Lo scrittore Marin Sorescu
Personalità prolifica, poeta, drammaturgo, prosatore e critico letterario, Marin Sorescu è stato uno dei più conosciuti e apprezzati autori romeni del periodo comunista, sia in Romania, che allestero.
Christine Leșcu, 19.02.2023, 10:53
A febbraio 1936, nasceva nel villaggio di Bulzești, in provincia di Dolj, lo scrittore Marin Sorescu. Personalità prolifica, poeta, drammaturgo, prosatore e critico letterario, Marin Sorescu è stato uno dei più conosciuti e apprezzati autori romeni del periodo comunista, sia in Romania, che all’estero. Nel suo documento d’identità compare la data del 19 febbraio, sebbene il poeta fosse nato il 29 febbraio. Forse per evitare i problemi causati dagli anni bisestili, il 19 febbraio è rimasta la data ufficiale della sua nascita, menzionata anche nel Dizionario degli Scrittori Romeni. Dopo il suo decesso nel 1996, a soli 60 anni, Marin Sorescu è entrato in un cono d’ombra che, forse, nessuno avrebbe anticipato durante la sua carriera.
Per passare in rassegna la biografia di Marin Sorescu, abbiamo invitato al microfono il critico e storico letterario Paul Cernat: Marin Sorescu è un figlio dell’Oltenia, di Bulzeștii Doljului, zona che lui ha messo in risalto in vari modi nella sua creazione, ma soprattutto nel ciclo lirico-epico “La lilieci”, che è uno dei suoi capolavori. Ha frequentato il liceo a Craiova, al Collegio Frații Buzești. Ha studiato poi alla scuola militare media di Predeal, un’esperienza che gli ha lasciato segni importanti e che gli ha ispirato una serie di poesie pubblicate dopo la sua morte. Ha frequentato poi la Facoltà di Filologia durante “l’ossessionante decennio” 1950-1960. Si è laureato nel 1960 e, poco dopo, ha debuttato come poeta nel periodo iniziale del rilassamento post-stalinista che ha anche sfruttato.
Entro poco tempo, grazie alla sua ricca creazione, Marin Sorescu è diventato conosciuto, scrivendo e pubblicando molto, impegnandosi nella vita letteraria dell’epoca ed essendo anche tradotto. Oltre ai celebri volumi di poesie “La Lilieci”, ha scritto anche le pièce teatrali “Giona”, “Il terzo palo”, “Il raffreddore”, “Il cugino Shakespeare” ma anche i volumi per bambini “Dove scappiamo di casa?” e “La Ciconia Collo-Attorcigliato”. D’altronde, la sua celebrità lo ha aiutato a uscire senza conseguenze negative significative anche dallo scandalo della “Meditazione trascendentale”. All’inizio degli anni 1980, il regime comunista ha emarginato una serie d’intellettuali influenti che avevano partecipato, più o meno convinti, a diverse sedute di yoga e di meditazione di tipo orientale. Tra questi c’era anche Marin Sorescu, ma a differenza degli altri partecipanti, il poeta non ha perso né il posto di lavoro, né lo status sociale.
Paul Cernat continua: Dal 1970 cominciò a diventare uno scrittore conosciuto non solo in Romania, ma anche all’estero. Si è parlato di lui come di una specie di globetrotter, tradotto in più Paesi e in diverse lingue. Ha avuto anche rapporti molto stretti con una serie di poeti importanti e con scrittori conosciuti con cui ha anche fatto interviste, colloqui parzialmente raccolti nel volume “Trattato d’ispirazione” del 1985. E’ stato implicato anche in polemiche. Era un critico letterario abbastanza duro, pieno di vitalità e di idee. Insomma, è diventato un classico in vita già dall’età di 40-50 anni. Potrei dire che negli anni 1980 era già una personalità di riferimento della nostra vita letteraria da molti punti di vista. Dopo il 1990 ha avuto una carriera politica e ha ricoperto persino la carica di ministro della Cultura. A molti è sembrata abbastanza strana la sua opzione politica di dopo il 1990. Non è stata una scelta molto ispirata da parte sua, si è trovato colto in un momento abbastanza teso, di guerra politica e culturale che ha avuto effetti negativi su di lui e ha affrettato, purtroppo, la sua morte. Si è spento di cancro alla fine del 1996, quando non aveva ancora compiuto 61 anni.
Tuttavia, nei pochi anni vissuti dopo il 1990, Marin Sorescu è stato insignito del Premio Herder ed è riuscito a presentare la sua tesi di dottorato in filologia all’Università di Bucarest. Alla morte dello scrittore sono rimasti in versione manoscritta 15 volumi, poesie, saggi, diari e romanzi, tutti scritti nello stesso linguaggio unico che lo ha reso conosciuto.
Paul Cernat ci dice cosa ha di specifico Marin Sorescu: L’abbinamento tra umorismo e gravità, addirittura di tragico. Io vedo in Marin Sorescu un equivalente letterario di Brâncuși. Credo che questo miscuglio tra la freschezza demitizzante e la mitologia di substrato sia una delle caratteristiche di Marin Sorescu. Come pure il mix tra lo spirito scherzoso tipico dell’Oltenia e una meditazione irrequieta sui significati dell’esistenza, sui suoi fondamenti. Marin Sorescu è un homo duplex. Con un occhio piange, con l’altro ride. Dipende quale dei lati di questa personalità preferiamo accentuare. C’è chi ha visto in lui piuttosto un parodista o un umorista. Ma lui è, in ugual misura, uno spirito gravo, che si propone, infatti, di riabilitare i miti e di salvarli nel mondo moderno tramite l’ironia, la familiarità, la normalità, la comunicazione. E credo che ci riesca. In più, è uno dei più esportabili scrittori romeni. E’ stato insignito di diversi premi internazionali, però, nella sua opera si tratta anche di un abbinamento molto efficace tra locale e universale. Vale la pena esaminare anche l’esistenza postuma di Marin Sorescu, perché ha avuto alti e bassi. Per la sua opera c’è stato un momento di eclisse per un certo periodo, però man mano la situazione si è normalizzata e credo che ormai l’opera di Marin Sorescu stia attraversando un momento buono.