San Teodoro in compagnia
Vi invitiamo nel centro-ovest della Romania, in provincia di Hunedoara, nella Contrada di Hațeg, segnata da una spiccata impronta storica ed etnografica.
Ana-Maria Cononovici, 14.04.2022, 16:02
Vi invitiamo nel centro-ovest della Romania, in provincia di Hunedoara, nella Contrada di Hațeg, segnata da una spiccata impronta storica ed etnografica. E’ qui che si trova anche il Geoparco dei dinosauri della Contrada di Haţeg, inserito nel patrimonio dell’UNESCO, che onora la cultura e i valori locali. Uno di questi esempi di tradizioni è Însoţitul de Sântoader (l’Accompagnamento di San Teodoro), recentemente sviluppato dall’Associazione delle Donne di Sântămăria Orlea, in partenariato con il Geoparo. La presidente dell’associazione, Silvia Szakacs Mikes, ci offre maggiori dettagli.
La maggior parte dei nostri progetti è stata realizzata in collaborazione con il Geoparco, che sempre fa convergere le energie e promuove tutto ciò che accade nella regione di Haţeg, tutto ciò che merita di essere evidenziato a livello naturale o culturale. Uno degli obiettivi del Geoparco è l’educazione, che avviene in un ambiente organizzato. Ogni scuola ospita un club di geo-esploratori che organizza progetti straordinari durante tutto l’anno, permettendo ai bambini di imparare cos’è un geoparco, di avere informazioni sulla propria regione, di prendere coscienza dell’importanza della natura, ma anche del patrimonio naturale e culturale. Imparano a conoscerli, da un lato, ma anche a metterli in evidenza. Uno di questi progetti è proprio quello dell’Accompagnamento di San Teodoro, dice Silvia Szakacs Mikes, presidente dell’Associazione delle Donne di Sântămăria Orlea, spiegando in che cosa esattamente consiste questa usanza.
È un’usanza molto antica, che rallegra molto i bambini. In effetti, significa fare amicizia, ma è anche una competizione. Negli ultimi anni siamo riusciti a ripristinare questa tradizione. Di cosa si tratta esattamente: è una tradizione molto bella, un’occasione per la quale prepariamo le ciambelle di San Teodoro, fatte di impasto per il pane, che viene intrecciato. Si distinguono per la loro cresta a forma di fiore, fatta dallo stesso impasto, ma un po’ più denso, perché ad esso viene aggiunta un po’ più di farina per potergli dare la forma desiderata. Viene poi steso, prima di essere tagliato, arrotolato e adagiato sulle ciambelle. Dopo di che mettiamo tutto al forno, cuociamo e quando sono pronte le conserviamo fino a domenica mattina, momento della festa. Le mamme decorano le creste delle ciambelle con fiori di stagione – violette, giacinti o bucaneve. Devono essere leggere per poter galleggiare sull’acqua. Questa celebrazione genera molta energia! I bambini sono assolutamente entusiasti. Dovreste vedere la gioia irradiarsi dai loro volti, sono felicissimi!, dice la nostra ospite.
Come ogni anno, i bambini hanno preparato le ciambelle con tanta gioia, per poi viziarsene i palati, mentre le creste decorate con fiori adagiate su un ruscello, come vuole la tradizione, aggiunge Silvia Szakacs Mikes. È un po’ come una competizione. I rotoli vengono messi su una spianatoia che galleggia sull’acqua. Vince quello che scivola per primo sull’acqua e che viene chiamato il grande marito. Veramente da orgoglio! Ma ad altri piace anche seguire le creste delle ciambelle lungo il corso d’acqua, è come una gara, la posizione cambia a seconda del corso dell’acqua. Siamo riusciti a trasmettere ai bambini l’arte di preparare queste ciambelle, e sono veramente molto felici! Per me è un’esperienza straordinaria, riusciamo a tramandare queste tradizioni, che i bambini di oggi trasmetteranno, a loro volta, un giorno. Sono sicura che vorranno farlo! È una gioia fare questa attività insieme, perchè si legano anche tante amicizie. Ricordo mia nonna, che, fino a un’età molto avanzata, continuava a chiamare mie compagne le amiche che aveva conosciuto in questo modo dall’infanzia. È un’usanza meravigliosa che merita di essere perpetuata, dice ancora Silvia Szakacs Mikes.
Il bambino il cui rotolo di impasto viaggia più veloce sul ruscello è chiamato il grande marito o la grande moglie. Ma il primo obbligo dei vincitori per onorare il loro titolo è quello di offrire agli altri bambini succhi di frutta e dolci o torte. Si dice addirittura che le amicizie forgiate durante la festa di San Teodoro siano a vita. La nostra interlocutrice ci ha detto che lei stessa ha partecipato da piccola a feste simili. E che l’unica differenza tra le feste di una volta e quelle di oggi è che ora ci sono meno bambini nei villaggi. La gioia resta immensa nonostante tutto, ed è possibile condividere queste tradizioni con i più piccoli, con l’augurio che anche loro vogliano tramandarle alle generazioni future.