Il pittore Corneliu Baba
Nato il 18 novembre 1906 a Craiova e deceduto a dicembre 1997 a Bucarest, il pittore Corneliu Baba ha segnato in una maniera del tutto personale la pittura romena per oltre mezzo secolo.
Christine Leșcu, 06.12.2017, 14:28
Nato il 18 novembre 1906 a Craiova e deceduto a dicembre 1997 a Bucarest, il pittore Corneliu Baba ha segnato in una maniera del tutto personale la pittura romena per oltre mezzo secolo. I suoi lavori ricordano, come forma, cromatica e persino tematica gli elementi classici della pittura. Creò uno stile tutto suo all’interno di queste convenzioni artistiche alle quali non rinunciò, anche se erano ormai ritenute fuori moda dall’avanguardia artistica interbellica. D’altronde, Corneliu Baba debuttò nel 1934 con una mostra di pittura a Baile Herculane, sostenuta da suo padre Gheorghe Baba, a sua volta pittore di chiese. Però non dedicò alle arti figurative i primi studi universitari. Fino al 1930 studiò lettere e filosofia a Bucarest. Appena dopo la mostra di Baile Herculane si trasferì a Iasi, per studiare all’Accademia di Belle Arti, sotto la guida del pittore Nicolae Tonitza. Rimase per 16 anni a Iasi, anche per insegnare all’Accademia di Belle Arti.
Dopo il 1946, quando ottenne il titolo di docente universitario, Corneliu Baba entrò nel mirino del regime comunista. Fu denunciato come pittore troppo formalista, non attaccato alle nuove realtà del Paese, quanto tempo le sue fonti di ispirazione continuavano ad essere Nicolae Grigorescu, Tonitza, El Greco, Goya e Rembrandt. Cacciato via dalla cattedra di Iasi e trasferito a Bucarest, Corneliu Baba fu successivamente in un certo qual modo salvato e risparmiato da altre cose spiacevoli dagli artisti sovietici, che apprezzarono l’umanesimo del programma estetico di Baba, considerandolo – paradossalmente – vicino al realismo socialista.
Il critico d’arte Pavel Susara, autore di una monografia sull’arte di Corneliu Baba, spiega questa preferenza. Baba aveva un programma umanistico, i suoi dati personali, il suo modo di essere lo condussero verso questo programma antropocentrico. L’uomo rappresenta la presenza maggiore della sua intera visione sul mondo. Orbene, i pittori russi o sovietici di quel periodo preferivano questo paradigma della grandezza umanistica a metà strada tra la propaganda del realismo socialista e la vocazione dell’alta pittura. Baba si incrociava con le aspirazioni dell’arte sovietica in questo percorso dell’eroismo della natura umana. Non ha nessun legame col realismo socialista. Nella categoria dei pittori che hanno un programma umanistico, i promotori del realismo socialista individuano un terreno fertile per i propri interessi. In realtà, Baba non modifica di nessuna maniera il suo programma artistico individuale. L’avrebbe portato avanti con o senza propaganda comunista o realismo socialista. Dal momento in cui il realismo socialista ha smesso di dominare l’arte figurativa romena, Baba ha continuato il suo programma individuale, portando avanti perfettamente quello che aveva fatto fino allora, spiega Pavel Susara.
Una volta riabilitato dall’apprezzamento degli artisti sovietici, ma soprattutto dal suo collocamento lento ma sicuro nella coscienza del pubblico grazie ai suoi lavori, Corneliu Baba continuò il percorso professionale. Diventò professore di pittura all’Istituto di Belle Arti di Bucarest, fu insignito di numerosi premi e partecipò a mostre all’estero. Fu membro titolare dell’Accademia Romena, membro onorario dell’Accademia russa di Belle Arti e membro corrispondente dell’Accademia di Berlino. In tutto questo tempo, Corneliu Baba non ha mai smesso di essere un umanista tragico, un umanista che percepisce l’enorme grandezza dell’essere umano e, col passar del tempo, avverte anche la sua vulnerabilità e fragilità, ritiene il critico d’arte Pavel Susara, parlando anche dell’eredità artistica del pittore.
Baba non è mai stato gradito onestamente dal regime comunista. Fu trovato un modus vivendi, pieno però di tensioni e sospetti. Baba non poteva essere strumentalizzato come un propagadista disponibile, come tanti altri pittori dell’epoca. Se Adrian Ghenie riscuote il successo che vediamo all’estero e non solo, lo riscuote anche perchè, in gran misura, prolunga in un altro paradigma la visione dissoluta di Corneliu Baba. Ghenie fu alunno del pittore Cornel Brudascu di Cluj, che a sua volta era stato l’allievo di Corneliu Baba. In un certo qual modo, Ghenie è il nipote di Corneliu Baba anche in questa visione dell’umanità messa fra parentesi iniziata da Corneliu Baba, ha concluso il critico Pavel Susara.