“Solenoide”, il libro del 2017 in Spagna
Mircea Cărtărescu è stato designato, all'inizio di aprile, a Buenos Aires, vincitore del prestigioso Premio Formentor de las Letras 2018, uno dei più importanti riconoscimenti letterari nel mondo, per la sua intera opera.
Corina Sabău, 18.05.2018, 08:00
Mircea Cărtărescu è stato designato, allinizio di aprile, a Buenos Aires, vincitore del prestigioso Premio “Formentor de las Letras 2018”, uno dei più importanti riconoscimenti letterari nel mondo, per la sua intera opera, che, stando alla giuria, è “destinata dare un impulso alla trasformazione radicale della coscienza umana”. La giuria, di cui ha fatto parte anche lo scrittore Alberto Manguel (Premio Formentor 2017), ha notato, inoltre, la forza narrativa con cui lautore del Solenoide “è riuscito ad estendere i limiti della finzione”, sottolinea il quotidiano El País.Già alla seconda edizione, Solenoide è stato molto ben accolto dalla critica letteraria e dalla stampa culturale spagnola e sud-americana, essendo designato il miglior libro del 2017 da La Vanguardia, El Periódico e The New York Times en español, godendo di critiche entusiastiche su numerose altre pubblicazioni. “Solenoide è un capovaloro” scrive Andrés Ibáñez, di ABC Cultural. “Mircea Cărtărescu ha scritto il suo libro più importante” nota anche Robert Saladrigas, de La Vanguardia. “Una lettura essenziale” ritiene Babelia, supplemento culturale della pubblicazione El País, mentre El Correo aggiunge: “Un libro grande, eccezionale, indimenticabile”.
Di recente, a Bucarest, laLibreria Humanitas di Cismigiu ha ospitato una discussione-evento sulledizione spagnola del romanzo Solenoide di Mircea Cărtărescu, pubblicata dalleditrice madrilena Impedimenta a breve tempo dalla pubblicazione in romeno, nella traduzione di Marian Ochoa de Eribe, con una postfazione firmata dal critico letterario Marius Chivu. Allevento dedicato alledizione in spagnolo del romanzo Solenoide hanno partecipato accanto a Mircea Cărtărescu, la traduttrice Marian Ochoa de Eribe ed Enrique Redel, direttore dellEditrice Impedimenta. Vi sono stati, inoltre, presenti, Lidia Bodea, il direttore dellEditrice Humanitas, il critico Marius Chivu e il fondatore dellEditrice Humanitas, Gabriel Liiceanu.
In apertura dellevento, Mircea Cărtărescu ha tenuto un discorso elogiativo della traduzione, ricordando che i traduttori non si limitano a tradurre parole da una lingua allaltra. “Essi portano oltre i confini contenuti psicologici, comportamentali, culturali antichi, mitici, lidentità altrui che traducono nella propria identità. Più queste identità culturali sono diverse luna dallaltra, più è infinitamente più difficile”, ha detto Cărtărescu.
“È relativamente semplice tradurre contenuti simili, che partono da culture simili, da mondi simili. È semplice che io capisca la mentalità di certi francesi o tedeschi contemporanei. È però sempre più difficile capire la mentalità affondata, di persone che vissero durante il Medio Evo. È più difficile tradurre la Divina Commedia che tradurre la Montagna incantata oppure un contemporaneo. La lontananza in spazio, tempo e di mentalità sono grandi ostacoli allatto di traduzione. Laddove non cè traduzione avviene, quasi inevitabilmente, lo sterminio. La traduzione vuole dire una corona dalloro, un ramoscello di ulivo. La traduzione vuol dire forse la cosa più importante che succeda agli esseri umani. Perchè avviene al di là di ciò che separa questi esseri, e ciò che li separa non sono solo i confini o le lingue diverse. Sono intere mentalità. Mentalità individuali, mentalità dei popoli, mentalità di grandi gruppi. La mediazione, la traduzione è un atto fondamentale. Perciò, io nutro unimmensa ammirazione per i traduttori. Per la letteratura romena noi abbiamo solo tre-quattro traduttori per ciascun Paese. È una grande carenza. Ed è normale che tutti gli scrittori romeni siano tradotti ad un certo punto, ma parliamo solo di questi tre-quattro traduttori e perciò è una competizione soffocante. Voglio confessare la mia immensa gratitudine non per il fatto che i miei libri siano tradotti in tantissime lingue, bensi perchè siano tradotti bene. È inutile che le opere di uno scrittore siano tradotte in 100 lingue se vengono tradotte male. Gli viene recato un danno. Gli viene messa una maschera che non lo rappresenta. Ma se la traduzione è buona, il libro viene semplicemente reinventato in unaltra lingua. Perciò, sono molto contento di lavorare con i migliori traduttori del momento, in almeno 10-15 lingue europee. Sono assolutamente felice da questo punto di vista. Inoltre, sono felice di lavorare con alcuni editor meravigliosi. Cosicchè ringrazio la traduttrice Marian Ochoa de Eribe e leditor Enrique Redel”, ha detto Mircea Cărtărescu.
