Opportunità di svago nella vecchia Ploiești
Nel periodo interbellico, Ploiești è stata una città fiorente, che offriva molte possibilità di svago
Christine Leșcu, 08.12.2023, 15:38
Città petrolifera, capoluogo di una provincia montuosa, quindi con potenziale turistico, Ploiești è stata, nel periodo interbellico, una città fiorente, che offriva molte possibilità di svago. Alcune furono addirittura importate da Bucarest da alcuni abitanti di Ploiești desiderosi di entrare in gara con quelli della capitale. Una di queste fu la battaglia dei fiori che a Bucarest si teneva nella zona chiamata “la Șosea” (al Viale), cioè nella periferia settentrionale della città di allora. Nel capoluogo della provincia di Prahova, la battaglia dei fiori cominciò prima della Prima Guerra Mondiale e venne ripresa a conflagrazione finita. Era un divertimento di primavera che si concludeva a fine giugno, all’inizio delle vacanze.
Quando e come si svolgeva a Ploiești, ce lo racconta Lucian Vasile, l’autore del libro “A fost odată la Ploiești. Bătăi cu flori, fotbal și concursuri de miss” (“C’era una volta a Ploiești. Battaglie dei fiori, calcio e concorsi di miss”): La battaglia dei fiori è stata un’usanza importata a Ploiești dalla Capitale prima della Prima Guerra Mondiale. Il viale di Bucarest è stato sostituito dal viale di Ploiești, ovviamente, a scala più ridotta, ma con la stessa passione, con la stessa esuberanza e destando la stessa rivolta popolare. Forse a Ploiești il malcontento è stato ancora più acuto, poiché essendo una città più piccola, le zone verdi erano di meno, cosicché mettere fuori uso un viale per un weekend intero destava rivolta tra coloro che non avevano soldi per partecipare a questo evento di divertimento. Perciò, negli anni 1920 apparvero più articoli sulla stampa in cui si scriveva che, già gli spazi verdi erano pochi e i poveri ostracizzati della città restavano senza una delle poche zone di svago. Gli eventi finivano il giorno dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, quando si concludeva anche l’anno scolastico al più importante liceo della città. Aveva come patroni i Santi Pietro e Paolo. Ed era il momento in cui la città si assopiva. Il caldo estivo era più o meno come adesso e la gente abbiente lasciava la città per andare in varie stazioni turistiche all’estero, oppure per ritirarsi nelle residenze della zona, nei pressi della città di Ploiești.
Mentre la battaglia dei fiori era riservata piuttosto ai privilegiati, gli abitanti meno ricchi si divertivano ai luna park che raggiungevano l’apice all’inizio dell’autunno, dopo il raccolto, soprattutto dopo quello dell’uva. Lo storico Lucian Vasile: Mentre la battaglia dei fiori concludeva la vita della città a inizio estate, tre mesi dopo, all’inizio dell’autunno, si organizzava la fiera chiamata “La tunuri – Ai cannoni”, con la quale si inaugurava un nuovo anno scolastico e una nuova stagione della vita mondana. Allora l’élite della città tornava nelle residenze a Ploiești. Ma questo era un modo di divertirsi piuttosto di massa. Nell’assaggiare il mosto non contava molto lo status sociale. Era un modo di divertirsi molto accessibile, alla fiera partecipavano venditori ambulanti di vario tipo e c’erano possibilità di svago semplici e poco costose: dalla ruota panoramica al tiro, ai colpi su vari impianti per mettere alla prova la propria forza. Erano modalità di svago per il vulgo e duravano fra 4 e 6 settimane. Sarebbero durate ancora di più se non arrivava l’inverno, quando la gente si ritirava in locande o ristoranti.
Gli abitanti di Ploiești erano, però, anche amanti del calcio, come ci racconta sempre Lucian Vasile: Questo sport conobbe una diffusione spettacolare. Negli anni 1907-1908 non c’erano quasi per niente tifosi a Ploiești e la gente pensava che fosse una perdita di tempo, addirittura uno sport strano. Ebbene, 20-30 anni dopo, Ploiești era non solo un epicentro del calcio nazionale, ma aveva due squadre in gara tra di esse, che giocavano anche contro altre squadre a livello nazionale. Da una parte c’era Prahova, la squadra tradizionale sostenuta dall’industriale olandese Jacob Kopes e poi c’era Tricolorul, la squadra della Società delle Ferrovie Ploiești-Văleni. Era una compagnia molto redditizia e che, ovviamente, disponeva di ingenti somme di denaro che investì, ottenendo però risultati per niente positivi. I suoi calciatori non riuscirono a vincere il campionato, anzi furono declassati. Ma erano famosi alla fine degli anni 1930 per i bonus e gli stipendi che ricevevano. Anche allora le partite di calcio terminavano con scandali e risse. Ad un certo momento, verso la fine degli anni 1920, persino il prefetto di polizia della città scese nel campo e cominciò a tirare calci e pugni, arrabbiato perché la squadra locale aveva perso la partita.
Nella città plurietnica di Ploiești gli stranieri che vi si erano stabiliti cominciarono a portare i propri modi di passare il tempo libero. Un esempio è la comunità tedesca, abbastanza numerosa, come ci racconta lo storico Lucian Vasile: Loro costruirono una sala per la loro comunità, una sala sulle cui fondamenta si trova oggi la Filarmonica della città. Già dalla fine del XIX secolo, i membri della comunità tedesca si incontravano là, avevano un coro e organizzavano diversi giochi: bowling e biliardo. Quello che era davvero nuovo nella vita della città era il fatto che qui le donne potevano giocare assieme agli uomini. Per il mondo patriarcale di allora era una curiosità: come mai dai tedeschi le donne giocano a biliardo accanto agli uomini, senza alcuna differenza. Per il resto, le altre comunità erano abbastanza bene integrate e non tanto desiderose di mantenere la loro identità separata. Cercavano di integrarsi.
Purtroppo, con la precarietà e le restrizioni imposte dal regime comunista dal 1947 in poi, molti di questi modi di divertirsi scomparvero assieme al buon umore delle persone.