Artisti figurativi di Râmnicu Vâlcea
Gli artisti che vi presentiamo vantano numerose mostre personali in Romania e allestero e si dichiarano innamorati della zona di Vâlcea, dove vivono.
Corina Sabău, 06.04.2015, 13:10
Gli artisti che vi presentiamo vantano numerose mostre personali in Romania e all’estero e si dichiarano innamorati della zona di Vâlcea, dove vivono. Si tratta di Petti Velici, Sergiu Plop e Marcel Duţu, artisti che conoscerete sia dai nostri programmi, sia tramite le loro opere che saranno regalate ai vincitori del concorso su Govora indetto da RRI. Petti Velici ha organizzato la sua prima mostra personale a 18 anni, si è specializzato in conservazione-restauro e più di 20 anni fa’ si è stabilito a Râmnicu Vâlcea, città che gli desta nostalgie e gli porta la tranquillità di cui ha bisogno.
“Sono arrivato a Râmnicu Vâlcea quando ero ancora allievo al liceo, in occasione di un campo di vacanza, organizzato dal Liceo d’Arte di Craiova, e allora ebbi l’occasione di conoscere la vecchia Râmnicu Vâlcea. Nel frattempo, molte cose sono cambiate, ma visto che sono molto conservatore, non avrei mai pensato di arrivare e trasferirmi qui. Ma la somiglianza tra questa località e la zona in cui ho passato l’infanzia, la tranquillità, il fiume Olt che mi ricordava il Danubio, l’attività culturale più intensa che a Turnu Severin, mi hanno determinato a restarci. Questa tranquillità è molto importante per me. Perché mentre c’è gente che può dipingere anche in una stazione ferroviaria, per me è impossibile. Ho bisogno di una certà intimità, tranquillità, e questa zona mi regala la pace desiderata. E’ importante per me da tutti i punti di vista, per trovare l’argomento, il colore, lo stato d’animo”, spiega Petti Velici.
Petti Velici si dichiara deluso dallo statuto dell’artista in Romania, il quale più che vivere, tenta di sopravvivere, ma anche della mancanza di interesse delle autorità per il patrimonio. La pittura rimane il suo rifugio. “Dipingo fiori. I fiori mi danno tranquillità. Mi occupo anche di incisione, ma è un lavoro che richiede molta attenzione. Ho in piano anche una serie di ritratti, vorrei realizzare una galleria di ritratti, di contadini, di anziani che mi ricordano mia madre, mio padre, i nonni, i bisnonni. Per il momento ho qualche abbozzo e vari disegni”, aggiunge Petti Velici.
Sergiu Plop è nato nel villaggio di Arineşti in Bessarabia e la sua ispirazione parte dall’avanguardia russa. E’ diventato “oltean”, ovvero abitante dell’Oltenia — regione in cui è sita anche la città di Râmnicu-Vâlcea — come lui stesso dichiara — dopo il successo avuto all’inizio degli anni ‘90, con la sua prima mostra a Râmnicu-Vâlcea, nel 1993, insieme ad Arcadie Răileanu. Dichiara che la sua pittura è caratterizzata da vari periodi: un periodo nero — fino al 1993, un secondo periodo, una specie di puntinismo, che si è concluso con l’acquisto dell’intera mostra da parte di un collezionista tedesco. E’ seguito poi il periodo verde, mentre ora la sua pittura è piuttosto figurativa, anche se non può garantire che non tornerà un giorno di nuovo all’astrattismo.
“Sono nato nel nord della Bessarabia. Come si dice, i nordici sono più interiorizzati, i meridionali — più espansivi. Un po’ di verità c’è in questo detto, quando sono arrivato a Râmnicu Vâlcea, ho dovuto cambiare. Quello che mi piace qui, è che la gente è sempre attiva. Credo che questo aspetto abbia influito sulla mia pittura, soprattutto dal punto di vista del colore. I miei colori sono più allegri, più luminosi. Conta moltissimo il fatto di sentire la luce della zona”, dice Sergiu Plop.
In Moldova esiste un potenziale artistico molto valoroso, è del parere Sergiu Plop che da qualche anno promuove gli artisti della Bessarabia. “Ho cominciato nel 2009, quando ho organizzato due edizioni al Museo Nicolae Bălcescu dell’omonima località, nei pressi della città di Râmnicu Vâlcea. Poi ho cominciato ad organizzare eventi a Vâlcea e sono seguite tre edizioni intitolate «A Râmnic». Ho pensato di invitare i pittori della Bessarabia perché alcuni di loro non sono conosciuti nella nostra zona e voglio promuovere la nostra pittura, quella della scuola di Chişinău. La maggior parte di questi pittori sono anche docenti all’Accademia di Belle Arti. Sono contento di come siano riusciti questi campi di creazione, c’è stato persino un periodo in cui portavo quasi ogni mese un autore di Chişinău alla Biblioteca Antim Ivireanul. La maggior parte delle edizioni sono state organizzate in occasione della Giornata dell’Inno Nazionale (il 29 luglio), festeggiata ogni anno a Râmnicu Vâlcea. L’anno scorso, la mostra è stata presentata al Museo d’Arte ed è stata un successo. Due edizioni sono state organizzate al Museo del Villaggio di Bujoreni e gli artisti hanno anche dipinto all’interno di questo museo all’aperto. Abbiamo anche fatto alcune gite, per fare vedere agli artisti invitati obiettivi di cui siamo orgogliosi. Perché ci sono molti posti bellissimi nella provincia di Vâlcea, tra cui i monasteri. Li abbiamo portati anche a Târgu Jiu, a vedere la Colonna senza fine”, aggiunge Sergiu Plop.
Il luogo prediletto di Marcel Duţu è il suo atelier di Drăgăneşti-Olt, dove ha concesso anche l’intervista alla nostra emittente. Il pitttore evoca con grande riconoscenza coloro che lo hanno fatto avvicinarsi alla pittura: Traian Zorzoliu e Nicolae Truţă. A Nicolae Truţă ha dedicato anche alcune mostre. “La prima mostra dedicata a Nicolae Truţă, è stata intitolata proprio “A Nae”. Per me, Nicolae Truţă, ha significato una pietra miliare. Non si è occupato di me in vista dell’esame di ammissione alla facoltà di belle arti, ma l’ho conosciuto quando organizzava i campi di creazione. Infatti, fu lui a gettare le basi di questa iniziativa che ti da’ la possibilità di conoscere anche altri artisti. Io mi sento benissimo quando comunico con gli altri, mi stimola. Il mio primo campo di creazione è stato quello di Vitomireşti. Durante gli anni di facoltà, si organizzavano campi di creazione ogni fine anno, in un certo modo era un esame, ma anche il debutto di un futuro artista”, dice Marcel Duţu.
“Una serie di arcate e colonne, esplosioni di sensi, tendenza di qua e la e di verticale”, così descrive Marcel Duţu il proprio stile. In breve, si tratta di una pittura modernista. “Sono successe così tante cose nell’arte figurativa, che non posso dire di portare qualcosa di nuovo. Sto cercando. Ma è difficile ormai innovare. Le mie opere sono però atipiche, sono molto interessato alla tridimensionalità. Di recente ho avuto una mostra a Vâlcea ed ho realizzato quattro opere nuove, partendo dall’idea di cubo. Più esattamente, al centro di ogni quadro ho dipinto un cubo, per opporre l’idea di cubo quale forma perfetta all’imperfezione degli esseri umani. Le opere esposte saranno mandate in Germania”, conclude l’artista. (traduzione di Gabriela Petre)