Il Festival Internazionale di Teatro di Strada Bucarest
Questo mese, ogni fine settimana, da venerdì a domenica, centinaia di artisti di nove Paese si esibiranno nel centro di Bucarest, nella Piazza dellUniversità o della Costituzione, sul Viale Unirii, su Calea Victoriei o nel centro storico.
Luana Pleşea, 04.07.2017, 13:40
Al via, dal 1 luglio, nella capitale romena, il Festival Internazionale di Teatro di Strada Bucarest — B-FIT in the Street! L’evento, organizzato dal Comune di Bucarest tramite l’ARCUB, è arrivato alla nona edizione, che è una speciale visto che, mentre finora il festival durava quattro giorni, quest’anno è la prima volta che si stende per tutto il mese di luglio. Ogni fine settimana, da venerdì a domenica, centinaia di artisti di nove Paese si esibiranno nel centro di Bucarest, nella Piazza dell’Università o della Costituzione, sul Viale Unirii, su Calea Victoriei o nel centro storico.
L’apertura del festival è stata spettacolare. Si sono esibite anche due compagnie italiane che di solito partecipano a eventi di ampia portata: SONICS, che ha aperto gli europei di Calcio del 2012, e Kitonb, che è venuta la prima volta in Romania, a Bucarest, nel 2009 e l’anno scorso ha partecipato al FITS. La direttrice Arcub, Mihaela Păun, ci ha parlato dell’atmosfera del festival e del pubblico: È stato bellissimo! Il nostro pubblico è sempre più specializzato e più interessato a partecipare agli spettacoli. Mi sembra interessante che, anno dopo anno, il pubblico cambia e diventa più desideroso di entrare in contatto con gli artisti di strada. Qualche anno fa, quando il teatro di strada era agli inizia a Bucarest e in Romania, in generale, la gente era più riservata e non interagiva con gli artisti. Adesso i partecipanti sono aperti, accolgono molto bene gli artisti… credo che ciascun momento, a cominciare dall’apertura, sia stato accolto con applausi”.
Acrobati che ballano su muri ciechi illuminati da proiezioni bidimensionali oppure sospesi sopra la città, spettacoli di luci, giocolerie col fuoco, giganteschi personaggi luminosi, spettacoli di tango, atmosfera da cabaret e abiti spettacolari…
Inserire spettacoli di qualità nel programma di un’edizione molto più ricca delle precedenti è una sfida, nel contesto di una legislazione che rende più difficile l’organizzazione di festival. Mihaela Păun: Ogni anno, alla fine del Festival, i miei colleghi vanno a vedere spettacoli. Ci sono moltissimi festival nel mondo in questo periodo, in Spagna, Portogallo, Francia, Italia. I mesi di luglio, agosto e anche settembre sono pieni di eventi del genere, per cui l’offerta è assai ampia. Siamo in contatto anche con impresari impegnati in questo settore. Ma il problema è che non disponiamo di budget pluriannuali, per cui è difficile prenotare spettacoli quest’anno per l’anno prossimo. Non abbiamo la possibilità legale di firmare contratti in anticipo. Dato che non esiste un budget approvato per l’anno successivo, significherebbe un impegno di spesa che non ha copertura. Allora abbiamo allacciato rapporti molto stretti con persone che si fidano di noi, sanno che riceveremo i fondi e allora firmano loro contratti con le compagnie, eventualmente pagano un anticipo e noi, l’anno dopo, quando abbiamo la possibilità legale, firmiamo i contratti. Un festival, soprattutto un festival internazionale, non si può programmare da un giorno all’altro”.
Tutti questi sforzi, ovviamente, sono accompagnati anche da aspettative degli organizzatori per quanto riguarda l’impatto del Festival Internazionale di Teatro di Strada Bucarest. La direttrice ARCUB, Mihaela Păun: Mi auguro che il festival faccia amicizia con la città. Secondo me, questi spettacoli di strada sono molto importanti. Non fanno altro che trasformare la città in un palcoscenico vivo, allegro e pieno di colore, ciò che spesso Bucarest non lo è. Secondo me, può aiutare i bucarestini a cominciare ad avere quella consapevolezza di far parte di una comunità, una cosa un po’ più complicata nelle grandi città. A mio avviso, questi spettacoli possono educare più facilmente e ci possono domare, come nel Piccolo principe”, nei rapporti con la città”. (tr. G.P.)