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Gli specchi di Brâncuși

Il Museo Nazionale del Contadino Romeno ha ospitato la mostra multimediale Mirrors of Brâncuși.

Gli specchi di Brâncuși
Gli specchi di Brâncuși

, 05.03.2021, 15:19

Il 19 febbraio è stata festeggiata la Giornata Constantin Brâncuși, dedicata al grande artista moderno romeno, nato a Hobița, in provincia di Gorj (sud-ovest della Romania), considerato a livello mondiale il padre della scultura contemporanea. Mademoiselle Pogany, Preghiera, Maiastra oppure il complesso monumentale di Târgu Jiu con le famose Colonna senza Fine, Tavolo del Silenzio e Porta del Bacio sono solo alcune delle opere lasciate al patrimonio culturale mondiale dallo scultore che si è spento nel 1957 a Parigi. Di Brâncuși, dalla cui nascita sono passati 145 anni, si parlerà sempre, così come continueranno ad essere organizzate mostre o installazioni che presentano e studiano le sue opere. Una mostra multimediale del genere, intitolata Mirrors of Brâncuși, è stata ospitata dal Museo Nazionale del Contadino Romeno. Ce ne ha parlato il manager Virgil Nițulescu.


La mostra che a me piace intitolare Gli specchi di Brâncuși oppure Specchi su Brâncuși, non so come tradurre meglio il titolo, perché, infatti, quello originale in inglese è Mirrors of Brâncuși, è nata quando la Romania ha avviato le pratiche per la sua partecipazione all’Europalia, il grande evento culturale svoltosi a Bruxelles e nel Belgio. Il nostro Paese vi ha partecipato nel 2019-2020 con grande successo, soprattutto grazie alla mostra Sublimazione della forma, curata dalla nostra specialista in questo settore speciale, larte di Brâncuși, Doina Lemny del Museo dArte Moderna di Parigi. Allora è nata anche lidea di portare in qualche modo Brâncuși, tramite mezzi di esposizione più a portata di mano per i giovani di oggi, tramite installazioni multimediali, adatte alla capacità di comprensione del messaggio del nostro grande scultore e alle attese di un pubblico cosmopolita e in generale molto giovane, comè il pubblico di Bruxelles, la capitale dellUnione Europea. Poi, il progetto è stato inoltrato al Ministero della Cultura, con la richiesta di finanziamento nellambito del programma RO-cultura, ed ha beneficiato anche delle sovvenzioni offerte dallo Spazio Economico Europeo Norvegia-Islanda-Liechtenstein, i famosi fondi norvegesi. Il progetto ha ottenuto il finanziamento necessario e un partenariato con unorganizzazione norvegese, e il Museo Nazionale del Contadino Romeno è stato il primo museo romeno, la prima istituzione in Romania a ospitare questa mostra, spiega il direttore.



Ricorrendo a nuove tecnologie e rileggendo opere note e meno note di Brâncuşi, la mostra ha offerto una presentazione dinamica di alcuni avvenimenti della sua vita, i suoi rapporti con altri artisti dellepoca, nonché aspetti del suo carattere di cui si parla troppo poco. Gli organizzatori auspicano che, dopo questa esperienza, i visitatori siano riusciti ad apprendere linformazione, ma anche nuovi concetti sullo scultore. Il progetto ha avuto come spunto una ricerca condotta su un campione di persone di età e mestieri diversi, la cui conclusione è stata la stessa – quello che il mentale collettivo ha appreso su Brâncuși è diverso da quanto avesse voluto trasmettere in essenza lartista. Per cambiare la direzione, i creatori del progetto hanno puntato sullidea di interattività e sullimpiego della tecnologia nel processo creativo. La mostra ha disposto unampia scenografia, in cui il visitatore ha potuto sperimentare cosa significare essere parte di unopera di Brâncuși, ha potuto rispecchiarsi nel vero senso della parola nellinterpretazione di un modulo in grandezza naturale della Colonna senza fine ed ha potuto visionare un breve filmato sulla vita del creatore della scultura moderna, con informazioni concise, scelte molto attentamente.



Per mettere a punto questo progetto, abbiamo seguito un filo logico mettendo insieme i concetti dellopera di Brâncuși e i bisogni del pubblico, il modo in cui interagisce con linformazione e come la assimila. Siamo arrivati in questo modo a Mirrors of Brâncuși, un progetto-specchio, in cui le persone non solo sono messe di fronte alla creazione di Brâncuși, ma sono invitate a mettersi nei panni di alcune opere dellartista, arrivando in tal modo a unanalisi delle proprie emozioni e sentimenti da una nuova prospettiva, dichiarava la curatrice della mostra, Silvana Dulamă-Popa.



Il manager del Museo Nazionale del Contadino Romeno, Virgil Nițulescu, ha condiviso con noi alcuni pensieri sulla possibile interazione del pubblico che conosce più o meno lopera di Constantin Brâncuși. E una mostra che non contiene opere di Brâncuși, perché sono estremamente rare in Romania e non possono essere itineranti. Sono custodite solo dal Museo Nazionale dArte della Romania e dal Museo dArte dellOltenia di Craiova. Ma tramite questa mostra, possiamo fare unincursione nelluniverso di Brâncuși, cercando di capire la sua opera, ovviamente senza un approccio troppo specialistico. Si tratta, come ho già detto, di una mostra che si rivolge a un pubblico forse meno preparato per una comprensione approfondita delle radici dellopera di Brâncuși, che è stato definito dai critici linventore della scultura moderna. Si tratta di mettere nel contesto lopera di Brâncuși, direi non solo per la Romania, ma per il mondo di oggi, del 2021. E io personalmente sono molto lieto che tramite questa mostra si stiano facendo sforzi affinché lopera del geniale scultore Constantin Brâncuși sia portata più vicino al grande pubblico, che forse non visita molto spesso musei, ma che potrebbe essere interessato ad alcuni eventi culturali che cercano di presentare da una prospettiva contemporanea unopera già classicizzata, ha concluso il direttore del Museo del Contadino Romeno.

Foto: fb.com / Vanner Collective
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