Milita Petrascu, allieva di Brancusi
Milita Petrascu è ritenuta la migliore scultrice della Romania del Novecento, partecipante al movimento artistico di avanguardia romena nel periodo interbellico
Corina Sabău, 15.07.2014, 14:29
Ritenuta la migliore scultrice della Romania del Novecento, partecipante al movimento artistico di avanguardia romena nel periodo interbellico, e soprattutto al gruppo formatosi intorno alla rivista “Contimporanul” (Il Contemporaneo”), insuperabile maestra nell’arte del ritratto, Milita Petrascu ha evocato fino alla fine della sua vita, in lettere e colloqui, l’importanza del suo incontro con lo scultore Constantin Brancusi. La scultura di Milita Petrascu rappresenta, in primo luogo, un atto di resistenza di fronte alla distruzione dell’immagine. Conserva le ambizioni dell’istantanea e i rigori della composizione classica, riscontrata ugualmente anche nell’arte dell’inizio secolo. Ciò la aiutò, nel lungo periodo in cui lavorò con Brâncuşi, a resistere alla tentazione di immitare il suo grande maestro”, scrive Dan Brudascu a proposito della scultura di Milita Petrascu. Constantin Zarnescu, che ha raccolto e pubblicato gli aforismi di Brancusi, ha parlato dell’incontro fra Miliţa Petraşcu e il grande artista, nel 1919, incontro che ha influito sui destini di entrambi.
Qualche anno prima, Brâncuşi era stato invitato a due mostre collettive dell’avanguardia europea a New York, dove aveva esposto una versione del Bacio”, Mademoiselle Pogany”, La musa addormentata” e Testa di bambino”. Milita ha notato, nelle sue opere, la purezza geometrica, l’essenzializzazione dell’essere umano. Imparò a scolpire accanto a Brancusi. Fu lui a mettere lo scalpello in mano, a lei e alle altre giovani venute dalla Romania, ricordando loro che avevano scelto di imparare un mestiere maschile. Insegnò loro l’importanza del blocco di marmo che — diceva lui — è vietato distruggere. La scultura vuol dire in primo luogo pensiero e non è per i giovani, ha detto l’artista a Milita di fronte al poeta americano Ezra Pound”, spiega Constantin Zarnescu.
Fu Milita Petrascu a convincere Brancusi a rinunciare a progetti importanti in Francia, per venire in Romania e realizzare a Targu Jiu il famoso complesso che culminò con “La colonna senza fine”. Fu il periodo in cui Milita realizzò il primo ritratto di Brancusi, in bronzo, attualmente collocato a Piazza Dorobanti della capitale. La facilità con cui Milita Petrascu realizzava sia sculture ispirate all’arte classica, sia moderne, determinò l’ammirazione di Brancusi, il quale le confessò: Te la cavi a lavorare come vuoi, in maniera figurativa o astratta, beata te!”.
Nel 1927, dopo il Congresso della Stampa Latina a Bucarest, Milita Petraşcu fu elogiata a livello internazionale. Aretia Tatarescu, la presidente dell’Associazione delle Donne del Gorj, invitò Milita a costruire a Targu Jiu un monumento alla memoria degli eroi caduti nella Prima Guerra Mondiale. Milita aveva già realizzato il monumento a Ecaterina Teodoroiu ed era molto conosciuta nel Gorj, ma rifiutò la proposta della Tatarescu, dicendo che Brancusi sarebbe stato il più adatto a realizzare un monumento agli eroi morti sul fronte. Allora iniziò un’intenso carteggio tra Milita e Brâncusi, e nel 1937 Brancusi arrivò a Targu Jiu con l’intento di realizzare un unico lavoro”, aggiunge lo scrittore.
Grazie a Victor Craciun, possiamo seguire lo scambio di lettere dei due artisti legati, secondo lui, in ugual misura, dall’arte e da una grande amicizia. Un’amicizia durata dal 1919 fino alla morte di Brancusi, quando la Romania arricchì il suo patrimonio artistico con l’ensemble di Targu Jiu”.
Nel 1946 Milita scriveva a Brancusi: Insieme ai miei amici, ci prepariamo a mandarti da mangiare”. Era il momento in cui la crisi si era estesa in gran parte dell’Europa. Nello stesso periodo, Milita informava Brancusi ogni volta che usciva un articolo su di lui. Gli segnalava quanto scritto su di lui da Petru Comarnescu, che Ionel Jianu aveva scritto sulla rivista Luce e Colore”, che le sue teorie sull’arte erano uscite sulla stampa. E che non poteva dimenticare, come 20 anni fa’, lui le aveva detto tante cose sulla nuova scultura moderna, fatti e pensieri che ora si potevano già verificare”, conclude Constantin Zarnescu.
All’inaugurazione della mostra organizzata insieme a Marcel Iancu, nel 1934, il critico Petru Comarnescu affermava: La principale caratteristica di Milita Petrascu resta la qualità basilare della scultura stessa: il culto della forma piena, legata allo spazio e alla luce”. L’artista non cerca nel viso della persona di cui realizza il ritratto un’espressione dominante, ma ricostituisce, nell’insieme dei particolari, gli attributi di una personalità. Il ritratto dell’attrice Elvira Godeanu, a torso nudo, è naturalistico e leggermente ieratico allo stesso tempo, riprendendo in maniera audace e nonconvenzionale la tipologia classica del busto senza braccia. Il ritratto in marmo di un’altra nota attrice, Agepsina Macri, la moglie dello scrittore Victor Eftimiu, esposto al Salone Ufficiale del 1934, trasgredisce le usanze dell’epoca, perché non era permesso che il ritratto di una persona nota nel mondo bucarestino, anche se un’attrice, fosse rappresentata nuda. Non c’è però niente di frivolo in questa scultura straordinaria, la monumentalità del ritratto richiama l’antichità classica, a nome della quale la nudità poteva anche essere accetata.” (traduzione di Gabriela Petre)