La salute delle donne in Romania
Quando si tratta del loro benessere, il 65,3% delle donne romene valutano la propria salute come buona oppure ottima, rispetto agli uomini, la cui percentuale ammonta al 74,8%. Tuttavia le donne sembrano più preoccupate di mantenersi sane.
Christine Leșcu, 26.10.2017, 19:34
Quando si tratta del loro benessere, il 65,3% delle donne romene valutano la propria salute come buona oppure ottima, rispetto agli uomini, la cui percentuale ammonta al 74,8%. Tuttavia le donne sembrano più preoccupate di mantenersi sane. Ad esempio, solo il 36,2% degli uomini romeni non bevono alcol e non fumano, mentre le donne che non lo fanno arrivano al 73,4%. Per quanto riguarda l’alimentazione sana e l’attività fisica, gli uomini stanno meglio: il 16% di loro consumano frutta e verdure e fanno sport, mentre solo il 7,4% delle donne lo fanno.
Sono solo alcune delle informazioni contenute nel recente Gender Equality Index europeo, redatto dall’Istituto europeo per l’uguaglianza di genere, agenzia dell’UE con sede a Vilnius. Lo studio fa riferimento a tutti gli stati-membri ed è organizzato per 8 settori principali: lavoro, denaro, conoscenza, tempo, potere, salute, ineguaglianze intersettoriali e violenza nei confronti delle donne. Tutti i settori e gli stati membri ricevono un punteggio da 1 — che vuol dire inuguaglianza totale — fino a 100 — parità totale.
Per quanto riguarda lo stato di salute, le differenze presentate sopra, sottolineano appunto il fatto che l’accesso ai servizi sanitari e la mentalità sul mantenimento della salute sono questioni di genere. Ad esempio, incoraggiare i ragazzi, già in età molto giovani, a bere e a fumare può far parte di un atteggiamento della società nei confronti dei ruoli maschili e femminili nella comunità, è del parere Zuzana Madarova, specialista presso l’Istituto europeo per l’uguaglianza di genere: Per le donne, le norme sociali di genere relative alla loro salute sono diverse da quelle degli uomini. Ad esempio, l’immagine di una donna moderna mette molta pressione sulle donne. Molte di loro hanno un lavoro, uno stipendio e allo stesso tempo sono le principali responsabili della cura dei bambini e della casa. Questo è il contesto in cui vanno considerate le cose. Sappiamo inoltre che le donne hanno meno tempo libero per attività sociali, di svago, sportive o culturali. Perciò le politiche pubbliche legate alla salute vanno considerate anche dalla prospettiva del genere.
Inoltre, sebbene nell’UE, gli uomini vivano in media 5 anni in meno rispetto alle donne, bisogna vedere in che misura la salute delle donne è migliore, anche se vivono di più. L’accesso ai servizi sanitari — generalmente buono nell’UE — pesa molto in questa statistica, dice Zuzana Madarova: Se guardiamo certi gruppi sociali, notiamo che a confrontarsi con i maggiori ostacoli quando hanno bisogno di servizi sanitari sono i disabili. Inoltre, il gruppo in cui appaiono le maggiori differenze di genere nell’accesso ai servizi sono i genitori single. Le mamme sole affrontano le maggiori barriere quando desiderano accedere alle cure mediche. Nell’UE, più di 9 milioni di cittadini sono genitori single, e l’85% di loro sono donne.
Fra le donne europee, le romene stanno peggio per quanto riguarda la salute. Il Gender Equality Index europeo ha concesso alla Romania 70,4 punti a questo capitolo, il più basso nell’UE, dove la media è di 87,4 punti. Non è sorprendente, tenuto conto che la Romania si piazza al primo posto tra i Paesi dell’UE per quanto riguarda la mortalità per cancro cervicale, la mortalità materna alla nascita è molto alta e il cancro del seno è tra le principali cause. La situazione è ancora più triste dato che il cancro cervicale si può prevenire tramite la vaccinazione, mentre quello al seno è parzialmente guaribile, se scoperto per tempo.
Ana Măiţă, presidente dell’organizzazione non-governativa Mame pentru Mame” milita per la vaccinazione delle ragazze contro il Papilloma virus umano, HPV, responsabile del cancro cervicale e per la prevenzione nel caso del cancro al seno. L’associazione SAMAS per mamme e neonati ha registrato di recente un successo. Ana Măiţă, membro dell’associazione: Assieme a società sanitarie e associazioni non governative siamo riusciti a convincere il Consiglio Nazionale dell’Audiovisivo a inserire nella serie di annunci di interesse pubblico, che i media sono obbligati a trasmettere, anche un messaggio sull’allattamento: l’allattamento esclusivo nei primi sei mesi di vota è fondamentale per lo sviluppo del bambino. Ma è altrettanto fondamentale per la salute della madre. Gli studi rilevano che le donne che allattano almeno 12 mesi hanno un rischio del 30% più basso di soffrire di cancro al seno.
La prevenzione dei tumori al seno presuppone anche una serie di esami specifici, uno screening, che include anche la mammografia. Ana Măiţă: Esiste un programma nazionale del Ministero della Salute in tal senso. Purtroppo, alcune donne romene non hanno accesso a questo programma, perché non ne sono informate, non capiscono l’urgenza di questi esami e non chiedono ai medici di famiglia di fare questo screening. In generale, le politiche pubbliche dovrebbero essere più efficaci per garantire la salute delle donne, sottolineare l’importanza della prevenzione, della vaccinazione, continuando poi con l’educazione per la salute nelle scuole e nella comunità, puntando soprattutto sulla salute della riproduzione a cominciare dall’adolescenza. In realtà, in Romania, il 20% delle donne che diventano madri ogni anno hanno un primo contatto con il medico solo quando partoriscono. Non vanno a nessun esame medico prenatale. E a tutti questi esami le donne hanno diritto per legge, l’accesso essendo gratuito nella maggior parte.
Oltre alla mancanza di educazione sanitaria e di accesso ai servizi medici, i ruoli sociali delle donne e degli uomini, come sottolinea il Gender Equality Index europeo, hanno maggiore importanza di quanto potesse sembrare a prima vista. Ana Măiţă: E’ vero che in Romania, la maggior parte del peso dei lavori domestici spetta alle donne ed è uno dei motivi concreti per cui la donna non trova tempo per occuparsi della propria salute. Ed è qui la radice della triste realtà che la maggior parte delle donne sono diagnosticate con diversi tipi di cancro in fasi avanzate. Arrivano dal medico all’ultimo minuto quando è già troppo tardi per poter essere salvate. (tr. G.P.)