Il Palazzo Comunale del Rione 1 di Bucarest
Nel 1926, fu decisa la suddivisione della capitale romena Bucarest in unità amministrative chiamate rioni e contraddistinte da vari colori, suddivisione valida ancor oggi.
Christine Leșcu, 15.07.2020, 18:10
Siccome nel primo dopoguerra la capitale romena Bucarest si era sviluppata ed estesa più che nel passato, la sua amministrazione diventava più complessa. Motivo per cui, nel 1926, fu decisa la suddivisione della città in unità amministrative chiamate rioni e contraddistinte da vari colori. La stessa suddivisione è valida oggi, Bucarest avendo sei rioni che coprono, allincirca, lo stesso spazio che occupavano nel secondo dopoguerra quando avevano, tuttavia, nomi diversi. Ad esempio, allodierno rione 1 di Bucarest corrispondeva allora il Rione Verde. E ledificio che ospitava il Comune del rione verde fu e rimase fino ad oggi uno dei monumenti architettonici più imponenti della città. La storia del Palazzo Comunale del Rione Verde cominciò sempre nel 1926, quando fu decisa la sua costruzione. A tal fine, fu acquistato un terreno abbastanza grande alla periferia settentrionale della città, nei pressi dellattuale Piazza della Vittoria, dove sorge il palazzo del Governo. Lamministrazione locale aveva grandi ambizioni per questo terreno, sul quale voleva far costruire un vero complesso di edifici pubblici: la sede del Comune, un liceo – intitolato inizialmente a Re Michele I di Romania, poi al Grande Voivoda Michele, e che attualmente si chiama “Il Collegio Nazionale Ion Neculce” -, un bagno pubblico, un auditorium popolare, un campo da sport, un teatro comunale ecc. Di tutti questi progetti si concretarono solo il liceo e il palazzo comunale, le cui fondamenta furono costruite nel 1928. La principale ala delledificio, che si affaccia sul viale Banu Manta, fu pronta in un anno. A ottobre 1929, là furono già allestiti una parte degli uffici del Comune del Rione Verde, come racconta larchitetta Hanna Derer, membro dellequipe che si occupò del progetto di restauro del palazzo.
Chi furono gli autori del progetto iniziale, ci racconta sempre Hanna Derer. “Nicu Georgescu, secondo il nome che appare nei documenti, e George Cristinel. Tra i due, lultimo è più noto, anche se Nicu Georgescu ebbe anche lui unattività ricca, ma senza grande successo. Di George Cristinel hanno sentito, anche se indirettamente, moltissimi romeni. Fu il progettista del Mausoleo di Mărășești. Lo stile per cui optarono i due architetti è uno eclettico, perchè lattuale edificio ha sia caratteristiche tipiche dellarchitettura neoromena – cosa perfettamente spiegabile allepoca – che influssi di architettura neoromanica a causa della quale, spesso, la torre con orologio del Comune su Banu Manta viene paragonata a famosi campanili di chiese dItalia come quello della Cattedrale San Marco di Venezia. Questala delledificio fu pronta in un anno e dopo, è vero, le cose non andarono più cosi bene. I fondi si dimostrarono insufficienti, motivo per cui, nel 1933, desiderando ultimare, tuttavia, i lavori, lallora sindaco firmò un accordo con il Ministero delle Finanze tramite il quale il Comune guadagnava risorse supplementari, che poteva investire nelledificio, e il Ministero aveva il diritto di adoperare lala secondaria, quella collocata trasversalmente sul viale Banu Manta. I lavori continuarono. E linaugurazione dellintero edificio fu possibile solo nel 1936, occasione in cui il Comune pubblicò un rapporto per il pubblico, dove si menzionava che la torre del Comune era la più alta costruzione di Bucarest. La torre è alta 56 metri, quanto un palazzo di 17/18 piani, il che allepoca era una performance”, ci ha detto Hanna Derer.
In cima alla struttura nella parte superiore della torre con orologio è collocato un cavaliere in armatura, guardiano del rione, e addirittura dellintera città: Pandelică. Il guardiano in armatura medievale fu realizzato dal mastro stagnaio Alexandru Dimitriu e ha un fratello proprio sul tetto della casa del suo creatore. “Luomo di latta”, alto 3,5 metri, tiene in mano un martello, simbolo della corporazione dei fabbri. “Il padre” dei due cavalieri, Alexandru Dimitriu, realizzò anche le decorazioni metalliche di altri edifici come il celebre Auditorium romeno, il Palazzo Patriarchale o il Palazzo della Stazione centrale di Bucarest. Di Pandelică, il guardiano che sorge in cima al Comune del Rione Verde, ci ha parlato sempre Hanna Derer. “Pandelică è gia presente nelle leggende metropolitane sia come simbolo di un vigile del dopoguerra, chiamato proprio Pandele o persino Pandelică, che come simbolo di San Demetrio, patrono di Bucarest, che era un santo militare. Non sappiamo esattamente chi rappresenti Pandelică, ma forse neanche è importante visto che è già entrato nella coscienza del pubblico ed è diventato emblema della città. E affinchè possa essere ammirato da vicino, il suo restauratore, Traian Postelnicu, ha realizzato anche una replica di Pandelică, un cavaliere in armatura, in grandezza naturale, che veglia sul principale ingresso del Comune”, ha precisato larchitetta.
In realtà, inizialmente, il nuovo edificio ospitò il Comune del rione 1 solo tra il 1929 e il 1938, ha spiegato Hanna Derer. “Visto che gli uffici furono allestiti nellala principale, nellautunno del 1929, possiamo dire che il Comune vi funzionò solo per 8 anni, dai suoi inizi. Nel 1938, ledificio fu ceduto al Ministero dellInterno che lo adoperò fino al 1951. Solo quellanno, il Ministero restitui limmobile al Comune di Bucarest, occasione in cui questultimo gli assegnò il ruolo per cui era stato costruito: quello di ospitare il Comune del rione 1. Certo, nel 1951 non si chiamava il Rione 1, bensi il Rione Grivița Roșie. Quindi, ridiventò Comune nel 1951”, ha detto Hanna Derer a RRI.
Nel 2010, lequipe di cui fece parte anche larchitetta Hanna Derer, coordinata dallarchitetto Gabriel Cârstea, si assunse il coordinamento del cantiere di consolidamento e restauro del palazzo. E, nel 2015, il 14 giugno, il Comune aprì le sue porte al pubblico, quasi interamente restaurato. Attualmente, il Comune sul viale Banu Manta funziona normalmente, ledificio e il cortile davanti conferendo unaria nobile allintera zona.