Brunch in Romania
12 anni fa, l'associazione romena My Transilvania lanciava i brunch, progetto anuale che invita alla riscoperta dell'identità gastronomica, all'insegna del cibo locale.
Adina Vasile, 02.05.2019, 20:01
In un mondo in cui il turista è sempre più alla ricerca di esperienze autentiche, anzichè di semplici pacchetti turistici, puntare su esperienze al 100% locali, invitando gli ospiti a sedersi alla tavola delle persone del posto, appassionate delle proprie tradizioni culinarie, è un must per chi si occupa di turismo culturale ed enogastronomico. Una delle associazioni con una lunga tradizione nellorganizzazione di eventi gastronomici allinsegna del magiare locale è “My Transilvania”, diretta da Cristian Cismaru, appassionato di turismo e di cultura gastronomica, allinsegna dei prodotti autentici. Lassociazione, che ha aderito al movimento internazionale Slow Food e milita da anni per un cibo “buono, pulito e giusto”, svolge la sua attività principalmente in Transilvania, regione storica nel centro della Romania, in cui ricade Sibiu, che nel 2019 è “Regione Europea della Gastronomia”.
Sin da 12 anni fa, lassociazione “My Transilvania” ha lanciato un progetto di turismo gastronoimco che invita gli ospiti a essere commensali, ossia a partecipare ad un pasto in un luogo particolare, contraddistinto da una specificità culturale, storica o paesaggistica, per fare loro vivere lesperienza di gustare le pietanze della tradizioni locali. Si chiama “brunch”, si svolge ogni anno e invita alla riscoperta dellidentita culturale e gastronomica locale. Per accedere a simili esperienze gastronomiche, organizzate tra aprile e novembre, si può acquistare unEat Local Card, ossia Tessera per mangiare locale.
Se fino allanno scorso i “brunch” si svolgevano nei finesettimana, principalmente nei paesini di tre province nel sud della Transilvania (Sibiu, Brasov e Mures), adesso il progetto viaggia anche verso altre regione romene, come lOltenia e la Valacchia, il Banato o la Dobrugia. La tessera offre la possibilità di fare assaggi presso le famiglie dei piccoli produttori locali, di partecipare a vari eventi rurali organizzati dallassociazione, come i laboratori gastronomici con dimostrazioni culinarie dal vivo, e di fare passeggiata alla scoperta dei paesini. Il brunch porta alla ribalta il concetto di cibo biologico e di “slow food”.
“È già la dodicesima stagione dei brunch nel sud della Transilvania perchè è da altrettanti anni che li organizziamo. Questanno abbiamo 46 eventi nelle tre province, Brasov, Mures e Sibiu, nel sud della Transilvania. La novità sono i brunch che organizziamo da questanno nel nord della Transilvania e dallanno scorso in altre regioni come Oltenia e Valacchia. E, sempre nel 2019, lanciamo tre nuovi brunch: a maggio, nel nord della Transilvania, nelle province di Cluj, Salaj, Bihor e Bistrita; a partire da giugno in Banato e, dal 5 maggio, in Dobrugia. Durante un brunch, oltre al momento culinario, che dura dalle 11 alle 13, e la visita nel villaggio che ospita il brunch, in programma dalle 13 alle 15, cè anche una piccola novità, ossia un workshop con cui proponiamo ai visitatori di approfondire la gastronomia e la cultura locale, di scoprire identità del villaggio”, ha raccontato a RRI il presidente dellAssociazione My Transilvania, Cristian Cismaru.
