La Romania resiste
La Romania resiste. E la conclusione della stampa interna ma anche di alcune importanti pubblicazioni internazionali, dopo più di due settimane di proteste, che hanno raccolto centinaia di migliaia di persone.
Corina Sabău, 14.02.2017, 17:09
La Romania resiste. E la conclusione della stampa interna ma anche di alcune importanti pubblicazioni internazionali, dopo più di due settimane di proteste, che hanno raccolto centinaia di migliaia di persone. Solo Domenica scorsa, Piazza della Vittoria di Bucarest ha raccolto decine di migliaia di persone, mentre molti utilizzatori dei social media hanno cambiato limmagine del profilo su Facebook mostrando lo stesso messaggio. A “meno di un mese dallinsediamento, il governo romeno guidato dal PSD ha generato un movimento popolare senza precedenti dalla caduta del comunismo nel 1989, ricorda la FP. “Blu, giallo, rosso : decine di migliaia di manifestanti hanno formato Domenica a Bucarest, una bandiera romena enorme, illuminata con i telefoni cellulari, per chiedere le dimissioni del governo, accusato di minare la lotta contro la corruzione”, scrive la stessa agenzia che ha realizzato anche un materiale proprio in Piazza della Vittoria, a Bucarest.
Lanalista Cristian Parvulescu ritiene che lindignazione romena ha un nuovo inizio : “Lindignazione dei romeni sembrava essere scomparsa dopo la tragedia del Colectiv, gli elementi che gli avevano dato coerenza sembrava che avessero perso energia. Ma gli errori compiuti in modo veloce dal governo Grindeanu e dalla maggioranza PSD-ALDE hanno generato una nuova forza. Si tratta sicuramente di un nuovo attore, del quale i partiti devono tenere conto. Non è possibile governare con 600.000 persone in strada, e questa idea ottocentesca che il Parlamento può fare tutto, è molto pericolosa. Il Parlamento è unistituzione importante, ma la democrazia non si limita al Parlamento. Fino a quando il governo non è disposto ad accettare la pluralità di opinioni nella società, il movimento di protesta continuerà “.
La scrittrice Nora Iuga si è schierata alla protesta sin dallinizio: “Dal momento che il presidente del PSD, Liviu Dragnea è intervenuto sulla scena e ha prodotto tutta questa situazione in cui ci troviamo ora, mi sono reso conto che eravamo entrati su una strada molto pericolosa. Ma è meraviglioso che in questo modo è nato uno uno spirito di libertà, di giustizia e di civiltà che i giovani in particolare, ma non solo i giovani , anche gli anziani di questo paese, presentano a tutto il mondo, non solo a noi che avevamo smesso di credere di avere queste qualità. Sono felice di trovare una società romena in cui avevo perso la fiducia, una società civile della quale mi rendo conto che stavamo cercando sin dalla Rivoluzione. Una società che durante il comunismo sembrava essere scomparsa per sempre. Ed ecco che fenomeno straordinario si verifica oggi. La gente del Paese ha già generato un nucleo in crescita della società civile. E questo è straordinario.
Lo scrittore Radu Vancu ritiene che, oltre ai guadagni di tipo pragmatico -il ritiro del decreto governativo nr 13 e le dimissioni del ministro della Giustizia Florin Iordache , un grande risultato delle notti consecutive di proteste è la cultura della protesta che la Romania ha sviluppato . Una cultura di protesta derivata sia dal grande numero di persone uscite in strada, ma anche dai valori comuni condivisi da coloro che hanno partecipato alle proteste, anche se avevano opinioni politiche diverse.
Radu Vancu : “Sono in strada gli elettori di sinistra e di destra, la gente politicamente neutrale, le persone che non hanno votato, ma che lottano per gli stessi valori. Per la prima volta in Romania, dopo più di due decenni, sono spuntati alcuni valori che uniscono . Al di là delle faglie della politica. E questo rappresenta una grande vittoria, che si puo essere uniti di nuovo,perche da noi la solidarietà era scomparsa. Il secondo importante guadagno morale è legato al modo in cui la Romania viene percepita in questo momento nel mondo. Non solo gli articoli comparsi nei giornali francesi, inglesi, americani, tedeschi o italiani sono molto positivi, ma soprattutto i commenti sui forum di queste pubblicazioni, in cui la Romania è vista come un esempio di democrazia, come un esportatore di democrazia. “
Razvan Martin rappresentante della Active Watch ritiene che le massicce proteste delle ultime settimane dimostrano che la lotta contro la corruzione è allordine del giorno per i cittadini e che la gente reagisce, se esiste il rischio di una battuta darresto dopo che, negli ultimi anni, sono stati compiuti notevoli progressi nella lotta alla corruzione : “Penso che questo sia il più grande guadagno, il fatto che la società inizia a reagire. Che i cittadini scoprono il loro potere, che le persone diventano cittadini, che i cittadini sono in grado di organizzarsi in comunità e di realizzare la forza di capire che insieme si può dire di no. Credo che questi movimenti hanno cominciato a nascere, a coagularsi dal 2011 – 2012. Allepoca non hanno avuto influenze importanti perche le proteste erano più piccole e incentrate su problemi che non erano forse così visibili a livello dellagenda pubblica. Come dicevo, la forza civica si è allenata per un periodo più lungo ed ora mostra il suo potere “.
Una grande guadagno di questi giorni è, secondo il critico letterario Luminiţa Corneanu, il fatto che la gente uscita in strada ha fatto sentire la sua voce e che la loro perseveranza ha costretto il governo a reagire.: “Quello che trovo più importante, forse più importante dei guadagni a breve termine, è che abbiamo riscoperto la fiducia in noi e nei meccanismi primari della democrazia, il rapporto tra elettori ed eletti tra i cittadini e le persone delegate a guidare il Paese. Le immagini dei manifestanti a Bucarest che hanno fatto il giro del mondo hanno riempito i nostri cuori di orgoglio e fiducia, e la Romania e i cittadini rumeni sono dati come esempio in America o Gran Bretagna su “come si deve fare”.Qualcosa del genere non è successo a finora, ecco perché credo che sia molto importante, abbiamo scoperto noi stessi qualè la nostra forza e limportanza di essere uniti e di fare sentire la nostra voce “.
LAttore Aaron Tudor Istodor. Una delle centinaia di migliaia di persone che hanno scelto di “rezistere”: “Penso che si sia stata formata una voce, una voce della strada. Non mi sento manipolato, non appartengo ad alcun partito politico, non sostengo luno o laltro, ma quando ho costatato che qualcosa stava andando male, che si tratta di un labuso, ho sentito il bisogno di scendere in piazza come cittadino . Quindi ero lì, e penso che è stato importante perché eravamo così tanti che avevano notato che qualcosa non funziona e che qualcosa deve essere cambiato. Ed ecco, lo cose sono già cambiate. Quindi penso che è stato un guadagno .” (trad. Octavian Cordos)