Delectatio Morosa, in mostra a Bucarest
L'immaginazione e le nostre paure quotidiane sono state raffigurate nella terza mostra del progetto curatoriale 3A2G4N - 3 giovani artisti su Calea Victoriei, la più vecchia arteria di Bucarest, ospitata dal 6 al 20 agosto dalla Galleria 1001 Arte.
Carmen Săndulescu, 24.08.2020, 13:15
L’immaginazione e le nostre paure quotidiane sono state raffigurate nella terza mostra del progetto curatoriale 3A2G4N – 3 giovani artisti su Calea Victoriei, la più vecchia arteria di Bucarest, ospitata dal 6 al 20 agosto dalla Galleria 1001 Arte della capitale romena. Il protagonista di questa terza mostra intitolata Delectatio Morosa è Theodor Grigoras, il quale spiega che il titolo riassume il piacere di allietarsi della propria immaginazione. Il progetto vanta ormai una decina di anni e dei suoi inizi ci parla il suo iniziatore e responsabile, Cristian Cojanu.
Il progetto porta avanti un lavoro di quasi dieci anni, nell’ambito del quale abbiamo sempre scoperto e lanciato artisti giovani, praticamente tra la fine degli studi accademici e i primi due anni di incotnro con la realtà. La facoltà forniva loro uno spazio di lavoro, un atelier e i materiali necessari. Dopo di che hanno risentito le spese per materiali, affitto per lo studio e così via, dice Cristian Cojanu, spiegando che la Galleria di Calea Victoriei 91-93 è stata allestita in uno spazio in stato di degrado alla fine del 2017. Così è nato un progetto di riabilitazione culturale che nel giro di due mesi ha generato 20 eventi che hanno attirato tra 5.000 e 10.000 visitatori.
Naturalmente, la pandemia ha cambiato tante cose, aggiunge Cristian Cojanu. Avevamo previsto un ricchissimo calendario espositivo, che avrebbe dovuto partire a febbraio-marzo. Il piano prevedeva anche dei finanziamenti e mostre all’estero. Ovviamente, tutto è saltato in aria. Invece, siamo riusciti ad andare in porto con queste tre mostre di Andrei Grigore, Otto Constantin e Theodor Grigoras. Il 90% dei lavori sono stati realizzati durante i mesi di isolamento e tutti sono connessi al periodo che stiamo attraversando, aggiunge Cristian Cojanu, aggiungendo che in autunno seguirà la continuazione della mostra del gruppo Bestiar.
Avviato nel 2016, il progetto mette in risalto le paure degli artisti. Particolarmente interessante il paragone tra i lavori delle varie edizioni: mentre i timori degli artisti più anziani si collegano alla religione, alla povertà o ai sistemi totalitari, quelli dei giovani riguardano l’ambiente, l’intelligenza artificiale, e la dissipazione totale dell’essenza e del senso della vita.