Il settore culturale in Romania e le tendenze europee
La Galleria dArte Isola 42 in partenariato con lIstituto Francese e Goethe Institut di Bucarest lancia la serie dei Saloni Incubatore Europeo.
Monica Chiorpec, 02.06.2020, 13:08
La Galleria d’Arte Isola 42 in partenariato con l’Istituto Francese e “Goethe Institut” di Bucarest ha lanciato la serie dei Saloni “Incubatore Europeo”. Al primo incontro online, moderato da Corina Şuteu, hanno partecipato come invitati: Hélène Roos, direttrice degli Istituti Culturali Francesi di Romania, e Joachim Umlauf, direttore del Goethe Institut di Bucarest. L’evento, al quale si è affiancato anche il Centro Culturale di Cluj, ha portato in discussione sia i problemi con cui si confronta la Romania in seguito alla crisi sanitaria che stiamo attraversando, che il modo in cui i partenariati culturali con la Francia e la Germania possono essere mantenuti e consolidati come effetto di quest’esperienza.
Hélène Roos è del parere che le reti culturali che si sono formate e sviluppate negli ultimi mesi siano il maggiore vantaggio per gli istituti culturali di Romania: “Si parla molto degli effetti negativi dell’isolamento, però uno degli effetti è che la nostra equipe sta lavorando di più all’interno di una rete degli istituti. Abbiamo formato una rete a livello nazionale e credo che “rete” sia un concetto ricorrente, che tornerà. Tra le nostre iniziative, abbiamo avviato il programma FrenchMania, organizziamo presentazioni virtuali, incontri online o per telefono con gli studenti interessati a frequentare corsi in Francia.”
I partenariati culturali tra la Romania e la Francia o altri Paesi europei sono andati avanti anche durante il periodo dell’isolamento imposto. Gli eventi culturali si sono spostati nello spazio virtuale, e i dibattiti sono diventati la principale strategia tramite cui le persone e le istituzioni coinvolte in scambi culturali e progetti internazionali possono trovare soluzioni insieme. Hélène Roos: “Una prima priorità è di sostenere i partenariati franco-romeni, i nostri partner dei festival, mentre la seconda è di sostenere la società civile, affinché si affianchi a noi. Ci preoccupiamo di offrire sostegno al settore dell’istruzione che, nonostante la situazione di crisi, continua a manifestarsi nell’ambiente digitale. La paura ci sta bloccando. Certo che è normale sentire preoccupazione, ma solo quando abbiamo un progetto in cui siamo coinvolti possiamo superare la paura e trovare soluzioni.”
L’Istituto Francese di Bucarest ha continuato online i programmi e progetti che propone al pubblico. Come dappertutto in Europa, anche Hélène Roos invita gli intellettuali romeni ad affiancarsi ai colloqui intesi a dare vita a nuove idee per sostenere la cultura: “Il mondo si evolverà in funzione delle pratiche avviate nella situazione che stiamo attraversando. Dobbiamo adattarci in seguito a quest’esperienza che ci aiuterà a rivalutare il progetto in futuro. C’è bisogno degli intellettuali romeni, francesi, tedeschi, europei, per parlare oggi di ciò che potrebbe essere il modello culturale di oggi e di domani. Per poter fare questo, dobbiamo essere uniti, insieme.”
Joachim Umlauf dirige il “Goethe Institut” di Bucarest. Nell’ambito del dibattito proposto da Isola 42, egli ha notato l’impatto dell’attuale crisi sulla società civile. Come Hélène Roos, è del parere che il partenariato sia la parola-chiave per superare questo momento difficile: “Notiamo come le conseguenze di questa crisi intaccano molto la società civile, dal punto di vista economico e sociale. Speriamo che queste conseguenze non siano troppo dure, anche se saranno sicuramente dure. Uno dei nostri compiti è di creare coesione nella società e di appoggiare il settore culturale. Ci auguriamo che i nostri partner romeni possano continuare le loro attività, perché stiamo già lavorando da molti anni insieme, nell’ambito di un partenariato completo tra Francia, Germania e Romania.”
I corsi di lingua rappresentano uno dei programmi di base di un istituto culturale. Come tutti gli istituti culturali operanti in Romania, anche “Goethe Institut” si confronta con diminuzioni d’incassi che limitano la sua attività. Tuttavia, nota Joachim Umlauf, la priorità adesso è di mantenere l’equipe completa, ma anche la rilevanza dell’istituzione che dirige in una società affetta dalla crisi: “Va detto che c’è anche un problema di tipo economico, perché gli incassi dai corsi equilibravano il budget dell’istituzione. Abbiamo dovuto rinunciare a certi programmi, progetti culturali che portavano incassi all’Istituto. Non c’è stata altra scelta. Quest’anno, abbiamo dovuto diminuire di quasi il 40% il budget stanziato ai programmi culturali, per poter mantenere intera la squadra, pagare i nostri docenti anche nel prossimo periodo, mantenere i corsisti ed assicurarci che tutti siano apposto.”
Ovviamente, l’interazione esclusivamente a livello virtuale non può sostituire l’interazione diretta, umana. Joachim Umlauf considera molto importante che la gente trovi l’equilibrio tra questa norma imposta dal nuovo stato delle cose e le vecchie pratiche culturali: “In futuro, dobbiamo trovare un perfetto equilibrio tra il formato digitale che stiamo sperimentando adesso e il vecchio tipo di interazione fisica. Ovviamente, dal punto di vista dell’ecologia, della mobilità, sarà di buon augurio che i partner romeni, francesi e tedeschi si siano seduti a questa tavola rotonda e abbiano potuto comunicare via Skype o attraverso altre piattaforme. D’altra parte, sia adesso, che quando la crisi sarà finita, c’è e ci sarà un enorme bisogno di contatto fisico.”
Quindi, la Romania si sta affiancando alle buone pratiche e strategie recenti, volte a rilanciare la cultura dappertutto in Europa. E il partenariato, il dialogo e le soluzioni comuni restano elementi di fondamentale importanza.