La storia di un quartiere problematico: Ferentari
Considerato oggi un quartiere problematico dal punto di vista sociale ed economico, una sorta di ghetto situato nella parte sud-occidentale di Bucarest, Ferentari non è sempre stata una zona caratterizzata da difficoltà.
Christine Leșcu, 15.01.2023, 18:26
Considerato oggi un quartiere problematico dal punto di vista sociale ed economico, una sorta di ghetto situato nella parte sud-occidentale di Bucarest, Ferentari non è sempre stata una zona caratterizzata da difficoltà. La sua storia è stata recentemente approfondita nell’opera “Ferentari incompleto”, coordinata da Andrei Răzvan Voinea, Dana Dolghin e Gergely Pulay. Lo sviluppo del quartiere iniziò nel periodo interbellico, quando lodierno Ferentari era unarea interstiziale situata allallora periferia di Bucarest. Continua a raccontarci la storia lo storico Andrei Răzvan Voinea: Il quartiere di Ferentari ha avuto sin dallinizio un handicap di sviluppo perché, se pensiamo alla via di Ferentari, era una strada che praticamente non portava da nessuna parte, nel senso che, partendo dal centro verso la via Rahovei, si fermava proprio in mezzo ai campi. Qui a Ferentari cè sempre stata una vigna della diocesi e di altri monasteri, e piano piano tutte quelle vigne hanno cominciato a essere vendute, a essere lottizzate, sono apparse nuove costruzioni e per molto tempo è stata una zona residenziale più o meno formale. Gli affitti molto bassi attiravano molti lavoratori, soprattutto quelli che lavoravano nellindustria nella zona della collina di Filaret, la prima vera area industriale di Bucarest. E così è iniziato lo sviluppo, molto lentamente. Fino al 1940, il quartiere era conosciuto come Câmpul veseliei / Il campo dell’allegria perché cerano molte cantine appartenute agli ex vigneti, che si trasformarono gradualmente in taverne. Ad un certo momento in quella zona cera quasi un centinaio di osterie e una delle strade, allepoca la più importante, si chiamava Strada Veseliei / la Via dell’Allegria e per questo tutta questa zona non era nemmeno chiamata quartiere. Era il campo dell’Allegria che, fino al 1940, rimase sottosviluppato, ignorato dalle autorità centrali, senza fognature, senza acqua, senza elettricità o con pochissimi interventi.
Sempre nel periodo tra le due guerre, a Ferentari, oltre a modesti lavoratori, comparvero piccole imprese e uomini daffari. Alcuni dei più ricchi costruirono case più eleganti, ma poche di numero, persino ville negli stili architettonici che allora andavano di moda. Di alcune ci ha parlato lo storico Andrei Răzvan Voinea: Cerano alcune piccole imprese. Tra queste anche quelle di un imprenditore ebreo di nome Littman che, nel 1935, assunse larchitetto Paul Rossini per progettare questa meravigliosa casa in uno stile internazionale molto modernista, alla moda, seguendo le tendenze europee dell’epoca. È uno dei pochi esempi del suo genere. Cè anche unaltra villa, chiamata Vila Coca, in via dell’Allegria al numero 43, sempre con unarchitettura molto calda ed equilibrata. Ci sono, tuttavia, pochi esempi del genere. Purtroppo limprenditore Littman fu uno degli ebrei vittime della ribellione legionaria del 1941, che coinvolse anche il quartiere di Ferentari.
Tuttavia, la vera sistematizzazione dellarea è iniziata dopo linsediamento del regime comunista al fine di fornire ai lavoratori condizioni di vita dignitose, scopo che è stato anche raggiunto in una prima fase. In unarea disabitata, su una sorta di maidan, furono costruiti condomini in mattoni che ancora oggi sono noti come “i blocchi rossi”. Piani in questo senso furono pensati dal 1946. Andrei Răzvan Voinea: Questo terreno libero è stato acquistato da un Istituto dei pubblici dipendenti e si dovevano costruire alloggi per i funzionari pubblici. Dopo il 1948, passò al comune, poi il proprietario continuò a cambiare. Ma venne avviata la costruzione di 20 condomini secondo un progetto molto funzionale dal punto di vista architettonico. Il nome dellarchitetto era Gheorghe Popov, e i comunisti inventano praticamente una specie di alloggio condiviso. Si tratta di uno spazio pensato in un modo del tutto diverso dal modello degli appezzamenti di terreno con case e giardini singoli disposti orizzontalmente. Stiamo parlando di uno sviluppo verticale. Erano tutti edifici di quattro piani con spazio verde tra di essi e molti servizi sociali. Cerano 20 edifici che ospitavano circa 30 famiglie ciascuno, quindi cerano circa 600 famiglie che si erano trasferite lì. I condomini avevano un proprio impianto di riscaldamento, cerano un asilo e una sala cinema nelle vicinanze. Terminati gli edifici fu realizzata anche una piscina, funzionante fino a dopo il 1990. Proprio allingresso sulla via di Ferentari cerano negozi di ogni genere, un barbiere e così via. Fondamentalmente, era una piccola città che era in qualche modo autonoma.
Le cose cominciarono ad andare storte, però, dalla metà degli anni 60 e sono progressivamente peggiorate nel tempo fino ad oggi. Lo storico Andrei Răzvan Voinea ci offre una possibile spiegazione: Cosa è successo dopo il 1966? Dopo aver costruito i blocchi rossi, i comunisti, in realtà, non fecero più gran che. Costruirono unaltra scuola, più lontano nel quartiere di Ferentari. Fecero anche un canale di raccolta e il sistema di illuminazione pubblica. Ma non erano interventi importanti, erano cose normali. Nel 1966 fu pensato un piano di sistemazione dellintera area. Lì era il margine della città e, intorno al 1966, lIstituto Progetto di Bucarest pensò a un piano di sistematizzazione molto serio e fu pianificata la costruzione di alcuni condomini. Per questo si dovevano demolire le case nella zona rurale marginale e sostituirle con blocchi di appartamenti. Sono stati molto attenti ad avviare questo processo di rinnovamento urbano sui posti liberi, cioè sui maidans. Anche se si prevedeva di demolire tutto e costruire nuovi condomini lungo tutta la Via di Ferentari, in qualche modo tutti questi blocchi furono eretti solo su alcune isole non direttamente collegate alla via di Ferentari, dietro le case, anche se dotate di tutto ciò che riguarda l’infrastruttura, riscaldamento, illuminazione pubblica e così via. Cera anche un altro progetto, quello di costruire monolocali o appartamenti comfort 2 o comfort 3. Fondamentalmente, ancora una volta, si manteneva la caratteristica del quartiere popolare, con persone che vengono a Bucarest per lavorare, affittano un monolocale per un breve periodo, mettono su famiglia e poi si trasferiscono altrove. Ancora una volta questa caratteristica di Ferentari, di zona interstiziale di transito. Ma il progetto venne abbandonato. Si costruirono molti condomini, in totale oltre 150, con monolocali e bilocali abitati da molti operai di Vulcan. Dopo aver costruito su queste isole, il progetto fu semplicemente abbandonato e dopo il 1973 cambiò anche la legislazione nazionale.
Dopo il terremoto del 1977 fu pensato un piano complesso di sviluppo dellarea, ma purtroppo quasi nulla è stato attuato fino alla caduta del regime nel 1989. Poi è iniziata la fase di transizione degli anni 90, quando le autorità hanno trascurato il quartiere e i problemi sociali sono andati gradualmente peggiorando.