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L’istruzione in Romania, dalle statistiche agli esempi di buone pratiche

Oltre un terzo dei bambini in Romania vivono sotto la soglia della povertà. Lo rileva un rapporto dell'organizzazione Salvate i Bambini, realizzato assieme all'Avvocato del Popolo, sui diritti dell'infanzia in Romania, nel 2019.

L’istruzione in Romania, dalle statistiche agli esempi di buone pratiche
L’istruzione in Romania, dalle statistiche agli esempi di buone pratiche

, 11.12.2019, 17:28

Oltre un terzo dei bambini in Romania vivono sotto la soglia della povertà, con grosse differenze tra le zone urbane e rurali anche per quanto riguarda i diritti di base – la salute, listruzione, le condizioni di vita. Lo rileva un rapporto dellorganizzazione “Salvate i Bambini”, realizzato assieme allAvvocato del Popolo, sui diritti dellinfanzia in Romania, nel 2019.



“Le cifre nel nostro Rapporto mostrano una situazione di emergenza, per quanto riguarda i diritti dellinfanzia. Siamo giunti semplicemente in un momento in cui non possiamo più continuare cosi e dovremmo prendere in considerazione dati che dimostrano sia una povertà persistente, che un sottofinanziamento cronico del sistema di tutela sociale e del sistema distruzione, ma anche unindifferenza negli investimenti nella salute dei bambini. È importante ricordare il fatto che in Romania si fanno due volte meno investimenti in ogni settore, rispetto alla media europea, e ci sono dati che sembrano indicare piuttosto la situazione di un Paese dellAsia, dellAfrica o dellAmerica del Sud. E non esagero quando lo dico. Ad esempio, in Romania, ogni anno, lasciano il sistema dinsegnamento elementare e secondario intorno a 30.000 bambini, e, in una generazione di bambini che passano attraverso linsegnamento dobbligo, abbiamo circa 350 mila bambini che perdiamo. Essi non tornano più nel sistema scolastico. È una cifra molto alta e preoccupante», ha spiegato George Roman, direttore di programmi di “Salvate i Bambini”.



Il tasso di mortalità tra i bambini colloca la Romania al primo posto nellUe, con un tasso di mortalità due volte maggiore rispetto alla media dellUe per la popolazione tra 0 e 19 anni. La situazione è grave anche per quanto riguarda il tasso di mortalità infantile, sebbene lorganizzazione « Salvate i Bambini » implementi, per il nono anno consecutivo, il più ampio programma nazionale di dotazione delle maternità con apparecchiature mediche. “Abbiamo un tasso di mortalità di 6,5 per mille neonati, a livello nazionale. Ma ci sono province, ad esempio Tulcea, che hanno registrato, nel 2018, circa 16 bambini deceduti per mille nascite. Qualcosa del genere succede in Paesi di altri continenti, non in Europa. Per quanto riguarda la tutela sociale, le spese sono cosi basse che siamo giunti al 14%, mentre la media europea è del 28%. Ad esempio, solo per i servizi sociali spendiamo circa lo 0,6% del PIL, mentre la media è del 2,7% nellUe. Quindi, per i servizi sociali, destinati specialmente alle famiglie con problemi sociali con molti figli, noi spendiamo 4,5 volte di meno. Non possiamo neanche sapere quanto siano gravi le situazioni di povertà nelle zone rurali, perchè non abbiamo assistenti sociali in un terzo delle località», ha dichiarato George Roman.



Il rapporto realizzato dallorganizzazione Salvate i Bambini rileva inoltre che oltre 150.000 bambini in Romania vanno a dormire affamati, si tratta solo di bambini che vivono nelle zone rurali. I più esposti al rischio sono i bambini con due o più fratelli, richiama lattenzione George Roman.



“Uno su cinque bambini, in questo momento, in Romania, vive in condizioni di privazioni materiali severe, il che vuol dire che le famiglie non possono assicurare loro sufficiente cibo, un posto costante dove vivere, non hanno soldi per il riscaldamento. La Romania appare nelle statistiche, ad esempio, quando si tratta delle madri adolescenti. Un fenomeno molto preoccupante per noi. Abbiamo 17 mila minorenni, ogni anno, in Romania, abbiamo infatti 34 madri fino ai 19 anni per mille adolescenti. Conosco 8 stati africani che hanno sotto 34 (Rwanda, Kenya, Burundi, Gibuti, Botswana, lintero Magreb, Marocco, Algeria e Libia), Paesi che hanno tra 15 e 30 madri giovani per mille adolescenti. Non entriamo più nemmeno nelle classifiche europee, perchè la media è intorno alle 8-9, e noi abbiamo 34, noi e la Bulgaria», ha precisato George Roman.



In Romania esistono però anche iniziative che cercano di migliorare leducazione nelle scuole. La Scuola “Ferdinando” di Bucarest è una delle scuole inclusive in Romania. Tutti i bambini della scuola sono trattati alla pari, a prescindere dalletnia o dai problemi di salute. È un esempio di scuola con classi moderne e amichevoli, metodi attraenti di insegnamento e attività extrascolastiche, corsi di programmazione, di matematica imparata con laiuto dei tablet e della lavagna interattiva, di danza, teatro, giardinaggio. Lo scarso finanziamento del sistema di educazione non ha scoraggiato la direttrice di questa istituzione, Violeta Dascălu, a portare a termine i suoi progetti.



«Noi siamo partiti da una zona abbastanza grigia, da uno spazio in cui labbandono scolastico era abbastanza alto, negli anni 2009 era intorno al 6,5%. La nostra comunità era molto diversa, il 23% cittadini di etnia rrom, una percentuale abbastanza alta di bambini poveri, bambini con genitori che erano andati a lavorare allestero o con genitori con una scarsa educazione oppure famiglie smembrate o monoparentali. Abbiamo dovuto fare fronte a questa situazione. La campagna « Andiamo a scuola » è stata il punto di partenza. Abbiamo imparato a lavorare diversamente con i bambini, abbiamo aderito a progetti europei destinati alla riduzione dellabbandono scolastico, abbiamo lavorato molto sulla zona non formale, quindi partenariati con molte ong o istituzioni di insegnamento superiore. Negli ultimi due anni abbiamo investito molto nella preparazione degli insegnanti e nella creazione di uno stato di bene nella scuola, che ci fa stare bene con il mestiere che abbiamo scelto e soprattutto con il modo in cui ci rapportiamo ai bambini. Le relazioni sono sane, belle, aperte, i genitori manifestano apertura verso la scuola e li abbiamo trasformati in un partner solido e costante con cui facciamo progetti. Il più recente è legato alla formazione professionale in partenariato con VIA University College della Danimarca. Abbiamo anche un bel giardino, è una classe allaperto, abbiamo un campo da sport e tutti gli spazi sono accessibili ai bambini. La nostra scuola è aperta 7 giorni su 7. Abbiamo ridotto moltissimo labbandono scolastico, questautunno abbiamo avuto solo 6 bambini che non hanno frequentato la scuola», ha detto Violeta Dascălu.



La direttrice della Scuola media “Ferdinando” di Bucarest, Violeta Dascălu, ha trasformato questa scuola di quartiere, con allievi provenienti da ambienti disagiati e con un altissimo tasso di abbandono scolastico, in un modello educativo, per cui, nel 2017, è stata insignita dallAmbasciata Usa in Romania del premio «Donne coraggiose».




(foto: Anqa / pixabay.com)
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