Making Waves, il più longevo evento dedicato al cinema romeno in America
La 15/ma edizione del Festival Making Waves ha proposto nel periodo 18 - 24 febbraio una selezione di nuovi film romeni che il pubblico americano ha potuto seguire online.
Corina Sabău, 13.03.2021, 12:43
Making Waves, il più longevo evento dedicato al cinema romeno in America, giunto quest’anno alla 15esima edizione, ha proposto nel periodo 18 – 24 febbraio una selezione di nuovi film romeni che il pubblico americano ha potuto seguire online. Il Festival, diventato ormai una tradizione a New York, è prodotto e curato da Corina Șuteu, Mihai Chirilov e Oana Radu — il nucleo della squadra che ha avviato e organizzato l’evento a cominciare dal 2006.
“All’attuale edizione abbiamo dovuto riconfigurare il festival. Ogni anno Making Waves portava all’incontro con il pubblico americano registi e attori e dopo le proiezioni c’erano colloqui. Ma anche l’edizione di quest’anno è stata all’altezza, come le precedenti edizioni. Il festival si svolge per una settimana in cui sono proiettati circa sette film romeni, a volte anche cortometraggi. Quest’anno, proprio perché il formato online permette un’offerta più ampia, abbiamo incluso oltre ai 7 lungometraggi in programma anche sei cortometraggi. Il vantaggio delle proiezioni online è che i film romeni sono stati disponibili non solo per la comunità di New York, com’è successo alle precedente edizioni, ma per tutta la comunità americana. Di recente, parlavo con i nostri partner di Jacob Burns Film Center, uno dei partner tradizionali del festival Making Waves, che sono stati sorpresi dal gran numero di visualizzazioni dei film. All’attuale edizione, il festival ha funzionato in base a un abbonamento valido per tutte le proiezioni e sia noi che i nostri partner del Jacob Burns Film Center siamo molto contenti che i film sono stati seguiti da tanti spettatori americani. Il festival è riuscito a fidelizzare un pubblico, parliamo soprattutto di un pubblico newyorkese, composto da americani e da romeni della diaspora desiderosi di scoprire le novità cinematografiche romene. La chiave del successo è stata la costanza. Making Waves ha attraversato periodi molto sinuosi, si è ricalibrato a un determinato momento, diventando un’istituzione indipendente, che funziona in base alle donazioni. Le donazioni del pubblico americano non fanno che fidelizzare un pubblico che abbiamo aumentato e che desidera incontrarsi col festival. Quest’anno, l’apertura geografica negli USA si è dimostrata benefica. Perché fino all’attuale edizione, Making Waves si svolgeva a New York, in diversi spazi di proiezione molto conosciuti. Solo nel 2019, a 30 anni dalla Rivoluzione del 1989, abbiamo avuto un programma esteso, con 30 film che hanno fatto storia in questi 30 anni, itinerante in più città degli USA”, ha dichiarato Mihai Chirilov, direttore artistico del Festival Making Waves.
“Malmkrog” di Cristi Puiu, “Legacy” di Dorian Boguţă, “Berliner” di Marian Crişan, “Ivana the Terrible” di Ivana Mladenovic, “House of Dolls” di Tudor Platon, “Acasă, my Home” di Radu Ciorniciuc e “colectiv” di Alexander Nanau sono stati i lungometraggi in programma quest’anno al festival Making Waves. “E’ stato un ottimo anno per i documentari romeni, soprattutto per quelli di stampo sociale. Sia “Colectiv”, che “Acasă, my Home” hanno ottenuto impressionanti riconoscimenti internazionali, per cui sono stati presentati in apertura e alla chiusura dell’attuale edizione del festival Making Waves. Tra queste due proiezioni, la nuova produzione di Cristi Puiu, “Malmkrog”, torna nello spazio virtuale americano, dopo la prima online al New York Film Festival dell’anno scorso, per agitare ancora di più le acque” scrive il critico Mihai Chirilov, direttore artistico del festival Making Waves.
Oltre all’inserimento sulla short-list di due categorie dei premi Oscar di quest’anno, “colectiv”, il documentario di Alexander Nanau, è stato considerato dalla stampa internazionale uno dei migliori film sul giornalismo mai realizzati. La pubblicazione Rolling Stone lo considera il miglior film del 2020, mentre Time Magazine lo ha piazzato al secondo posto tra i migliori documentari realizzati l’anno scorso. IndieWire ha scritto che è uno dei migliori film sul giornalismo, ma il film di Alexander Nanau ha ottenuto pareri favorevoli anche da parte delle pubblicazioni New York Times, Variety e The Guardian.
“Ogni anno, nel momento in cui facciamo la selezione dei film, cerchiamo di abbinare film e autori già apprezzati nello spazio americano a cineasti e nomi nuovi. Così abbiamo fatto anche quest’anno. Certo che scegliere il film “colectiv” per l’apertura del festival è un’idea che si è imposta da sé. E’ stato il film più apprezzato, non solo nello spazio americano, ma soprattutto in questa zona ha beneficiato di apprezzamento già dal 2019, quando il film è stato presentato per la prima volta al festival di Toronto. Certo che, a causa della pandemia, il film ha avuto un percorso più difficile, ma la pandemia non ha tolto nulla della sua reputazione e del suo impatto, una prova essendo questa corsa senza ostacoli fino al momento in cui sono state annunciate le nomination agli Oscar. Ci è sembrato normale rendere onore all’accoglienza di questo film negli USA, al fatto che è molto apprezzato, perciò lo abbiamo programmato in apertura al festival. E abbiamo sperato che anche Making Waves contribuisse a dare una maggiore visibilità al film, in un momento in cui si sta avvicinando la decisione finale dei membri dell’Accademy of Motion Picture Arts and Sciences”, ha dichiarato Mihai Chirilov, direttore artistico del festival Making Waves.
Per mantenere vivo lo spirito del festival, gli organizzatori hanno preparato per il pubblico abbonato al festival una serie d’interviste inedite all’attrice Irina Rădulescu e ai registi Marian Crișan, Tudor Platon e Ivana Mladenović.