“Metronom”, il lungometraggio d’esordio del regista Alexandru Belc
Metronom, il lungometraggio d'esordio del regista Alexandru Belc, insignito quest'anno a Cannes del Premio Un Certain Regard per la regia, viene proiettato da inizio novembre nelle sale cinematografiche della Romania.
Corina Sabău, 09.12.2022, 16:23
“Metronom”, il lungometraggio desordio del regista Alexandru Belc, insignito questanno a Cannes del Premio Un Certain Regard per la regia, viene proiettato da inizio novembre nelle sale cinematografiche della Romania. Dopo la prima del film in apertura al festival Les Films de Cannes à Bucarest, il film è stato proiettato in più di 45 cinema del Paese e il pubblico ha avuto lopportunità di incontrare la squadra del film dopo le proiezioni.
Lazione del film “Metronom” si svolge negli anni 70, quando un gruppo di studenti delle scuole superiori, fan del programma di musica rock Metronom di Radio Europa Libera, scrive una lettera al suo produttore, Cornel Chiriac. Le cose si complicano quando Sorin, il fidanzato di Ana, ha la possibilità di lasciare definitivamente il Paese con tutta la famiglia e i due innamorati devono separarsi. Del cast fanno parte Vlad Ivanov, Mihai Călin, Alina Berzunţeanu, Mara Bugarin, Şerban Lazarovici, Mara Vicol, Marius Boboc, Mihnea Moldoveanu, Andrei Miercure, Măriuca Bosnea, Tiberiu Zavelea, Claudia Soare, Eduard Chimac, Briana Macovei, Pamela Iobaji, Ana Bodea, Alin Oprea, Alexandru Conovaru, Horatiu Bob, Alexandru Nedelcu, Daniel Tomescu.
Abbiamo parlato con Mara Bugarin e Şerban Lazarovici di come sono riusciti a mettersi nei panni degli adolescenti del periodo comunista e della sfida di interpretare i ruoli protagonisti in “Metronom”. Lo spirito ribelle e allo stesso tempo romantico di Ana ha conquistato lattrice Mara Bugarin, che si è affezionata al personaggio che interpreta: “È stato abbastanza difficile capire la forza interiore di Ana e come emerge e si manifesta nel contesto di un regime piuttosto oppressivo. Ho cercato di entrare in sintonia con il personaggio e non prenderne le distanze, visto che Ana vive negli anni 70, e io sono nata molto tempo dopo. Non volevo guardarla come una forma senza fondo o giudicarla, in qualche modo mettermi al di sopra di lei. Questa è stata la più grande difficoltà con il ruolo e anche la grande sfida. È stato difficile per me, ma anche molto bello. Molto importanti per me sono state anche le scene alla Securitate, la polizia politica del regime comunista, dove ho avuto come partner due dei migliori attori romeni, Vlad Ivanov e Mihai Calin.”
Şerban Lazarovici: “Io ho avuto meno giorni di riprese rispetto a Mara anche perché sono entrato nel progetto piuttosto tardi, ho avuto molte discussioni sul personaggio e su come si evolve con il regista Alexandru Belc proprio sul set, prima di iniziare le riprese. Queste discussioni mi hanno aiutato molto e posso dire che è così che sono entrato nellatmosfera della storia, attraverso lunghe discussioni avute sul set con la piccola squadra del film. Guardando indietro, posso anche parlare delle cose che mi separano da Sorin, il personaggio che ho interpretato. Sono sicuro che non avrei reagito come lui. Alcune persone mi hanno detto, durante le sessioni di domande e risposte, che non posso mettermi nei panni di Sorin, che non posso sapere cosa avrei fatto se fossi vissuto allora. Tuttavia rimarrò fedele alla mia opinione e dirò che non credo che avrei avuto il suo atteggiamento nei confronti della persona amata, non credo che non sarei riuscito almeno ad avvertirla.”
Abbiamo parlato con Mara Bugarin e Şerban Lazarovici, gli interpreti dei ruoli protagonisti di “Metronom”, anche delle reazioni del pubblico. Mara Bugarin: “Per me le reazioni del pubblico sono molto rilevanti e importanti, e le parole degli spettatori mi hanno commosso e mi fanno venire voglia di andare avanti, di continuare a fare quello che sto facendo. Mi sono resa conto che il film ha anche una sorta di effetto terapeutico, abbiamo avuto spettatori che ci hanno confessato situazioni molto intimi che hanno vissuto durante il comunismo. È commovente che ti siano affidate storie del genere, ti rendi conto che solo con la tua semplice presenza in un film la cui azione si svolge in un momento in cui non hai nemmeno mai vissuto, aiuti e fai dire alle persone cose che forse non hanno mai detto”.
Şerban Lazarovici: “In effetti, la reazione del pubblico romeno è stata molto importante anche per me, soprattutto perché si tratta di una storia accaduta durante il comunismo. Ero molto curioso di vedere come avrebbe reagito il pubblico romeno ed è vero quello che ha detto Mara, nel caso della maggior parte delle proiezioni ci sono degli spettatori che ci raccontano le loro esperienze della giovinezza o dell’adolescenza, esperienze vissute in quel periodo. E trovo molto interessante che le persone arrivano a fidarsi di noi, tanto da confrontare le proprie storie con ciò che hanno visto nel film”.
“Metronom” è stato accolto molto bene dalla stampa specializzata. Variety lo ha considerato un “tributo intelligente a una generazione dannata di romeni” e ha notato che “questo debutto stilizzato, lento e con una ricca immaginazione è molto più di una versione romena del dramma “Romeo e Giulietta”. “«Metronom» è uno splendido esempio di cinema” scrive The Upcoming, mentre Cineuropa nota che “in unindustria cinematografica in cui i cineasti sono raramente interessati a protagoniste femminili o a giovani, il personaggio di Ana in “Metronom” diventa un vero simbolo di un certo atteggiamento nei confronti della vita.”