Il botanista Alexandru Borza (1887-1971)
Uno dei più importanti botanisti in Romania è stato il prete Alexandru Borza, nato nel 1887 e deceduto nel 1971, alletà di 84 anni.
Steliu Lambru, 29.05.2023, 22:33
Nel corso degli ultimi 250 anni, la natura è stata vista come culla dell’umanità, dell’individuo, della sua famiglia, della società e della nazione. Dopo esser diventata un culto dell’uomo moderno, le piante, gli animali, l’aria, l’acqua, le pietre sono state considerate anche oggetto di studio dei naturalisti. Uno dei più importanti botanisti in Romania è stato il prete Alexandru Borza, nato in Austria-Ungheria nel 1887 e deceduto in Romania nel 1971, all’età di 84 anni.
L’istruzione scolastica di Borza è stata un po’ atipica per uno scienziato. Si è diplomato presso un seminario teologico cattolico e successivamente ha frequentato la Facoltà di Scienze di Budapest ottenendo il titolo di dottore in scienze naturali nel 1913, a 26 anni. Fino al 1918, cioè fino all’unificazione dei territori dell’Austria Ungheria abitati da romeni con il Regno di Romania, Borza ha insegnato scienze naturali al liceo per ragazzi di Blaj. Dopo il 1918, la carriera di Borza prese il sopravvento. Tra l’altro, ricoprì la carica di rettore dell’Università di Cluj, direttore del Giardino Botanico di Cluj, direttore scientifico della Commissione per i Monumenti Naturali. Scoprì oltre 80 specie di piante, altre 20 furono intitolate a lui e pubblicò circa 500 testi. Pubblicò anche un dizionario etno-botanico della Romania contenente 11 mila denominazioni popolari per 2095 specie di piante e garantì la pubblicazione di nove periodici scientifici. Fu coinvolto in forti campagne volte a rendere la popolazione consapevole dell’importanza della natura nella vita dell’uomo tramite articoli apparsi sulla stampa, opuscoli satirici, conferenze pubbliche e trasmesse alla radio. Borza fece anche il passo dalla ricerca sulla natura a quella antropologico-folcloristica ed eugenica.
La partecipazione dei romeni al quarto Congresso di botanica di New Tork del 1926 diede una spinta al loro impegno per la difesa dell’ambiente. Lo storico Cosmin Koszor-Codrea spiega come il modello americano abbia ispirato anche i romeni nelle loro azioni successive: “Nel 1926, il quarto congresso internazionale di botanica si svolse a New York con la partecipazione di botanisti di tutto il mondo. Vi partecipò anche Borza, presentando una ricerca sui fiori isolani nella sezione di ecologia. Oltre alle sessioni comuni di presentazioni, nell’agenda del congresso erano incluse anche visite al Giardino Botanico, gite alle riserve naturali, al Parco Nazionale Yellowstone, alla cascata Niagara e alle Montagne Rocciose. Al rientro in Romania, Borza concordò con lo zoologo romeno Andrei Popovici-Bâznoșanu di organizzare il primo congresso romeno di scienze naturali a Cluj, nel 1928. Per l’occasione stabilirono la stessa agenda per i professori del ciclo d’istruzione secondaria, per le associazioni alpine romene, ungheresi e tedesche, per politici e ricercatori di spicco. Tra le numerose risoluzioni del congresso, i partecipanti proposero per l’agenda politica la riorganizzazione del curriculum per l’insegnamento della storia naturale nelle scuole secondarie, il riconoscimento del Delta del Danubio quale regione abitata da un gran numero di uccelli e la trasformazione del Monte Retezat in parco naturale.”
Le sue prossime mosse sono state le conseguenze logiche degli obiettivi che si era prefisso. Cosmin Koszor-Codrea: “In base alle loro proposte, il Ministero dell’agricoltura e del dominio pubblico, sottopose all’approvazione, nel 1930, la legge sulla tutela dei monumenti naturali. L’anno successivo, il Decreto Reale riconosceva ufficialmente l’esistenza della Commissione dei Monumenti naturali, e la legge redatta dalla Commissione sanciva: “i monumenti naturali sono quelle terre che, grazie al fatto che sono abitate da animali e piante, hanno una particolare importanza scientifica ed estetica. Inoltre, quelle terre sono monumenti per la loro bellezza naturale e per l’interesse scientifico e devono essere preservate e lasciate in eredità ai posteri. Le specie animali e vegetali, così come le rocce, i minerali e i fossili sono protetti per legge.”
La storia del Parco Naturale Retezat, creato nel 1935, è legata al nome di Alexandru Borza. In quella zona, la conservazione della natura è stata portata al suo massimo livello attraverso il coinvolgimento dello stato e la normativa. Nel 1939, sulla rivista “Carpazi”, pubblicò un elenco di 17 piante protette, tra cui il rododendro, il fiordaliso e la ninfea termale. Cosmin Koszor-Codrea ha affermato che il Monte Retezat è stato fin dallinizio allattenzione degli ecologisti: “La prima regione che corrispondeva alla descrizione menzionata nella legge erano i monti Retezat per la loro formazione geologica, la loro fauna e flora, così come la risposta che davano allidentità nazionale romena. Cito le parole di Borza: “Il Retezat è da tutti i punti di vista una terra santa per la scienza, è un monumento sacro della natura che non può essere paragonato a unaltra montagna della Romania. Ecco perché tutti i nostri naturalisti lo considerano predestinato dalla natura a diventare il nostro parco nazionale, lo Yellowstone della Romania. Qui i giovani impareranno leducazione patriottica, sentiranno su queste montagne laria di libertà lasciata in eredità dal re dei Daci Decebalo, e nutrirà i loro cuori di orgoglio riconoscere questo pezzo di terra come unico, a suo modo, un simbolo della nostra salute naturale.”
Alexandru Borza è stato uno dei nomi più importanti nella protezione ambientale nella Romania tra le due guerre. Si annoverò anche tra coloro che sostenevano leducazione dei romeni con la conoscenza della storia naturale come parte dello specifico nazionale.