Le croci di pietra di Bucarest
Lungo il tempo, oltre 50 croci sono state collocate in diversi luoghi di Bucarest, alcune segnando avvenimenti militari o sociali, altre delimitando una proprietà.
Steliu Lambru, 24.09.2023, 17:06
Le croci sono state una presenza costante nello spazio di abitazione umana di Bucarest. Lungo il tempo, oltre 50 croci sono state collocate in diversi luoghi, alcune segnando avvenimenti militari o sociali, altre delimitando una proprietà. Alcune fungevano da cenotafio, altre erano portate da altri luoghi e collocate nei lapidari di monasteri o musei come nel monastero Antim e nei Palazzi Brâncoveanu a Mogoșoaia. Il più antico monumento del genere è la Croce di legno di Leon Vodă, principe della Valacchia dal 1629 al 1632. Fu eretta per celebrare la sua vittoria contro Mattia Bessarabo del 23 agosto 1631. La croce si rovinò e venne rifatta in pietra da suo figlio Radu Leon, negli anni 1664-1665. Un’altra croce di legno, rifatta successivamente di pietra è la croce di Papa Brâncoveanu, il padre del principe valacco Constantin Brâncoveanu che regno dal 1688 al 1714, ucciso nel 1655 durante la sommossa dei seimeni (soldati mercenari che combattevano a piedi) e dei dorobanți (soldati di fanteria).
Cezar-Petre Buiumaci è museografo presso il Museo del Municipio di Bucarest e coordinatore di un progetto dedicato alle croci di pietra della capitale romena. Gli abbiamo chiesto come si spiega la comparsa delle croci quali monumenti pubblici a Bucarest prima del periodo moderno: I terribili guai capitati alle persone le hanno determinato a erigere monumenti con doppia valenza: per proteggerli dalle disgrazie e per ricordare, allo stesso tempo, la sfortuna che le aveva colpite. E’ il caso della croce di pietra eretta dal comandante d’esercito Matei Mogoș sulla sua proprietà, all’inizio del XVIII secolo, con la speranza che la pandemia di peste che imperversava nella città finisse. La croce diventò così importante nella mentalità della comunità che il vescovo metropolita Gregorio II eresse una chiesa intorno alla croce. Collocata nell’altare della chiesa Oborul Vechi, la croce intesa a raccontare alla gente della peste e della carestia è difficilmente visibile oggi, essendo diventata oggetto di culto. Ritroviamo questo modo di ricordare un’epidemia a Vienna, dove l’imperatore ha eretto, alla fine del XVII secolo, una colonna dedicata alla misericordia divina alla fine dell’epidemia di peste. A Arad, alla metà del XVIII secolo, fu eretta la colonna della peste che aveva come principale rappresentazione la Santa Trinità. Monumenti simili ci sono stati anche in altre città del Banato, dell’Ungheria o della Germania eretti in seguito alla promessa fatta nell’eventualità dell’eradicazione della malattia.”
La forza che le croci pubbliche avevano sul modo di vita e la mentalità collettiva era impressionante. Cezar-Petre Buiumaci ha riassunto la storia di una di esse: ”Una delle croci di particolare importanza nella storia di Bucarest è la croce di Neofit, molto visibile ma altrettanto sconosciuta. Fu eretta dal metropolita della Ungaro-Valacchia Neofit Cretanul e doveva fungere da confine. Il gesto del metropolita è stato determinato dalle numerose trasgressioni dei terreni e dei vigneti della chiesa da parte degli abati greci del monastero Mihai Vodă. Dopo aver fatto un sopralluogo, il metropolita decise che la croce fosse collocata sul posto in cui si trovava il pozzo dei Poveri in via della Caserma. Ma l’indagine che fece non si svolse come si immaginava perché gli abati del Monastero Mihai Vodă convinsero gli abitanti delle baraccopoli a mantenere il silenzio sui vecchi confini delle terre appartenenti alla chiesa metropolitana. Non ricevendo alcuna informazione che lo aiutasse nella sua iniziativa, Neofit fu costretto a lanciare una maledizione sugli abitanti delle baraccopoli per sapere la verità. ”La grande maledizione” e ”La terribile dannazione” furono lette nelle chiese Albă-Postăvari, Arhimandritului, Gorganului e Golescu nelle prime tre domeniche della Grande Quaresima e si rivolgevano a coloro che conoscevano le coordinate dei terreni in discussione, ma non volevano parlarne. Questa azione ebbe successo perché all’arrivo della commissione incaricata a fare luce su quest caso, gli abitanti delle baraccopoli individuarono i confini.”
Nel centro della città, nella Piazza dell’Università, si trovano le più recenti croci pubbliche di Bucarest. Accanto ai monumenti che commemorano la Rivoluzione del dicembre 1989 si trova anche la Croce della Bessarabia. Cezar-Petre Buiumaci ha passato in rassegna anche la storia dell’intero complesso collocato in questo spazio: ”La Croce della Bessarabia è sempre una croce di legno portata da Chișinău da un gruppo di studenti della Repubblica di Moldova nella Marcia dell’Unità e collocata il 27 marzo 1992, in occasione dell’anniversario dell’Unificazione della Bessarabia con la Romania. La croce di legno è il simbolo dell’unità del popolo ed è praticamente la prima croce del complesso attuale collocato in questo spazio al posto di alcuni monumenti commemorativi eretti a dicembre 1989. Qui sono state collocate altre otto croci di pietra portate da Alexeni, in provincia di Ialomița, e che formano insieme l’Ensemble degli Eroi della Rivoluzione del Dicembre 1989 e che, a cominciare da quell’anno, è diventato il principale luogo in cui vengono commemorati i martiri della Rivoluzione del 1989. E’ un esempio di cambiamento di significato di un monumento, da confine a monumento pubblico importante nella storia recente.”
Le croci di pietra di Bucarest, con messaggi forti ed espressivi dal punto di vista artistico, sono parti costitutuenti del paesaggio urbano di oggi. Anche se gli abitanti della capitale si possono abituare con la loro presenza, esse mantengono intatto il carico simbolico.