In viaggio con l’Orient Express
L'Ottocento è rimasto nella storia soprattutto come il secolo delle nazioni e il secolo delle rivoluzioni. Ma non di meno fu anche il secolo delle ferrovie, della strada di ferro, come veniva chiamata in Romania.
Steliu Lambru, 15.11.2019, 10:40
L’Ottocento è rimasto nella storia soprattutto come il secolo delle nazioni e il secolo delle rivoluzioni. Ma non di meno fu anche il secolo delle ferrovie, della strada di ferro, come veniva chiamata in Romania la più nuova via di comunicazione di quei tempi. I documenti dell’epoca menzionano un vero entusiasmo generale degli europei di viaggiare in treno e l’apparizione di una rotta paneuropea è stato l’effetto logico della scoperta dell’Europa da parte dei suoi cittadini. Pertanto, il treno Orient Express è è diventato un vero simbolo dell’unità europea. La sua storia inizia da una storia d’amore non corrisposto dell’ ingegnere belga Georges Nagelmackers. Il giovane proveniva da una ricca famiglia e dopo una delusione in amore, negli anni 1867-1868, partì per gli Stati Uniti per dimenticare la propria infelicità. Lì ebbe l’opportunità di viaggiare nelle famose carrozze letto Pullman, molto più comode rispetto a quelle europee. Ritornato nel 1870 nel Belgio, cercò di mettere in pratica ciò che aveva visto in America. Nel 1883, inaugurò il progetto Orient Express, senza immaginare cosa sarebbe diventata la sua invenzione.
L’idea di un treno che attraversasse più Paesi europei e che unisse l’Europa ha subito attecchito. L’Europa era considerata un concerto delle nazioni, quindi la specificità di ogni singola nazione doveva essere preservata in un’unità continentale. Le ambizioni civilizzatrici della Francia e la sua totale offensiva modernizzante, che raggiunse l’apice durante il regno dell’Imperatore Napoleone I, accelerarono anche il cambio di prospettiva sul continente. Dorin Stanescu, specializzato nella storia delle ferrovie, spiega che l’Orient Express, al di fuori della sua destinazione di treno di lusso, ha avuto sicuramente la dimensione simbolica unificante del vecchio continente. Il treno Orient Express propose una federalizzazione dell’Europa. Le formalità doganali vennero molto semplificate, nel senso che gli agenti salivano sul tren e controllavano i passeggeri durante il viaggio. Finiti i controlli, i doganieri scendevano ad un’altra stazione. La firma di accordi internazionali tra gli stati attraversati dal treno Orient Express fu un primo passo verso questo progetto europeo. Fondamentalmente, era un treno senza confini, spiega Dorin Stanescu.
Un viaggio in Orient Express spettava esclusivamente alle élites. Dorin Stanescu presenta anche i viaggiatori. Ogni tanto, per brevi distanze, c’erano anche vetture di seconda e terza classe, poichè, a volte, potevano viaggiare anche persone della classe media. Ma inizialmente, il treno Orient Express, per l’intera durata della sua esistenza, era destinato ovviamente alle élites. Nel 1914, Paul Morand notava sull’Orient Express salivano solo persone che formavano una vera società cosmopolita: imprenditori, diplomatici, principi, massoni, stelline,. capi dei servizi segreti, spie tra cui Mata Hari, oppure turchi ricchi accompagnati dalle consorti, aristocratici austriaci, nobili ungheresi e romeni. Anche la famiglia reale romena viaggiò parecchie volte con l’Orient Express, come anche altri monachi dell’Europa: dal Kaiser Guglielmo all’Imperatore Francesco Giuseppe o al Principe ereditario Ferdinando di Romania e il re di Bulgaria, quindi tantissime celebrità del tempo. Cosicchè un vero mito girava attorno all’Orient Expres, e la gente comune voleva, a sua volta, salire su questo treno dell’élite, per condividere l’esperienza, aggiunge lo storico Dorin Stanescu.
In Romania, Orient Express entrava dall’ovest e da Bucarest era diretto verso l’est e il sud. Dorin Stănescu ha fatto riferimento anche al contributo del treno alla modernizzazione dell’infrastruttura ferroviaria in Romania. Nel 1883, quando inizia la storia, l’Orient Express entrava in Romania da Vârciorova, nell’ovest, proseguiva per Turnu Severin, Craiova, Slatina, Pitești e Bucarest. Dalla capitale, si dirigeva verso Giurgiu, nel sud, al porto di Smârda, per attraversare il Danubio fino a Varna. Da lì, il viaggio continuava in nave fino a Costantinopoli. Ma questo treno ha sato una spinta anche alla costruzione di ferrovie. Il famoso ponte di Cernavoda progettato dall’ingegnere Anghel Saligny svolse un ruolo importante nella storia dell’Orient Express. Ad un certo punto, il treno partito da Bucarest e diretto a Costanza attraversava questo ponte. E da Costanza, città porto sul Mar Nero, le navi del Servizio marittimo romeno portavano i viaggiatori a Costantinopoli. Pertanto, il tratto romeno del viaggio è molto interessante nella storia dell’Orient Express. La stampa romena e internazionale ha riferito parecchie volte delle fermate dei viaggiatori a Bucarest, dei viaggi a Sinaia e dell’accoglienza fatta dalla famiglia reale al Palazzo Peles. L’ospitalità della famiglia reale era all’epoca pubblicità per la Romania, per il suo desiderio di modernizzazione, per il prestigio della famiglia reale e della Romania in Europa, conclude lo storico Dorin Stanescu.
La prima Guerra mondiale fermò la circolazione dell’Orient Express, rinato, però, nel 1921. La seconda Guerra mondiale ebbe un impatto maggiore in quanto anche i danni furono maggiori. L’insediamento del comunismo nell’est europeo affrettò la fine. Nel 1977, a causa della concorrenza aerea, la compagnia pose fine ai viaggi. Ma nel 2016, l’Orient Express è rinato come un rinnovato simbolo dell’unità europea, come tradizione da conservare.