Il Palazzo Stirbey
A 20 km da Bucarest, presso Buftea, capoluogo della provincia di Ilfov, la tenuta di Stirbey è diventata da pochi anni area di svago e riposo in mezzo alla natura. La storia del palazzo e della tenuta è di vecchia data e non priva di svolte spettacolari.
Christine Leșcu, 29.01.2013, 09:04
A 20 km da Bucarest, presso Buftea, capoluogo della provincia di Ilfov, la tenuta di Stirbey è diventata da pochi anni area di svago e riposo in mezzo alla natura. La storia del palazzo e della tenuta è di vecchia data e non priva di svolte spettacolari. La direttrice per le relazioni pubbliche del Palazzo Stirbey, Corina Toma, riassume la storia del posto.
“La costruzione del palazzo fu avviata nel 1855 dal principe della Valacchia, Barbu Stirbey, e ultimata nel 1863. Nel 1916 diventò rifugio di guerra per la Regina Maria e i figli. Nel 1917, durante la prima guerra mondiale, il palazzo fu requisito dall’esercito tedesco, che aveva occupato parzialmente il Regno di Romania. Un anno più tardi, a marzo 1918, in una sala al pianterreno del palazzo, fu negoziata la Pace di Buftea, chiamata anche la “pace vergognosa”, perchè la Romania perdeva la regione storica della Dobrugea e i versanti dei Monti Carpazi. Il periodo di massimo sviluppo del palazzo fu quello del Principe Bianco, come era soprannominato Barbu Alexandru Stirbey. Politico di spicco, presidente del Consiglio dei Ministri, nominato ministro ad-interim alle Finanze e agli Esteri, membro onorario dell’Accademia Romena, fu anche amministratore delle tenute della Corona, presidente dei consigli di amministrazione di alcune grandi banche, società e aziende. Di conseguenza, Barbu Stirbey possedeva uno dei maggiori patrimoni della Romania. Ha fondato presso il Parco Stirbey un conservicio, un vivaio di vite americana, una latteria, un mulino. E nel 1902 fu creata anche una fabbrica di ovatta e bende mediche. Fu il primo a introdurre nel Vecchio Regno della Romania le colture del cotone e del riso”, spiega Corina Toma.
Fu la regina Maria, consorte di re Ferdinando I, a soprannominarlo “il Principe Bianco”, quando era solo principessa erede. La futura regina lo conobbe nel 1907 e lo chiamo così per il suo portamento tipicamente inglese, per la sua eleganza e discrezione. L’amicizia della regina e il nipote del principe Barbu Stirbey ha suscitato molti commenti e scherzi nel tempo. La regina veniva spesso in visita a Buftea, dove spesso passava anche le notti, ed era, sembra, anche amica della moglie del principe Barbu Stirbey, Nadeja. La regina amava tanto la tenuta, di cui ha lasciato bellissime descrizioni.
“Il palazzo Stirbey è uno dei più eloquenti esempi di architettura romantica della Romania. Al centro della tenuta si trova la residenza della famiglia, circondata da un parco con alberi secolari. Sono evidenti le influenze gotiche all’esterno e molto accentuate all’interno. Al pianoterra, nel salone centrale si sono conservate finestre e porte con cornici originali di legno di quercia, decorazioni gotiche, travi di legno dipinte, un camino di marmo bianco di Carrara, pareti con pannelli integrali di legno e decorazioni classiche”, aggiunge Corina Toma.
Sulla tenuta c’è anche la Cappella della Santa Trinità, costruita alla fine dell’Ottocento, che custodisce la tomba della famiglia Ştirbey. Gli affreschi interni sono del grande pittore Gheorghe Tattarescu. Con l’avvento del comunismo, dopo la seconda Guerra mondiale, parte della tenuta è passata nel patrimonio degli Studi Cinematografici di Buftea, mentre il palazzo propriamente-detto è diventato villa di protocollo del regime. Il primo restauro avvenne nel 1959. Dopo aver ospitato, fino alla seconda Guerra mondiale grandi scrittori romeni quali Ioan Slavici e Vasile Alecsandri, nonchè politici quali Titu Maiorescu e Petre Carp, il palazzo Stirbey fu gradito anche dopo, come spiega Corina Toma.
Nel 1959, vi venne Nikita Khrushchev, come ospite del leader comunista romeno Gheorghe Gheorghiu-Dej. Allo scrittore Mihail Sadoveanu piaceva molto venire qui a pescare. Invece, l’ex dittatore comunista Nicolae Ceausescu non amava il palazzo, per cui non ci venne mai. Ma su questa tenuta fu creata una fattoria che forniva verdura alla coppia presidenziale”, conclude la nostra ospite.
Dopo il 1990, la tenuta passò nell’amministrazione del Ministero della Cultura, quindi in quella del Protocollo di Stato. Nel 2007, dopo la restituzione agli eredi, fu venduta a un imprenditore e ora funziona come ristorante e struttura turistica. Su 24 ettari, la tenuta Stirbey include il palazzo propriamente-detto, la Cappella, la grande sala per eventi, intitolata alla Regina Maria, i padiglioni del Principe Stirbey e della Principessa Nadeja, uno spazio all’aperto per matrimoni e altri eventi che può accogliere fino a 15 mila persone, la torre d’acqua costruita nel 1920, secondo i piani dell’ingegnere Anghel Saligny, e un lago artificiale interno. (trad. Carmen Velcu)