Effetti sociali della pandemia sulle attività culturali
Con gravi conseguenze socio-economiche, la pandemia ha colpito duramente anche il settore culturale.
Christine Leșcu, 07.04.2021, 08:00
Con gravi conseguenze socio-economiche, la pandemia ha colpito duramente anche il settore culturale. I teatri e i cinema sono stati costretti a chiudere, gli spettacoli sono stati sospesi e le gallerie darte hanno perso i visitatori. Tutto ciò ha avuto ripercussioni non solo sullo stato mentale del pubblico largo, ma, ovviamente, anche sui mezzi di sostentamento degli artisti. Proprio allinizio dellanno, oltre cento organizzazioni culturali indipendenti romene hanno inviato al Ministero della Cultura una lettera aperta con proposte di sostegno a questo settore nel prossimo periodo, lamentando, allo stesso tempo, il disinteresse delle autorità. Le cose non vanno meglio neanche nella capitale Bucarest, il più importante mercato di sbocco per i prodotti culturali nel Paese. I finanziamenti offerti dal Comune di Bucarest sono, comunque, sospesi da due anni, e la Strategia Culturale della Capitale Bucarest 2016-2026 non è mai stata applicata pienamente. In questo contesto, lamministrazione locale ha organizzato, di recente, un incontro online con diverse associazioni culturali indipendenti per consultazioni sulle prossime iniziative. Cristian Neagoe, organizzatore dellevento Street Delivery, ha sottolineato limportanza del riavvincinamento dei cittadini alla propria città, anche in tempi di restrizioni e soprattutto dopo. “È un evento-manifesto che praticamente chiude una strada al traffico automobilistico e la apre ai pedoni, più precisamente ai progetti culturali e alle iniziative civiche. Una parte dello spazio pubblico è rivendicato attraverso la cultura, cosa di cui almeno Bucarest ha grande bisogno. Sappiamo tutti di vivere in una città- parcheggio e che moltissime volte non ci sono posti dove la cultura possa uscire praticamente in strada. Certo che abbiamo moltissimi spazi culturali allinterno, ma ecco che lesperienza di questa pandemia e non solo ci ha mostrato che è molto importante avere anche spazi allaperto in cui la gente, le comunità o le tribù urbane siano insieme, facciano scambio di idee, creino eventi oppure semplicemente li consumino e offrano un modello di città alle persone. Cè un mantra nellarchitettura: “if you build it, they will come (se un edificio sarà costruito, esso sarà anche abitato). Il mantra è valido anche quando si tratta di spazi pubblici reali che possono diventare una specie di agora oppure spazio di dialogo. Perciò noi praticamente lottiamo per aprire una serie di strade ai pedoni e per riportarle nel circuito pubblico culturale e architettonico”, ha spiegato Cristian Neagoe.
In questo modo, si guadagnerebbe una cosa in più: lavvicinamento dei cittadini al patrimonio immobile di Bucarest, trascurato e ignorato, tramite la valorizzazione di una serie di simboli architettonici della città. I teatri indipendenti, come quelli statali, hanno avuto, inoltre, da soffrire durante la pandemia, come racconta Andrei Grosu, rappresentante di “unteatru”. “Io parlerò dal punto di vista dei teatri con spazio per gli spettacoli. So i problemi dei teatri indipendenti e di quelli che devono gestire uno spazio e sopravvivere nel rispettivo spazio. Un anno di pandemia è stato molto complicato per noi tutti. È molto difficile continuare a sopravvivere così cosicchè per un teatro indipendente con uno spazio, la sostenibilità, una parola che adoperiamo in tutti i progetti che proponiamo allARCUB (il Centro Culturale del Municipio di Bucarest) e allAmministrazione del Fondo Culturale Nazionale, per avere questa sostenibilità di cui parlano tutti molto importante che ci siano progetti multiannuali oppure finanziamenti multiannuali. Ciò sarebbe la cosa più importante per noi. Noi non ci facciamo piani per qualche mese, nemmeno per un anno, anzi, pensiamo tutto per due anni. La maggioranza dei teatri indipendenti hanno tra 6 e 15 prime allanno. Se avessimo un finanziamento multiannuale sui cui basarci, potremmo costruire la stagione in tal modo da non avere un grande problema”.
Fondato nel 1996 come servizio culturale pubblico, lARCUB ha il ruolo di collegamento tra lautorità locale e la società civile. Ma, purtroppo, il finanziamento dei progetti per il settore culturale indipendente è stato sospeso tra il 2018 – 2020 dal Comune di Bucarest, nel cui subordine è lARCUB. “A maggio 2018, il Comune ha insistito di ricevere tutti i documenti e ha affermato che tra ottobre e novembre sarebbe stato ripreso il programma di finanziamento, ma il programma non è mai stato ripreso. Questo il motivo per cui riprendiamo ora le procedure. È questo che abbiamo voluto, riprendere la sessione di finaziamento. Inoltre, abbiamo cercato di pensare altri meccanismi proprio perchè capiamo la loro necessità. Capiamo che è un anno con grandi problemi, motivo per cui abbiamo pensato circa 5 tipi di meccanismi di finanziamento”, ha precisato Mihaela Păun.
Purtroppo, siccome la burocrazia caratterizza anche le istituzioni culturali, i progetti finanziati in questo modo potrebbero essere avviati a partire da luglio. Cosa succederà nel frattempo resta un motivo di preoccupazione per tutti gli operatori culturali indipendenti. Ciononostante, la loro importanza socio-economica va accentuata, come notava anche lex ministra della Cultura, Corina Șuteu, attualmente consulente senior nel processo di pianificazione della Strategia Culturale di Bucarest.
“La cultura è un investimento ed è un investimento nelleconomia. In realtà, la cultura è un motore economico e la pandemia ha mostrato ancora di più che attraverso la cultura e larte vengono accelerati processi che altrimenti potrebbero stagnare. Ci sono dei blocchi, ma si tratta di blocchi cui devono meditare bene la pubblica amministrazione, ma anche gli operatori culturali che devono smettere di pensare a loro stessi come ad operatori che vanno aiutati. Devono pensare a loro stessi come a delle risorse di creatività, di inventiva, capaci di offrire soluzioni di contenuto che, in questo momento sono molto utili”, spiegava Corina Șuteu.