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Rappresentazioni femminili nell’arte romena

Nei bellissimi spazi del Museo Nazionale Cotroceni di Bucarest è aperta al pubblico una mostra dedicata alla donna

Rappresentazioni femminili nell’arte romena
Rappresentazioni femminili nell’arte romena

, 02.04.2022, 07:15

Nei bellissimi spazi del Museo Nazionale Cotroceni di Bucarest è aperta al pubblico una mostra dedicata alla donna, in linea con lo spirito primaverile. Del contenuto della mostra e di com’è stata ideata, abbiamo parlato con il collezionista, storico dell’arte e curatore della mostra, Cosmin Năsui: La mostra Rappresentazioni femminili nell’arte romena” ha come sottotitolo Opere dalle collezioni dei membri della Società dei Collezionisti d’Arte della Romania e della collezione del Museo Nazionale Cotroceni”. Di conseguenza, il concetto è uno che riunisce opere d’arte provenienti sia da collezioni private, che dal patrimonio istituzionale del Museo Nazionale Cotroceni, nel tentativo di metterle in risalto insieme. D’altra parte, le opere sono state selezionate con priorità tra quelle meno esposte, più raramente viste e alcune addirittura preparate appositamente per quest’occasione. Le Collezioni dei membri della Società dei Collezionisti di Romania sono abbastanza eterogenee e coprono interamente i secoli XX e XXI con acquisti recenti. Si tratta, per la mostra Rappresentazioni femminili nell’arte romena”, di 29 simili collezioni private, che hanno rappresentato la base dell’attuale selezione. Ci siamo orientati, ovviamente, verso opere che si possono esplorare dal punto di vista museale, considerati gli spazi per mostre temporanee del Museo Nazionale Cotroceni e, nella maggior parte, sono opere di pittura, grafica e scultura e coprono l’intero arco di tempo, come dicevo, dalla fine dell’Ottocento, a cominciare da opere storiche firmate da artisti quali Mișu Popp o altri. Tra coloro che, spesso, sono stati definiti, da una parte pittori allogeni, com’è il caso di Trenk o di Volkers, che erano arrivati in Romania per accompagnare re Ferdinando nei suoi viaggi di documentazione, ma anche nei preparativi militari nel periodo della Guerra d’Indipendenza. Poi, ovviamente, il periodo definito da alcuni critici d’arte degli accademisti, da altri dei primitivi della pittura romena, come dicevo poco fa a proposito di Mișu Popp e di altri della stessa generazione, per continuare con opere firmate da artisti molto noti e apprezzati dal pubblico largo: Theodor Aman, Nicolae Grigorescu, Nicolae Tonitza, Petrașcu, fino al periodo, diciamo recente, e ad artisti come Horia Bernea, oppure come gli scultori Oscar Han, Milița Petrașcu, Medrea, personalità importanti con opere un po’ meno conosciute, oppure meno esposte.”



Abbiamo chiesto a Cosmin Năsui di passare in rassegna il percorso espositivo e di spiegarci cosa può vedere il pubblico che visita la mostra: Possiamo passare in rassegna le opere esposte, ovviamente cronologicamente, notando anche l’appartenenza di queste opere a diverse collezioni importanti lungo il tempo. Che si tratti di opere provenienti da collezioni storiche, come Tzigara-Samurcaș, oppure di opere rientrate nel circuito privato dopo che sono state restituite ai vecchi proprietari dal Museo Nazionale d’Arte della Romania. Opere di rilievo, ad esempio firmate da Nicolae Grigorescu, che hanno fatto parte di tutte le retrospettive importanti dell’artista, che si tratti di quelle degli anni ‘50 o degli anni ‘80, si possono visitare nella mostra aperta al Museo Nazionale Cotroceni. Ovviamente, il soggetto della raffigurazione femminile nell’arte romena è molto ampio. Di conseguenza, considerati gli spazi medioevali del Museo Nazionale Cotroceni, ma anche la disponibilità ad accedere a queste opere provenienti da collezioni private, abbiamo diviso le rappresentazioni per alcuni sotto-temi, anche in funzione degli spazi e delle preferenze dei collezionisti. Una galleria di ritratti apre il circuito espositivo, una galleria che include tutta la gamma di ritratti femminili. Che ci riferiamo, dal punto di vista cronologico, a ritratti realizzati nel tentativo di cogliere in qualche modo la figura dell’accomandante, arrivando nel mondo presente dell’arte tramite opere che trasformano il ritratto in motivo figurativo. O che tale motivo diventi, a suo turno, un accessorio per un titolo, come Il fazzoletto bianco” oppure La sciarpa rossa”, opere che, praticamente, non hanno più l’interesse di portare una rappresentazione necessariamente realistica di quel personaggio raffigurato, quanto di trasformare l’opera in un pretesto pitturale ed espressivo. C’è anche una sezione destinata alla raffigurazione femminile di alcune personalità storiche femminili, come Elena Cuza, la Regina Elisabetta, oppure la Regina Maria. Credo davvero che la bellezza di questi ritratti femminili non sia dovuta solo all’apporto artistico di espressività, ma che si possano scoprire con quest’occasione anche le bellezze che hanno suscitato l’attenzione degli artisti che le hanno immortalate e trasformarte in motivi figurativi visivi. Un’altra sezione che si distingue di per sé, è quella del nudo femminile, privilegiato nelle collezioni di tutti i periodi storici delle persone interessate all’arte romena. Possiamo piuttosto notare una continuità nelle rappresentazioni offerte dagli artisti, chiamiamoli storici, verso quelli del mondo contemporaneo, perché esistono motivi ricorrenti che non si esauriscono lungo il tempo, come quello del nudo. Una tematica che può sembrare oggi poco interessante, dal punto di vista dell’arte, può essere riscoperta ancora. E, infatti, nella mostra ci sono alcune simili opere. La mostra potrebbe essere visionata, secondo noi, anche dal punto di vista degli interessi dei collezionisti privati, perché si possono ritrovare in questo percorso espositivo anche opere famose, apparse in prima pagina sui giornali dell’epoca per le cifre record di vendita sul mercato dell’arte.”

Foto: fb.com / Vanner Collective
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