Fiere e sagre stagionali in Romania
Vi invitiamo a sfogliare insieme il calendario delle sagre e delle fiere stagionali che si svolgeranno in Romania a febbraio e marzo.
Adina Vasile, 02.02.2018, 17:53
Vi invitiamo a sfogliare insieme il calendario delle sagre e delle fiere stagionali che si svolgeranno in Romania a febbraio e marzo.
Febbraio è, per tradizione, il mese degli innamorati, i quali in Romania vengono festeggiati due volte: la prima volta a San Valentino, il 14 febbraio, e la seconda il 24 febbraio, quando cade lantica Festa romena dellamore, chiamata “Dragobete”.
Il nome della festa tipica romena degli Innamorati, “dragobete”, deriva dalla parola “drag” ossia “caro” in romeno. Gli etonologi associano il nome con un personaggio della mitologia popolare romena, il dio campestre dellamore, raffigurato come un giovane svelto, forte, buono e molto bello cui sarebbe infatti dedicata la festa. Ma Dragobete è più che la festa dellamore e degli innamorati, è anche simbolo della primavera, del risveglio della natura e di fertilità. La tradizione vuole che i ragazzi e le ragazze festeggino il Dragobete per restare innamorati tutto lanno. Una volta, la festa era unoccasione per gli innamorati di dichiarare il loro amore davanti allintera comunità. Vestiti di festa, essi sincontravano nei villaggi dinanzi alla chiesa e andavano a cercare insieme fiori di primavera nelle foreste. Se si baciavano davanti a tutti ciò significava il loro fidanzamento ufficiale. Unaltra usanza dice che se le donne non incontrano gli uomini in questo giorno di festa resteranno non amate per tutto lanno e se gli uomini non scherzano, anzi litigano con le donne, le cose andranno male per loro fino alla fine dellanno.
Per celebrare lamore e gli innamorati, la capitale Bucarest vi aspetta, il 10 febbraio, ad una bellissima fiera dedicata appunto a loro – La fiera degli Innamorati – dove poterete trovare dei regalini unici. In un pub del centro storico, dalle 12.30 – 19.30, potrete scoprire centinaia di gioielli, vestiti, accessori e prodotti ecologici. Ci sarà solo limbarazzo della scelta.
Un altro festival stagionale si terrà dal 16 al 18 febbraio, a Cluj Napoca, nel centro della Romania: il Festival del Lardo Affumicato o LardoFest, molto gettonato dagli appassionati, organizzato principalmente dalla Corporazione degli Artigiani della Transilvania. Il festival si svolge in un periodo in cui i lardo affumicato è ben maturato, pronto per essere assaggiato accanto alla cipolla, alla verza in salamoia o al formaggio tipico.
Nellambito del LardoFest si svolgerà una sagra di prodotti tradizionali di carne cui parteciperanno produttori locali, nonchè un concorso del lardo, delle salsicce e dei salumi caserecci, rivolto a chi ama preparare in casa simili prodotti. Sabato, 18 febbraio, alla “Competizione culinaria tradizionale”, i prodotti saranno presentati su taglieri e saranno accompagnati da ingredienti, come la cipolla, laglio, formaggi, pomodori, peperoni e peperoncini, pane casereccio, verdure sottaceto, e dalla famosa grappa, dal vino cotto o da altre bevande proposte dai concorrenti.
Sempre dal 16 al 18 febbraio, a Campina, sulla Valle del Prahova, nel sud della Romania, si svolgerà la Sagra del Miele, uno dei più importanti eventi del genere in Romania. Campina è, accanto a Sulina, la città romena col maggior numero di giorni assolati, in cui vivono oltre 100 apicoltori che allevano migliaia di famiglie dapi. La fiera si aprirà come sempre come una serie di concorsi che si rivolgono agli apicoltori e ai visitatori. La Sagra è organizzata dallAssociazione Apicola “La Valle del Prahova” di Campina, membro della Federazione delle Associazioni Apicoli in Romania – ROMAPIS. La Sagra riunisce apicoltori dallintero Paese ed è unoccasione per degustare il miele e i dolci romeni a base di questo prodotto. La lunga tradizione mielaia degli abitanti di Campina ha portato alla produzione di mieli caratteristici, quali quello di tiglio, menta, colza, coriandro, girasole, oltre che allonnipresente millefiori. Le degustazioni di miele e di altri prodotti del territorio sono completate da concorsi, musica e dalla presenza degli artigiani popolari.
Uno dei concorsi che si svolgono nellambito della sagra si rivolge ai migliori degustatori, che devono azzeccare il maggior numero di tipi di miele tra 10-12 tipi. Un altro concorso è dedicato al più vorace consumatore di miele che deve mandar giù un chilo e mezzo di miele in al massimo tre minuti.
Sempre una sagra dedicata al miele è programmata, questa volta il 24 e il 25 marzo, a Blaj, in Transilvania. Si chiama la “Festa del Miele – Blaj” ed è una sagra di portata internazionale, con ospiti da vari Paesi, come Polonia, Ucraina, Bulgaria, Ungheria, Croazia, Italia, Germania, Francia, e persino da Paesi più lontani come il Giappone e o Israele, dove i prodotti romeni sono apprezzati e promossi. La sagra è ospitata dal centro storico di Blaj, dove sono attesi circa 5000 apicoltori.
Poi, a fine febbraio e inizio marzo, troverete, dapperttutto in Romania, fiere dedicate al Martisor (il marzolino), festa in occasione della quale le donne recano appeso ai vestiti lomonimo ciondolino con due fili intrecciati, uno bianco e uno rosso. Una delle più visitate fiere dedicate allusanza è ospitata dal Museo del Contadino Romeno di Bucarest, dove potete ammirare e comprare questi carinissimi simboli della primavera, fatti da artigiani popolari e artisti figurativi.
Il 1 marzo, che segna linizio calendaristico della primavera, in Romania si festeggia il Marzolino, una delle più vecchie e belle usanze romene. Le radici del Martisor risalgono allantichità, il nome di Martisor derivando da Martius, nome latino del dio Marte. Martisor si chiama anche il ciondolino con il cordoncino di fili intrecciati, rosso e bianco, di cui si dice che porti fortuna. Il cordoncino era fatto nel passato dalle donne anziane, per essere legato al polso, alla caviglia, a volte sopra le anche, oppure attorno alla vite. Lo portavano anche i giovani, le ragazze o le giovani spose, ma veniva messo anche al bestiame, soprattutto agli agnelli, ai vitelli e ai cavalli. Più tardi, al Martisor si aggiunse una moneta bucata, che poteva essere, a seconda della posizione sociale di chi la portava, doro, argento o rame.
Il Martisor, diventato un ciondolo portafortuna, veniva portato, per tradizione, per almeno 9 giorni e spesso per tutto il mese di marzo, finquando fioriva il primo albero da frutta. Veniva appeso ai rami del rispettivo albero, gesto accompagnato da un incantensimo per la salute e la bellezza.