Marian Ochoa de Eribe ha reso note in Spagna opere di alcuni classici della letteratura romena, come Panait Istrati, Mihail Sebastian o Mircea Eliade. “Solenoide” non è stato per lei il primo incontro con lopera di Mircea Cărtărescu, di cui aveva già tradotto, per lEditrice Impedimenta, tra laltro, “Travesti” (2011), “Nostalgia” (2012) o “Le belle straniere” (2013). Attualmente lavora alla traduzione del “Levante” di Mircea Cărtărescu. Marian Ochoa de Eribe ha spiegato limpatto che “Solenoide” ha avuto su di lei: “Per un anno ho lavorato alla traduzione del Solenoide isolandomi dal resto. Ho tradotto quasi ogni giorno. Certo che ho avuto palpitazioni, che mi sono confrontata con insonnia e incubi. Come anche Enrique allorquando ha iniziato la lettura del volume. Un giorno mi ha chiamato e mi ha detto di capire quello che gli avevo raccontato. Voglio dire che sono pienamente daccordo con Gabriel Liiceanu per quanto riguarda i tre capitoli, i tre gradini straordinari della letteratura in Solenoide. Quando concludevo un capitolo pensavo che non fosse possibile – dal punto di vista letterario, estetico – fare di più. So di condividere questo sentimento – per quanto riguarda il modo in cui è stato accolto il libro – con molti lettori. Questo libro ti cambia per sempre. La traduzione della letteratura di Mircea Cărtărescu mi ha cambiato dal punto di vista esistenziale. Ma ho anche una tristezza, mi piacerebbe essere una lettrice ingenua. Però, come traduttrice, non posso più essere come gli altri.”
Enrique Redel, direttore dellEditrice Impedimenta, ha parlato del “fenomeno Cărtărescu”, esistente già da qualche anno in Spagna, e si è dichiarato affascinato da “Solenoide”.”Per me è stata unesperienza fisica, addirittura organica. Leggevo semplicemente senza fermarmi, sebbene questo libro andasse letto goccia dopo goccia. Durante la lettura, la realtà è cambiata profondamente per me. Ho iniziato ad avere anchio degli incubi, come diceva Mariana, e mi sono sveglito con un braccio indolenzito, avevo limpressione che quasi fosse paralizzato, mi sembrava che il signore che prendeva ogni mattina il caffè davanti alla mia casa fosse un frutto della mia immaginazione. Invidio coloro che sono capaci di leggere goccia dopo goccia, come dicevo prima. Su Internet troviamo molti commenti di coloro che hanno adottato questo metodo di lettura e che parlano delle varie tappe del processo di lettura come se il libro avesse diverse quote di altitudine. Ma io, come editor, ho dovuto concentrarmi soprattutto su certe questioni tecniche. Io sono affascinato dalla letteratura di Mircea Cărtărescu e godo dei suoi libri come di quelli di Thomas Pynchon, James Joyce o John Barth”, ha detto Enrique Redel. (traduzione di Adina Vasile)