La proposta della Romania agli Oscar
Il film Immaculate di Monica Stan e George Chiper-Lillemark è la proposta della Romania agli Oscar 2023.
Christine Leșcu, 13.01.2023, 15:34
Il film Immaculate, con la regia di Monica Stan e George Chiper-Lillemark, è stato insignito nel 2021, al Festival Internazionale del Cinema di Venezia, di tre premi importanti: il premio a registi debuttanti – Luigi De Laurentiis Award Lion of the Future, il principale premio della sezione Giornate degli Autori Directors Award nonché il premio Autrici under 40 da parte di Venezia a Napoli. Il cinema esteso assegnato allautrice Monica Stan per la migliore sceneggiatura. Immaculate è stato insignito, nel 2022, del Trofeo Golden Lynx al FEST – New Directors New Films Festival – nel Portogallo alla categoria film di finzione e del Premio della Federazione Internazionale dei Critici di Cinema – FIPRESCI Award al Transilvania International Film Festival – TIFF di Cluj-Napoca.
Basato su fatti realmente accaduti, Immaculate è una storia sulla sopravvivenza, che segue il destino di Daria, una giovane diciottenne, ricoverata in una clinica di disintossicazione. Immaculate è stata la proposta della Romania per una nomination alla categoria Miglior lungometraggio internazionale agli Oscar 2023. Fino alla realizzazione di Immaculate, Monica Stan aveva una ricca esperienza come sceneggiatrice, ma afferma di aver avuto dei riserbi nellassumersi il ruolo di regista. Immaculate le ha portato questa nuova esperienza e ha cancellato molti dei suoi preconcetti: “Io non mi sono laureata in studi cinematografici e mi sembrava difficile riuscire a cavarmela con la regia, pensavo che non avendo studi di specialità e non avendo fatto neanche un cortometraggio, gli altri non si sarebbero fidati di me. Ho ricorso anche ad un altro regista prima di decidere di realizzare la regia assieme a George Chiper-Lillemark, ma non ha funzionato e, da quel momento in poi, ho cominciato a rendermi conto che non avrei trovato qualcuno a fare il film come avrei voluto io. Man mano mi è diventato chiaro che, nel caso di questo film, mi auguravo di essere più di una semplice sceneggiatrice, perché non cera solo la storia che andava raccontata, doveva essere raccontata dal mio punto di vista. Evidentemente, questa storia poteva essere raccontata in vari modi, e ne potevano venir fuori molti altri film. Solo che io ci tenevo a realizzare un certo film, quello che avevo in mente ed è così che mi sono resa conto che dovevo fare io stessa la regia. Sin dallinizio ho voluto lavorare con George Chiper-Lillemark come direttore della fotografia e mi sono resa conto che il suo approccio è uno complesso, cioè la sua prospettiva sul film è una dinsieme, considera il film come un insieme, non separa limmagine dalla storia. Questo è stato lapproccio che ha avuto anche nel caso degli altri film ed è per questo che è un direttore della fotografia ma anche un regista bravissimo. Immaculate è anche il suo debutto come regista di lungometraggio e sono contenta di aver preso questa decisione, di realizzare la regia insieme a lui, io e George abbiamo avuto una simbiosi straordinaria lavorando a questo film, siamo andati molto daccordo e abbiamo lavorato molto bene.
Abbiamo parlato con Monica Stan anche dellesperienza di scrivere una sceneggiatura ispirata a un episodio biografico, una storia sul mondo in cui viviamo e sui rapporti di potere che si ritrovano a tutti i livelli della società: È stato un processo molto lungo e bello, ma spesso anche doloroso. Come già noto, la sceneggiatura è ispirata a una storia vera, ma non la rispecchia fino in fondo. In realtà sarebbe stato impossibile, perché è impossibile riscrivere, ricordare tutto quello che hai vissuto, soprattutto perché quello che è successo in quel momento è stato per me molto profondo e personale, non potrei dire che avesse avuto un corrispondente in certe azioni esterne. Ecco perché, quando ho scritto la sceneggiatura, stavo cercando un modo per inserire queste cose in una narrazione che mantenesse sia la trasformazione interiore che avevo attraversato, ma che avesse anche azione, che cogliesse la trasformazione del personaggio. Voglio dire che l’esperienza che ho avuto in quella clinica poteva diventare una storia più ampia, erano eventi che potevano accadere ovunque. Per questo ho voluto raccontare la storia, perché era anche legata alla vita al di fuori della clinica, solo che in quello spazio mi sono resa conto più chiaramente dei meccanismi di manipolazione, quellambiente mi ha resa più consapevole di come funzionano queste relazioni di potere e di come ci segnano come individui. C’erano dei meccanismi che avevo conosciuto anche fuori, a scuola, all’università, e che avrei incontrato anche in vari altri contesti. Cioè la dinamica tra i personaggi che ho cercato di cogliere non era limitata all’ambiente della clinica, motivo per cui volevo raccontare questa storia, perché non è solo una storia sulla dipendenza. Volevo piuttosto indagare su questa dinamica e sulle sue cause e capire come possiamo diventarne più consapevoli.
“Immaculate ha nei ruoli protagonisti Ana Dumitraşcu, Vasile Pavel e Cezar Grumăzescu. Il cast comprende anche Rares Andrici, Ilona Brezoianu, Bogdan Farcaş, Ionuţ Niculae, Florin Hriţcu, Tiberiu Dobrică, Ninel Petrache, Dan Ursu, Ozana Oancea, Diana Dumbravă e Cristina Buburuz.