Dimitrie Cantemir, musicista
Festeggiato nel 2023 in occasione del doppio tricentenario, il principe e studioso Dimitrie Cantemir nacque nel 1673 a Iași e si spense nella sua tenuta in Russia nel 1723.
Christine Leșcu, 21.01.2024, 16:57
Festeggiato nel 2023 in occasione del doppio tricentenario, il principe e studioso Dimitrie Cantemir nacque nel 1673 a Iași e si spense nella sua tenuta in Russia nel 1723. Durante la sua vita, Cantemir guidò il principato della Moldavia nel 1693, tra il 1710 e il 1711, lottò per difendere il suo Paese, lesse e scrisse opere di storia, geografia, musicologia, filosofia e letteratura, diventando persino membro dell’Accademia di Scienze di Berlino. Oggi è riconosciuto come il primo illuminista romeno. Dotato di una grande capacità intellettuale, Dimitrie godette, assieme al fratello Antioh, di un’istruzione di alto livello grazie al loro padre, Constantin Cantemir, anche lui principe della Moldavia, ma di cui si dice che fosse semi-analfabeta. Da giovane, Dimitrie fu mandato in ostaggio alla Sublime Porta di Istanbul, secondo il costume dell’epoca affinché il sultano fosse assicurato della lealtà dei voivodi vassalli dei principati romeni. Fu a Istanbul che il futuro principe raffinò la sua cultura ed educazione: imparò diverse lingue straniere, studiò teologia, filosofia e musica. Ovviamente, la musica di cui era esperto Dimitrie Cantemir era quella orientale, dominante in questa zona dell’Europa.
Per i romeni e non solo, i contributi musicali del principe furono fondamentali in un’epoca in cui non c’erano spartiti, come ci ha raccontato il musicista Bogdan Simion: Non abbiamo manoscritti prima di Cantemir e quelli di Cantemir si leggono e s’interpretano con grande difficoltà. In primo luogo, perché non segna il tempo, non sappiamo quanto velocemente o quanto lentamente bisogna interpretare quelle canzoni. Certo, possiamo rapportarci alla cultura iraniana, a quella afgana o a quella turca e immaginarci un tempo lungo e strascicato. Abbiamo anche alcuni piccoli dettagli offerti dai viaggiatori stranieri che hanno ascoltato quella musica. Lui però ha inventato un sistema di notazione melodica. Nei Principati Romeni non si è scritto musica fino ad Anton Pann. Quando ha proposto L’ospedale dell’amore / cantante della nostalgia / Spitalul amorului / cântător al dorului, nel 1851, era un altro mondo e Anton Pann utilizzava già la notazione saltica. Dunque, Cantemir inventò un sistema abbastanza facile da scrivere e da leggere e da utilizzare, sistema che, ad esempio, i compositori dell’Impero Ottomano della corte del sultano utilizzarono quasi fino al 1900, quindi è ovvio che il sistema fosse buono. In primo luogo, quando arrivai a Istanbul, ebbi la sorpresa di apprendere che Dimitrie Cantemiroglu, come lo chiamavano gli ottomani, è ricordato come un grande pioniere della musica turca nell’Impero Ottomano. Si sa poco da quelle parti del fatto che è stato anche voivoda. Nessuno sa che ha scritto trattati di geografia, di filosofia, che parlava il latino e tanto meno che è stato membro dell’Accademia di Berlino. Invece, Dimitrie Cantemiroglu, secondo loro, proveniva da una provincia dell’Impero ottomano, forse di origine tartara, come gira la voce, e ha lasciato delle straordinarie tracce nella cultura musicale turca.
Il suo principale contributo è il trattato di musicologia intitolato Il libro della scienza della musica secondo il tipo delle lettere”, scritto a Istanbul probabilmente tra il 1695 e il 1700, come ci racconta sempre Bogdan Simion: Il libro sulla scienza della musica, redatto in arabo fu dedicato al sultano Ahmed III, un grande protettore delle arti, un sultano appassionato della cultura in generale. E’ un’opera considerata dagli specialisti piuttosto politica che meramente culturale. Nel XVII secolo, a Cantemir venne chiesto di dimostrare che esiste musica turca. Intorno all’anno 1700, nell’Impero Ottomano c’era questo dibattito culturale molto acceso, in cui gran parte dei pensatori turchi era del parere che non ci fosse una cultura turca, bensì una cultura persiana decaduta. Intorno al 1700, apparve questo libro, in quell’Istanbul assai cosmopolita, in cui non c’erano solo pensatori e filosofi musulmani. C’erano forse i più saggi e colti greci ortodossi con i quali Cantemir ebbe dei legami straordinari là, perché, tuttavia lui non rinunciò mai alla sua religione. Quindi, là alcuni dicevano che non esisteva cultura turca e consideravano la cultura ottomana come un insieme di molte altre culture antiche, tra le quali la più importante era la cultura nobile e alta dei persiani. E ovviamente il sultano Ahmed voleva che questo giovane brillante dimostrasse che non era così. Nella prefazione cerca di fare un percorso storico in diacronia dei generi musicali, dopo di che comincia la parte interessante del trattato e gli spartiti in sé. E alla fine, una cosa forse più interessante per noi, propone delle composizioni originali scritte da lui, toccando, ad esempio, le musiche sefardite dell’Africa settentrionale e persine alcune suite che lui definiva suite moldave. Certo che se le ascoltiamo oggi, ci sembrano integralmente suoni tipici di Istanbul. Posso scommettere che nessun romeno dirà che ci sia qualcosa di folcloristico in quei canti, però se giriamo per la Moldavia Superiore, andiamo a Botoșani, andiamo nel Bugeac tartaro, nel centro della Repubblica di Moldova di oggi e ascoltiamo alcuni suoni di cobza riusciamo a capire come le musiche orientali hanno influenzato, ovviamente, in una prima fase, i bassifondi e le periferie e successivamente persino le musiche dei villaggi, con la liberazione dei rom dalla schiavitù.
Ottimo conoscitore dell’Impero ottomano, sul quale ha anche scritto un trattato intitolato Storia della crescita e del declino della corte ottomana”, Dimitrie Cantemir ha cercato di far uscire la Moldavia dalla vassallità nei confronti della Sublime Porta, stringendo un’alleanza con lo zar Pietro il Grande. Il suo piano fallì con la sconfitta subita nel 1711 nella battaglia di Stănilești. Costretto a rifugiarsi in Russia, Dimitrie Cantemir passò il resto della sua vita presso la corte di Pietro il Grande, come consigliere. Le sue ossa furono rimpatriate nel 1935 e sepolte nella chiesa Tre Gerarchi di Iași.