Usanze di Natale in Romania
La grande Festa della Natività del Signore, celebrata dall'intero mondo cristiano, porta tutt'una serie di rituali specifici nello spazio romeno.
Monica Chiorpec, 23.12.2020, 10:00
La grande Festa della Natività del Signore, celebrata dall’intero mondo cristiano, porta tutt’una serie di rituali specifici nello spazio romeno. Naturalmente, l’attuale emergenza pandemica impone alcune restrizioni, però si tratta di usanze tramandate da centinaia di anni e rimaste quasi immuntate in certe comunità. Radio Romania Internazionale vi presenta alcune insieme a Ileana Morariu, la proprietaria del Museo della Pastorizia di Jina, in provincia di Sibiu.
La più bella e antica tradizione è quella dei gruppi di giovani auguratori, formati una volta da 20enni che avevano compiuto il servizio di leva e non si erano ancora sposati. I preparativi cominciavano dal 6 dicembre, quando si celebra la Festa di San Nicola. Alla vigilia della Natività del Redentore, vanno a fare gli auguri in tutte le masserie del Paese, e sono accolti dalla gente con tanta gioia. Sempre a Natale vanno a fare gli auguri anche i gruppi dei principini, composti da giovanni delle scuole medie, come anche le ragazze che portano la Stella di Natale. Sempre in questa occasione, era compito dei giovani portare ai padrini o ai testimoni di nozze un’enorme ciambella, spiega Ileana Morariu.
La regione storica del Maramures e la Contrada di Oas sono due delle zone etnofocloristiche in cui lo spirito natalizio si è conservato immutato per secoli, fatto confermato pienamente anche in questi giorni, come spiega la direttrice del Museo della Contrada di Oas, Natalia Lazar.
Il Natale è una festa cristiana molto importante nella provincia di Maramures e nelle aree etnografiche che la compongono. Le usanze che si sovrappongono su uno sfondo pagano o precristiano sono molti importanti, e ricordo quella dei canti natalizi interpretati da auguratori maschi, inserita nel patrimomio culturale immateriale dell’UNESCO. Inoltre, gli spettacoli drammatici i cui protagonisti indossano delle maschere, fanno in ugual misura riferimento, da una parte, alla componente religiosa e dall’altra al substrato pagano. E’ noto che le maschere si ritrovano in quasi tutti i Paesi dell’Europa centro-orientale. La storia delle maschere popolari romene comincia con quelle primitive e con i giochi delle maschere, che ricordavano le attività di base come quelle di cacciatore e raccoglitore, ma anche le abitudini della vita di famiglia, la nascita, le nozze, la morte o le feste lungo l’anno, spiega Natalia Lazar.
I canti natalizi interpretati dagli auguratori annunciano la Natività del Signore. Riti precristiani, sovrapposti sulla grande festa si sono conservati perfettamente nelle zone etnofolcloristiche del nord della Romania, aggiunge la direttrice del Museo della Contrada di Oas. Tra le usanze vivissime nel Maramures, ricorderei quella dei giovani mascherati che vanno in giro accompagnati da raffigurazioni della capra, o quella del Viflaim, una forma di teatro popolare cristiano, conservata ancora perfettamente sulle Vallate di Iza e Mara e nella contrada di Oas, nel Maramures. Mi riferirei anche a due usanze meno conservate, eppure vive nella memoria collettiva. Si tratta della Danza dei Babbi Natale, come riferimento ad un tempo sacro, in cui i cieli si aprono e agevolano la comunicazione tra i due mondi. E poi gli auguratori di Cavnic chiamati Brondosi, che ricordano le invasioni tartare. Secondo la leggenda, nel 1717 i Brondosi salvarono la località dalla distruzione, spaventando i tartari. Le usanze natalizie si conservano anche nelle sagre, come quella che si svolge a Sighet ogni anno nei due giorni successivi al Natale, e quella di Negresti – Oas, spiega ancora Nataliza Lazar.
E se negli antichi villaggi il Natale era un’occasione per rifare l’equilibrio nella comunità, oggi il periodo che precede la festa diventa, soprattutto nelle città, una maratona delle spese: regali, abeti, addobbi e prelibatezze gastronomiche sono indispendabili. Anche se la situazione eccezionale di quest’anno impone misure di protezione senza precedenti, il Natale rimane per tutti un momento di gioia e speranza in un nuovo inizio. Buon Natale da Radio Romania Internazionale!