita significa moltissimo. Certo, anche in altri Paesi è molto probabile che la mortalità più elevata causata dalla pandemia porti a un calo della speranza di vita. Ma si tratta di valori molto più bassi rispetto a quelli registrati nel 2020 in Romania e a quelli che si delineano molto chiaramente per il 2021”, ha spiegato Vasile Ghețău.
Queste cifre non fanno che descrivere ancora più chiaramente un fenomeno che succede da tempo: le nuove generazioni nate in Romania non assicurano più un rinnovamento della popolazione, spiega il sociologo Vasile Ghețău. “Affinchè la popolazione aumenti o almeno resti costante è necessario che in media una donna porti al mondo lungo la sua vita due bambini. Solo due bambini per un semplice rinnovamento della popolazione. Se nascono più di due bambini in media, la popolazione aumenterà a lungo termine, quindi ci sarà uneccedenza rispetto al numero necessario per il rinnovamento demografico. Ma, in Romania, lultima generazione che si è assicurata il rinnovamento genetico è quella nata nel 1961. Tutte le ulteriori generazioni hanno avuto una discendenza finale inferiore a due figli per donna. Più numerose diventano queste generazioni, più la popolazione sarà in calo in quanto non riesce ad assicurare il proprio rinnovamento.”
Più dati e, implicitamente, un quadro più dettagliato delle evoluzioni e involuzioni demografiche avremo in seguito al censimento. Le tappe sono due: lautocensimento online dei cittadini a partire dal 14 marzo del 2022 e il censimento tramite interviste faccia a faccia, a partire dal 16 maggio del 2022.