Molte delle regioni che ospitano i brunch sono dei veri mosaici etnici e culturali, la Dobrugia essendo casa di ben 14 minoranze nazionali. “Se in Banato ci sono influssi storici dei serbi, magiari, cechi, slovacchi e persino bulgari, mentre in Transilvania abbiamo influssi dei landler, quindi degli austriaci, e dei sassoni, arrivati dal sud della Germania, dei magiari, degli ebrei e degli armeni, in Dobrugia ci sono più influssi dal sud, i più forti essendo quelli turchi e tartari, ma anche quelli dei russi di antico rito ortodosso. Quindi, oltre ai piatti tipici romeni, ci sono anche tantissimi piatti etnici, grazie agli influssi delle varie etnie sulla cultura gastronomica di ciascuna regione, che vanno valorizzati. Il progetto-pilota in Dobrugia partirà il 5 maggio, in un paesino della provincia di Costanza. Si tratta di un brunch organizzato insieme al Convivium Slow Food Dobrugia, perchè noi lavoriamo nellintera Romania con le comunità Slow Food locali. Quindi, il brunch sarà ospitato dal luogo dove è predominante la comunità turca e insieme a essa porteremo alla ribalta le pietanze tipiche turche della zona. Tutto coronato dalla musica, dalle dimostrazioni culinarie dal vivo, davanti agli ospiti, pensate, allo stesso tempo, come un atelier gastronomico, e condito con le storie degli anfitrioni, accompagnate da passeggiate nel villaggio e visite presso le attrattive locali. Nel nord della Transilvania iniziamo, invece, a maggio, vicino a Cluj. Cerchiamo di collaborare moltissimo con i produttori locali, nella loro maggioranza piccoli produttori. A settembre, ad esempio, nel paesino Margău, ci sarà un brunch dedicato alle patate, vicino a Cluj, dove assieme al Club Gastronomico Transilvano organizzeremo un piccolo concorso a squadre intorno a questo prodotto-emblema del posto”, ci ha raccontato sempre Cristian Cismaru.
A fine marzo, lassociazione “My Transilvania” è stata co-organizzatrice della prima “Conferenza Slow Food in Romania”. “Per onorare il titolo di Sibiu – regione europea della gastronomia 2019, abbiamo pensato che il primo incontro di ampia portata delle comunità Slow Food in Romania si dovesse svolgere a Sibiu. Ci sono 13 comunità Slow Food in Romania diffuse in tutto il Paese, da Slow Food Dobrugia fino a Slow Food Bucarest – la Valacchia dei gusti e moltissime comunità nel resto del Paese e tutte queste comunità si sono incontrate per la prima volta a Sibiu. Il programma ha incluso una conferenza sul concetto di Slow Food e sul legame con il turismo gastronomico, un Mercato Slow Food dove ciascuna comunità locale ha presentato i suoi prodotti portabandiera e il lancio dellAlleanza degli Chef Slow Food in Romania. Con questa alleanza puntiamo a creare una comunità degli chef che cucinano con prodotti locali e, a fine marzo, a Sibiu, abbiamo messo a punto il regolamento dellalleanza e i principi di funzionamento. Abbiamo stabilito, ad esempio, che percentuale di prodotti locali deve adoperare uno chef per poter far parte di questa equipe. Un simile chef deve usare prodotti iscritti nellArca del Gusto Slow Food, un catalogo di prodotti appartenenti alla cultura e alle tradizioni di tutto il mondo a rischio di scomparire, ideata dallorganizzazione Slow Food, nonchè nel programma dei Presidia Slow Food. In Romania ci sono due presidia, uno del Formaggio Branza de burduf, nella zona di Bran, e laltro del Maiale di Bazna, nellomonima zona. Se uno vuole aderire allalleanza, deve adoperare le ricette e i prodotti tutelati da queste presidia e dallArca del Gusto. I piatti dei 26 chefs membri dellAlleanza si possono assaggiare nelle zone in cui ci sono comunità Slow Food, come le grandi città, Iasi, Brasov, Fagaras, Sibiu, Targu-Mures, Cluj, Timisoara, Bucarest e Costanza.”
Abbiamo chiesto a Cristian Cismaru cosè cambiato nella mentalità dei produttori e, allo stesso tempo, dei consumatori dopo 12 anni di promozione dei prodotti e produttori locali, allinsegna del magiare lento e sano e delle tradizioni gastronomiche locali.
“Credo sia nato un piccolo trend di consumo di prodotti locali. I consumatori cercano sempre di più i produttori delle proprie zone. La gente è contenta che sia siano ancora dei piccoli produttori nei villaggi. E cè anche una tendenza dei piccoli produttori a riunirsi per creare cooperative affinchè la distribuzione dei loro prodotti avvenga più facilmente. E allora, soprattutto nelle grandi città, sono nati dei cosiddetti food hub, oppure luoghi dove sono raccolti i prodotti locali per essere ridistribuiti, nel rispetto del principio della filiera corta, quindi senza intermediari”, ha sottolineato Cristian Cismaru.