Cilibi Moise
Una delle personalità dellumorismo romeno del 19/o secolo è stato Cilibi Moise, conosciuto piuttosto dai racconti dei suoi contemporanei che dai documenti darchivio.
Steliu Lambru, 03.07.2023, 19:54
L’umorismo è una caratteristica umana nella sua essenza ed è stato spesso descritto e analizzato da teorici letterari, filosofi, moralisti, psicologi, teologi, sociologi e antropologi. E’ una cosa universale, ma allo stesso tempo anche una cosa specifica per alcuni gruppi più o meno numerosi, per alcune nazioni e Paesi. Come direbbero le persone che lo hanno studiato, è una caratteristica culturale di uno spazio.
L’umorismo nello spazio romeno nasce, in pratica, nel momento in cui quest’area ha cominciato ad stata abitata dalla gente. Però la storia scritta dell’umorismo romeno, con documenti che trasmettono ai posteri lo spirito dell’epoca, può essere letta a cominciare dalla seconda metà del 19/o secolo ed è legata alla comparsa delle riviste di satira e umorismo. Nella storia dell’umorismo romeno troviamo, in ugual misura, anche nomi di persone che hanno fatto ridere gli altri, oppure sono rimaste nei ricordi dei loro contemporanei tramite parole, gesti o atteggiamenti divertenti. Uno di questi nomi dell’umorismo romeno del 19/o secolo è stato il leggendario Cilibi Moise, personalità conosciuta piuttosto da quello che gli altri hanno raccontato su di lui, che da testimonianze personali o documenti d’archivio.
Eugen Istodor è specializzato nella storia della stampa umoristica ed è stato lui stesso giornalista presso la pubblicazione umoristica Academia Cațavencu”, fondata nel 1991. Istodor ha scritto nei suoi articoli e saggi anche su Cilibi Moise, il protagonista del nostro programma di oggi: Come comprendiamo l’umorismo? Come lo percepiamo nello spazio romeno? Eccomi davanti a Cilibi Moise, il più umile tra i nostri grandi umoristi. Perché umile? E qui c’è tutta una serie di interrogativi. Cosa sappiamo su Cilibi Moise? Vi rispondo sinceramente che non sappiamo veramente nulla. L’uomo non può essere qualcosa se non nel momento in cui sentirà di essere niente” è infatti la sua professione di fede, ed è anche la mia. Non sappiamo nulla su di lui. Abbiamo solo una foto, alcune testimonianze, alcuni episodi letterari, alcuni ritagli. Lo possiamo collocare in un’equazione piuttosto di storia letteraria che di teoria letteraria, e ancora meno di critica letteraria.”
Cilibi Moise, nato Moise Froim nel 1812 a Focșani e deceduto nel 1870 a Bucarest a 58 anni, proveniva da una famiglia povera di ebrei della zona di Vrancea nell’est della Romania. Poche fonti di informazioni su di lui ci raccontano che, sin da bambino, è stato costretto a lavorare e a occuparsi di commercio. Si dice che fosse conosciuto da tutti i mercanti per il suo spirito ludico con il quale attirava i clienti. Si dice inoltre che Moise non sapesse scrivere e dettasse a un tipografo i proverbi, gli afforismi e le massime che gli sono attribuiti. Pare che il padre del grande drammaturgo Ion Luca Caragiale fosse amico di Moise e che lui dettasse una parte delle sue creazioni a Caragiale stesso. Malgrado la differenza di età fu molto affezionato al rabbino, filologo, storico e giornalista Moses Gaster che lo chiamava nelle sue memorie cilibi”, che in turco vuol dire amichevole” ma anche saggio”. Il filologo e storico letterario Ștefan Cazimir affermava che Moise aveva ricevuto molti altri soprannomi tra cui il burlone”, lo spiritoso”, il saggio”, il filosofo”, ma anche l’illustre”, il nobile”, l’elegante”.
Cilibi Moise era così com’era anche perché le persone e le maniere del suo tempo erano quelle di quel secolo, come afferma anche Eugen Istodor: Era così perché la società romena era in un certo modo. Ed è rimasto nella storia letteraria perché lo ha voluto. Ma è stato qualcosa istintuale, di animale sociale piuttosto che di mercante. Avrebbe voluto essere piuttosto mercante, almeno è quello che suppongo. Avrebbe voluto essere diverso, essere ricco e godersi la propria vita. E’ rimasto in qualche modo in periferia. Moise Froim Schwartz non ha detto molte cose su se stesso. Si è auto-ironizzato, è vero, ma non ha detto nulla su se stesso. Non ha detto chi e come era. E ciò vuol dire tanto sul modo in cui creiamo le gerarchie letterarie e sociali e su come ci rapportiamo ad esse. Moise, nei confronti di Caragiale, ad esempio, nei confronti di Macedonski, Ranetti e Geo Bogza non ha detto niente su se stesso. Si è infilato ed ha vissuto dietro alcuni proverbi in cui si è auto-ironizzato. Cilibi Moise vive solo attraverso il modo in cui gli altri hanno ripetuto i suoi detti, ricorrendo a una certa retorica.”
Alcune perle di saggezza” di Cilibi Moise possono essere comprese perché trasmettono un messaggio universale. Ad esempio, appartiene a lui questa barzelletta sulla povertà: un giorno, Cilibi Moise patì una grande vergogna, di notte i ladri entrarono in casa sua e non trovarono niente.” Anche la politica e la ricchezza possono essere capite dalle persone di oggi, soprattutto perché all’epoca le cose erano diverse. E Moise commentava pure lui sulla politica: da 30 anni da quando mi insegue la povertà e da 14 da quando mi occupo di politica, io ne ho fin sopra i capelli della politica, ma la povertà non si è stufata di me”. Sono solo due esempi del tesoro compreso nei 15 tomi di aforismi, proverbi, aneddoti e consigli che Cilibi Moise ha lasciato ai suoi posteri.