Foto della collezione Iosif Berman
L'arte fotografica in Romania si è sviluppata a partire dalla seconda metà del XIX secolo.
Steliu Lambru, 04.10.2022, 13:19
Larte fotografica in Romania si è sviluppata a partire dalla seconda metà del XIX secolo. Iosif Berman si distingueva in un campo fondamentale per la stampa: la fotografia per i giornali scritti. La fotografia ebbe un forte impatto sullo sviluppo della stampa, sostituendo gradualmente la grafica. E la fotografia di Berman ha fatto vedere la bravura dellautore e la diversità delle immagini da lui colte. Era il momento in cui i fotografi cercavano di cogliere tutto, lo spirito enciclopedico e lattrazione della realtà essendo la base culturale di ogni fotografo.
Berman nacque nel 1890 a Burdujeni, in Bucovina, nel nord della Romania di oggi, e morì nel 1941 a Bucarest. Nato in una famiglia ebrea, suo padre combatté nella guerra dindipendenza romena nel 1877-1878 e fu decorato. Però, suo zio, il fratello del padre, perse la vita durante la guerra. Frequentò il liceo nella città di Suceava e aspirava a fare il fotografo, ma diventò molto di più: fu fotografo reporter o fotoreporter e fotografo ufficiale della Casa Reale di Romania, la più alta dignità che un artista fotografo potesse sperare di raggiungere. Fece parte anche della squadra di studenti di sociologia guidata da Dimitrie Gusti che ha condotto campagne di ricerca sul mondo rurale dagli anni 30, uno dei vasti progetti culturali e scientifici della Romania interbellica.
La giornalista Adina Ștefan è in possesso di unimpressionante collezione di fotografie di Iosif Berman, donata da Luiza Berman, una delle figlie del fotografo. Adina Ștefan ha risposto a una domanda frequente sullapprendistato dellartista, considerando che non ci sono testimonianze scritte sul periodo della giovinezza di Iosif Berman:“La gente si chiedeva dove avesse imparato il mestiere e larte della fotografia perché è arrivato a Bucarest molto bene preparato. Nella zona da cui proveniva, la Bucovina, che era stata amministrata dall’Austria-Ungheria, cerano molti fotografi, soprattutto ebrei, che vincevano importanti premi alle mostre di Parigi. Tornavano nel Paese, facevano il proprio mestiere e, naturalmente, chi voleva imparare aveva con chi farlo. Berman ebbe anche lui da chi imparare e non perse il tempo. Era anche un uomo colto, parlava francese e tedesco già dal liceo, ed era molto bravo a disegnare”.
Il talento di Berman come artista fotografo venne presto notato e grandi quotidiani come Adevărul (La verità) e Dimineața (Il Mattino) sollecitarono i suoi servizi. Lavorò anche per istituzioni di stampa estere come la prestigiosa Associated Press e il New York Times, oltre che per la Scandinavian Newspaper Press. Come ogni celebrità, anche Berman aveva un soprannome, che riassumeva la sua più grande qualità: “locchio” di fotografo.“È noto a coloro che hanno familiarità con lepoca e con lattività di Berman quello che diceva Geo Bogza, di cui era collega nelle redazioni dei giornali Adevărul e Dimineața. Lo chiamavano luomo dai mille occhi perché, quando andavano con la squadra, il giornalista, il fotoreporter e lautista, spesso al ritorno in redazione cominciava a dire loro: avete notato quello? Si trattava di cose che spesso gli altri non avevano notato, ma importanti nellillustrare i materiali”, ha dichiarato Adina Stefan.
Sfogliando lalbum “Iosif Berman. Il maestro del reportage fotografico romeno tra le due guerre”, pubblicato dalla Biblioteca Nazionale di Romania nel 2013, il lettore può notare la grande diversità e vitalità del lavoro di Berman. Nella sezione “Bucarest, stagioni” sono state inserite foto uniche con paesaggi della Bucarest quotidiana in cui si nota lo sviluppo della capitale romena a partire dal 1880. Infatti, la stragrande maggioranza delle foto nellalbum proviene dalla capitale. Gli edifici emblematici di Bucarest vennero colti da Berman pochi decenni dopo la loro costruzione, mentre altri addirittura durante la loro costruzione. Non mancano i grandi viali Kiseleff e Calea Victoriei, con le persone che sono il principale obiettivo della fotocamera di Berman. Lanimazione della strada, i monumenti pubblici e persino le insegne dei giornali dove ha lavorato, Adevărul e Dimineața, riportano il lettore in un altro tempo.
Iosif Berman era però interessato anche alla vita della gente comune, ai quartieri poveri, alle strade sterrate e allagate durante le piogge, alla presenza di animali domestici, ai vestiti poveri. Ma anche nelluniverso periferico osserviamo modi di trascorrere il tempo libero, immagini di bazar, birrerie, mercati e spazi pubblici. Presenze di civiltà si fanno sentire anche nei quartieri di periferia, una delle quali essendo il trasporto pubblico in autobus.
La sua stessa arte non poteva mancare dalle immagini colte da Iosif Berman. È un processo artistico autoreferenziale utilizzato anche in altre arti, compresa la fotografia. Accennavo alla ripresa fotografica delle insegne dei giornali Adevărul e Dimineața come riferimento alla sua professione, quella di fotoreporter. Ma egli continua con la ripresa di un fotografo e coglie un fotografo del parco Cișmigiu e due uomini, una donna e un cane davanti allobiettivo che formano una posa davvero iconica. Non meno iconica è la foto in cui due fotografi “ambulanti”, come li chiama Berman, fotografano la strada con delle piccole macchine fotografiche, mentre sono “in servizio”.