“Arsenie. An amazing afterlife”, un documentario di Alexandru Solomon
Il lungometraggio Arsenie. Viața de apoi (Arsenie. An amazing afterlife), un documentario scritto e diretto da Alexandru Solomon, ispirato alla vita di Arsenie Boca e al culto creatosi intorno a lui, proiettato sui grandi schermi in Romania
Corina Sabău, 13.10.2023, 17:57
Il lungometraggio Arsenie. Viața de apoi” (“Arsenie. An amazing afterlife”), un road movie documentario scritto e diretto da Alexandru Solomon, ispirato alla vita dello ieromonaco Arsenie Boca e al culto creatosi intorno a lui, è arrivato di recente ad essere proiettato sui grandi schermi in Romania. “Arsenie. An amazing afterlife” è stato presentato in anteprima internazionale a Karlovy Vary (il film essendo incluso nella competizione “Proxima” della 57/a edizione del prestigioso evento) e farà parte anche della selezione nazionale dellAstra Film Festival, in programma dal 15 al 22 ottobre 2023. Proiettato in diverse città del Paese, il film ha suscitato polemiche e reazioni accese.
Due istituzioni pubbliche hanno rifiutato la proiezione del film diretto da Alexandru Solomon, e lArcidiocesi di Sibiu ha chiesto agli organizzatori dellAstra Film Festival di vietare la proiezione del documentario. In risposta, gli organizzatori dellAstra Film Festival hanno comunicato: “Il film documentario ha questa qualità unica: porta davanti al pubblico problemi e dibattiti delle persone reali, li espone e propone agli spettatori di guardare qualsiasi argomento da molteplici prospettive. Un film documentario reca limpronta dei valori condivisi dai suoi realizzatori e spesso tocca argomenti molto delicati verso i quali il pubblico può avere reazioni molto diverse. Il che è un guadagno. Vogliamo tutti una società aperta, con persone libere da tutti i punti di vista.”
Il film di Alexandru Solomon segue le tracce dello ieromonaco Arsenie Boca, perseguitato dal regime comunista, in un pellegrinaggio messo in scena. I pellegrini e il regista rievocano i presunti miracoli attribuiti al padre, li dibattono e si confessano. Attraverso gli occhi dei fedeli, osservati da un regista scettico, il film coglie il modo in cui la società romena si riflette nellimmagine di questuomo che sta per essere canonizzato. Alexandru Solomon: “Mi sembra che il fenomeno Arsenie Boca dica molto sul modo in cui funziona attualmente la società romena. È un fenomeno, una costruzione che è nata sotto i nostri occhi negli ultimi 30 anni. Ed è interessante che pochissimi monaci o santi abbiano avuto una tale portata, una simile popolarità nel XXI secolo. Mi riferisco a questo culto che ha acquisito sempre più portata dopo la morte di Arsenie Boca, nel 1989. Il mio approccio è andato in questa direzione, come dicevo prima, il film non è e non vuole essere una biografia di Arsenie Boca, anche se ricostruisce alcuni momenti della sua vita. Questo è anche il motivo per cui ho fatto ricorso a una formula che è, in qualche modo, al limite della finzione, perché questo culto rappresenta un insieme di strati di finzione, di leggende, aggiunti a fatti reali. Infatti, non si riesce più a distinguere ciò che è inventato da ciò che è realtà storica. E mi ha interessato anche questaspetto di far diventare finzione un personaggio reale e il modo in cui, alla fine, la leggenda diventa più potente della storia.”
Alexandru Solomon ritiene che la leggenda del padre Arsenie Boca riempia, per molti romeni, il vuoto lasciato dalle disillusioni degli ultimi decenni. Si tratta, dice il regista, di un film su come “la società romena si rispecchia in questo culto, in questa costruzione di una figura molto popolare, che offre speranza e conforto in questi tempi”: “Ciò che io ho cercato di capire, al di là dellinfluenza della Chiesa Ortodossa nella vita di tutti noi, è stato il fondamento popolare di questo tipo di culto, di questo pensiero, magico, in fin dei conti, che rompe con la tradizione razionalista, europea. Ed è un fenomeno che non è solo locale, romeno. Dopotutto, se guardi intorno, in tutto il mondo cè una sorta di rinascita del pensiero magico, che si manifesta anche nelle teorie del complotto in America, in Turchia o Polonia, e non solo. Tornando alla Romania, qui trovo molto acuto questo sentimento di abbandono sociale avvertito da categorie molto ampie di persone, che trovano conforto e speranza in questo ambito della fede. E questa confusione che dichiaro alla fine del film è legata alla mia scoperta che, non importa quanto si confrontino le leggende con i fatti storici, il pensiero magico con il pensiero razionale, cè una barriera tra di loro, un muro insormontabile. Le persone ascoltano argomenti razionali, leggono fatti, ma alla fine ciò non cambia affatto le loro convinzioni. Questa è una cosa che ho capito mentre giravo il film e io rispetto la fede delle persone, ovviamente non si può toccare la fede che la gente ha. Penso che sia un loro diritto e se questo li aiuta è fantastico, ma la questione di cui dibatte il film è cosa succede quando quella fede viene strumentalizzata, a livello commerciale, finanziario, anche politico. E quando diventa una regola generale imposta agli altri, anzi, una sorta di canone che tutti devono rispettare.”
Alexandru Solomon, regista e direttore della fotografia, è noto per lungometraggi documentari come “The Great Communist Bank Robbery” (2004), ” Cold Waves” (2007), “Kapitalism — our improved formula” (2010), România: Patru patrii” (2015) e “Tarzan’s Eggs” (2017). Dal 2010, Alexandru Solomon insegna presso l’UNArte ed è presidente dellAssociazione One World Romania. Nel 2016 ha pubblicato la monografia “Rappresentazioni della memoria nel film documentario”.