Il Museo d’Arte Popolare di Costanza
All'insegna di Tapetti di lana nel patrimonio del Museo d'Arte Popolare di Costanza, siamo invitati a scoprire, ogni mese, sulla pagina di Facebook dell'istituzione, ma anche sul suo sito, questi tessuti tradizionali romeni.
Daniel Onea, 30.04.2020, 08:00
Anche se le porte di tutti i musei in Romania sono chiusi questi giorni, il Museo dArte Popolare di Costanza ha avviato un nuovo progetto. Allinsegna di “Tapetti di lana tradizionali romeni nel patrimonio del Museo dArte Popolare di Costanza”, siamo invitati a scoprire, ogni mese, sulla pagina di Facebook dellistituzione, ma anche sul suo sito, limmagine di un simile tessuto tradizionale accompagnata da didascalie. E, per convincervi di visitare questo museo quando giungerete sul litorale romeno del Mar Nero, faremo insieme un tour virtuale.
Ioana Tompe, museografa al Museo dArte Popolare di Costanza, racconta che si tratta di unistituzione che non illustra solo le tradizioni e la storia della Dobrugia, bensi dellintero territorio romeno. “Alla mostra permanente abbiamo conferito un carattere nazionale. Presentiamo tutte le zone etnografiche del Paese: Transilvania, Moldavia, Valacchia, Oltenia e Dobrugia, e le principali arti artigianali che definiscono la civiltà romena. Ledificio, il Palazzo Comunale, ha ospitato il primo Comune della città di Costanza, ed è stato eretto in stile neoromeno nel 1826, secondo i piani dellarchitetto Ioan Socolescu, che ha progettato molti edifici di patrimonio in Romania. È un mix di architettura antica, con colonne e capiteli, e stile brancovano. Ledificio del museo ha ospitato il comune per breve tempo, poi è stato Palazzo delle Poste. Il Museo è stato aperto con una prima mostra dedicata allarte della Dobrugia, nel 1871. Siamo riusciti a creare una collezione dedicata alla Dobrugia, ai romeni che sono vissuti sulle sponde del Danubio, di tutti i paesini da Ostrov fino a Hârșova, illustrando il carattere multiculturale della zona”, ci ha detto Ioana Tompe.
Dopo la realizzazione della collezione dedicata alla Dobrugia, lattenzione è stata rivolta alle altre zone etnografiche del Paese, racconta Ioana Tompe. “Abbiamo una collezione di costumi tradizionali tipici di tutte le regioni del Paese. Abbiamo oggetti decorativi per interni, tessuti da tutte le zone etnografiche, e la mostra permanente illustra la tipicità di ciascuna zona. Abbiamo tessuti in cotone e seta, asciugamani, tovaglie e lenzuola. Abbiamo gioielli tipici romeni. Il pianterreno è stato riservato alla mostra di icone contadine dipinte su vetro. È una collezione pregiatissima di icone provenienti dai piu importanti centri di pittura di icone, esistenti in Transilvania da secoli. Questo tipo di artigianto popolare viene illustrato nella sua evoluzione cronologica e stilistica. Abbiamo una sala dedicata agli oggetti di culto, alle icone dipinte su legno, alle icone realizzate dagli artigiani della Dobrugia, con influssi dei russi di antico rito ortodosso del nord della regione, e delle icone greche”, ci ha raccontato Ioana Tompe.
La pittura su vetro, apprezzatissima, è specifica della Transilvania. La regione ha fatto parte dellImpero Asburgico, più tardi Austro-ungarico, racconta Ioana Tompe, museografa al Museo dArte Popolare di Costanza, che ci parla dellorigine di questo prodotto artigianale. “I romeni non appartenevano alla confessione maggioritaria e la loro lingua non era lingua ufficiale. Le loro chiese erano state demolite ed erano stati costretti a dipingere le proprie icone a casa. Cosi apparve il fenomeno della pittura delle icone contadine su vetro in Transilvania. Questa produzione artigianale parti nei paesini Nicula e Gherla, nei pressi di Cluj, una volta cominciata la produzione manifatturiera del vetro. Era necessaria una zona imboschita, per avere il legno per sciogliere la sabbia silicea e ottenere manualmente le placche di vetro. Se guardate contro la luce, sulle icone si notano irregolarità, bolle daria, il che indica la produzione e la lavorazione del vetro a mano. Il fenomeno delle icone su vetro è tipico della Transilvania, dove si diffusero dapperttutto, partendo dai dintorni di Cluj, ma solo licona contadina su vetro è specifica di quella zona”, ha precisato Ioana Tompe.
Nel Museo dArte Popolare di Costanza ci sono sezioni che ricostituiscono le masserie contadine, ma anche gli attrezzi e oggetti tipici di queste masserie. Una sezione molto ricca è quella dei vasi in argilla e metallo. “La ceramica si è sviluppata in Dobrugia meno che in altre zone del Paese. Sebbene, paradossalmente, noi abbiamo una lunghissima tradizione della ceramica, la ceramica greca e romana, essa si è sviluppata finchè queste città sul litorale sono state governate da unamministrazione sicura, romana o greca. Nel Medioevo, nellepoca moderna, quando sul territorio della Dobrugia si sono verificate molte guerre, quando la Dobrugia ha fatto parte dellImpero Ottomano, larte della ceramica non si è potuta più praticare, perchè si trattava di un prodotto deperibile. Un popolo che ha unevoluzione nel tempo della ceramica è un popolo che dimostra la sua stabilità e continuità in un posto. I vasi metallici esposti al museo sono tipici dellintera area balcanica, che ha avuto la sorte economica e politica della Dobrugia. Innanzittutto, sono stati fatti in metallo, più precisamente in rame stagnato, perchè non si rompono. Noi abbiamo raccolto in questa abitazione ideale i vasi dei romeni, degli aromeni, dei turchi e dei tartari, contraddistinti dallo stile decorativo”, ci ha detto Ioana Tompe, museografa al Museo dArte Popolare di Costanza.
In questo museo sono giunti turisti dallintero mondo, che hanno goduto di presentazioni dettagliate nelle principali lingue veicolari, durante visite di circa 30 minuti. Attualmente, la visita può durare quanto desiderate, perchè il museo ha aperto le sue porte virtualmente. Sulla pagina del museo, ma che sulle pagine sui sociali potete vedere gli oggetti esposti nel museo accompagnati da didascalie. Non mancano neanche le usanze popolari presentate ampiamente dallequipe del museo e illustrate con immagini degli oggetti nelle sue collezioni.