“La distanza tra me e me”, un documentario sulla poetessa Nina Cassian
Il film è stato presentato per la prima volta all'estero al Trieste Film Festival
Corina Sabău, 13.04.2019, 07:00
Dopo la prima internazionale al Trieste Film Festival, “La distanza tra me e me”, un documentario sulla poetessa Nina Cassian, con la regia di Mona Nicoară e Dana Bunescu, è cominciato ad essere proiettato nei cinema romeni a inizio marzo. “Con una fama di donna fatale, consumatrice di alcol e fumatrice prodigiosa, la poetessa d’avanguardia, compositrice e grafica Nina Cassian (1924 — 2014) è stata simultaneamente complice e problematica per il regime stalinista, dopo di che è entrata in conflitto diretto con il regime Ceauşescu ed è finita in un non desiderato esilio a New York, nel 1985, dopo l’uccisione del dissidente Gheorghe Ursu”, affermano le due registe che hanno realizzato la pellicola.
Abbiamo invitato Mona Nicoară e Dana Bunescu a raccontarci del documentario per poter capire come riesce un film di un’ora e trenta minuti a ricostruire la storia di una vita così complessa e ad accompagnare Nina Cassian nella sua iniziativa di fare domande a sé stessa sulle proprie opzioni. Il film prodotto da Hi Film Productions (Romania) e Sat Mic Film (SUA), in coproduzione con la televisione pubblica romena, ha suscitato in Romania molte reazioni dovute alla storia complicata di Nina Cassian. È il motivo per cui, spesso, il documentario e il modo in cui è stato realizzato passano in secondo piano.
Il lavoro alla pellicola è iniziato nel 2013, quando Mona Nicoară ha cominciato a riprendere Nina Cassian nel suo appartamento di New York. La ricerca d’archivio è continuata fino al 2014 e il finanziamento principale è arrivato solo nel 2015. Nel film, Nina parla delle sue poesie, dei motivi che l’hanno determinata ad aderire al comunismo, delle delusioni che le ha portato il regime di Ceauşescu in Romania. Una delle critiche nei confronti delle due realizzatrici del documentario è di aver trasformato una scrittrice proletcultista in un’icona. Tutto ciò, nonostante il fatto che, oltre a qualche volume (degli anni 50) in cui esprime le sue convinzioni politiche, Nina Cassian ha pubblicato altri 20 volumi di poesia e altrettanti libri per bambini.
Mona Nicoară: “Non credo che siamo state noi a trasformare Nina in un’icona, Nina era da molto tempo un’icona. Nella comunità gay, ad esempio, era molto conosciuta, era considerata una delle grandi alleate di questa comunità. Nei libri di testo a scuola o in TV veniva presentata come autrice di libri per bambini o come poetessa proletcultista. A seconda del contesto, tutti si aggiudicavano una parte, una sfaccettatura della sua personalità. Noi abbiamo voluto raccogliere tutti questi tentativi di presentazione di Nina, cercare di vedere come combaciano tutte queste sfaccettature. Infatti, lei stessa era molto critica rispetto a questi tentativi di presentazione.”
La distanza tra me e me” non vuole essere un film testamento. Tutto quello che aveva avuto da dire, giustificare e spiegare, Nina Cassian aveva già detto nelle sue memorie, è del parere la regista Mona Nicoară. Le è piaciuta però l’idea del film che raccoglie frammenti della sua vita e li mette a confronto con il presente. Mona Nicoară: “Realizzando questo documentario, ho voluto vedere che cosa si nasconde dietro questo sintagma che è anche il titolo del film e che ho trovato nelle sue Memorie, “la distanza tra me e me”. Ci ha interessato vedere come gestisce il proprio passato una persona con una storia complicata. Sospettavamo che sarebbe stata una relazione complicata tra l’archivio e la sua memoria personale e non sapevamo come avremmo risolto queste cose. Ma, allo stesso tempo, il nostro intento era di stabilire un nesso tra lei e questo archivio. D’altra parte, quando si inizia il lavoro ad un film, si ha quest’incertezza, non si conosce il punto di arrivo e la tendenza è di raccogliere quanto più materiale. Cosicché oltre a queste interviste che rappresentano la base del film, avevamo altre cose che potevamo utilizzare: un archivio che non aveva un legame diretto con Nina, alcune riprese che avevo realizzato assieme a Ovidiu Mărginean e Rudolf Costin a New York e Bucarest, cercando soprattutto certi esterni, riprese alle quali Dana Bunescu, a buona ragione, mi ha convinta a rinunciare. Grazie a Dana siamo arrivate a questa apparente semplicità formale, per cui il film è diventato ciò che auspicavamo: un film sulla relazione tra Nina Cassian e lei stessa.”
Prima di arrivare alla forma finale del film, Mona Nicoară ha provato più varianti. Assieme a Dana Bunescu ha trovato questa struttura molto semplice, in cui ricostruisce la cronologia di una vita. Dana Bunescu: “Il film è stato realizzato dopo più discussioni sul materiale che avevamo. E ce n’era tanto di materiale: le riprese realizzate da Mona nel 2013, cioè l’intervista propriamente detta a Nina Cassian. Poi, la documentazione presso il Consiglio Nazionale per lo Studio degli Archivi della Securitate, presso gli Archivi dello Stato, della TVR e presso l’Archivio Nazionale di Cinema. Mona conosceva tutti questi materiali, li abbiamo rivisti insieme e abbiamo parlato molto su quello che dovevamo tenere e come organizzare il materiale. Cosicché da un certo punto abbiamo avuto più tentativi di ordinamento, affinché la nostra storia fosse efficace e chiara e lasciasse posto anche per domande. Probabilmente la parte più difficile è stata legata all’inserimento del fascicolo conservato al Consiglio Nazionale per lo Studio degli Archivi della Securitate perché significava la presenza nel documentario di una terza persona, la voce di una persona sconosciuta, ma che esisteva nella vita di questa persona.”
Dana Bunescu ci ha parlato anche di alcune delle reazioni generate dal film: “Sono stata contenta di vedere giovani al film. Giovani che non sapevano bene che film stavano per vedere, ma che abbiamo sentito parlare dopo averlo visto. Volevano cercare i libri di Nina Cassian. E’ stato un momento molto commovente per me.”