Arte romena ed europea in tour virtuali
Radio Romania Internazionale vi invita a scoprire in un giro virtuale alcuni musei di Bucarest. Partiamo dal Museo delle Collezioni d'Arte, custodito dal vecchio Palazzo Romanit al centro della capitale.
Daniel Onea, 15.05.2020, 12:46
Radio Romania Internazionale vi invita a scoprire in un giro virtuale alcuni musei di Bucarest. Partiamo dal Museo delle Collezioni d’Arte, custodito dal vecchio Palazzo Romanit al centro della capitale. Un edificio impressionante risalente alla fine dell’Ottocento, che ha conservato la stessa struttura fino ai nostri giorni. Siamo accompagnati da Georgiana Iacob della Sezione Educazione, Comunicazione e Progetti culturali del Museo Nazionale d’Arte di Romania.
Il tour virtuale offre un’immagine complessiva sulle collezioni romene, soprattutto del periodo compreso tra le due guerre mondiali. Scoprirete arte romena e non solo. Ricordo le impressionanti collezioni di pittura romena. Tra le più importanti spicca quella intitolata Dona, con numerosi quadri dipinti da Nicolae Grigorescu. L’orientalismo era una tendenza particolarmente importante e interessante in quel periodo. Molti collezionisti furono attratti da tutto quanto significava l’Oriente, sia che parliamo dell’influenza islamica o del lontano Giappone. Custodiamo lavori dei fratelli Avakian, Hrandt e Béatrice, ma anche una stupenda stanza araba della collezione del diplomatico Marcu Beza. Inoltre, il palazzo vanta importanti collezioni monografiche. Ricorderei la collezione Corneliu Baba, rappresentativa per l’ultimo periodo della sua creazione. Questa collezione si è aggiunta nel 2009, donata al museo dalla moglie dell’artista, e mette in valore proprio questo ultimo periodo, segnato da trasformazioni, spiega Georgiana Iacob.
Ammirerete lavori della serie dei Re folli o dei Timori, ma anche ritratti e autoritratti. Esposti anche ritratti della moglie, autoritratti dell’artista, presenti in tante composizioni, con tanti personaggi. Tra le collezioni monografiche, ricorderei quelle dedicate a Iosif Iser, ottimamente rappresentato anche nella collezione Weinberg. Aggiungo Micaela Eleutheriade o Lucia Demetriade-Bălăcescu, esponenti del movimento femminista nell’arte romena del primo dopoguerra, aggiunge Georgiana Iacob.
Il Museo Zambaccian e il Museo Theodor Pallady sono due gioielli di Bucarest, ognuno costruito attorno ad un’unica collezione. Georgiana Iacob ci presenta per primo il Museo Zambaccian. Questa collezione, raccolta soprattutto nel primo dopoguerra dal rinomato collezionista Krikor Zambaccian, presenta una delle migliori viste panoramiche sull’arte romena interbellica e non solo. Accanto ai grandi artisti romeni come Nicolae Grigorescu, Ștefan Luchian, Tonitza, Pallady o Petrașcu, Zambaccian era particolarmente interessato anche all’arte francese. Benchè ristretta, questa collezione include nomi famosi: Paul Cézanne, Camille Pissarro, Pierre Bonnard o Albert Marquet. Questo tour vi svela anche gli interni della casa del collezionista, costruita appositamente per custodire la collezione visitabile da quando Zambaccian era in vita, e che fu destinata a diventare museo d’arte, aggiunge Georgiana Iacob.
L’edificio del Museo Zambaccian fu costruito verso la fine degli anni ’40 e ampliato di pari passo con la collezione che richiedeva più spazio per essere esposta. Al generoso pianoterra, una sala grande ripara mobili spagnoli e italiani, ma anche un impressionante camino. Le porte non sono tradizionali, entrano direttamente nelle pareti per risparmiare spazio. Nell’ultima sala del pianoterra, dedicata al pittore Stefan Luchian, il visitatore è avvolto da una luce diffusa, ottima pe ammirare le opere. Sempre al pianoterra si trova una delle più belle stanze dell’edificio – lo studio-biblioteca del collezionista, dove sono esposti dipinti di Theodor Pallady. Al primo piano, le stanze da letto della famiglia sono diventate piccole sale esposizioni. I corridioi, dove la luce è diffusa, sono riservati ai disegni. Sempre al primo piano, due sale custodiscono la collezione d’arte francese, spiega ancora la nostra guida.
Concludiamo il tour virtuale al Museo Theodor Pallady, che ha la particolarità di raccontare tre storie. In primo luogo, sarebbe la storia della Casa Melik, che sembra fosse la più vecchia abitazione di Bucarest. Scoprirete anche un bell’interno: la scalinata, il primo piano, il grande atrio che porta nelle stanze laterali e la veranda chiusa, specifica all’architettura dell’epoca. Georgiana Iacob prosegue il racconto.
La seconda storia riguarda l’artista stesso. Un Theodor Pallady interessante, in quanto rappresentato dal suo periodo francese. Si tratta di alcuni dipinti a olio e di un’impressionante collezione di circa 800 disegni del suo soggiorno parigino. Questi disegni ci accompagnano alla scoperta della Parigi interbellica, particolarmente amata dall’artista. I lavori sono particolari in quanto sono rimasti nella sua bottega nel momento in cui lui pensava di essere rientrato per poco tempo in Romania. Ma, purtroppo, non ebbe mai modo di tornare nella capitale francese. La terza storia è quella di Gheorghe Raut, l’amico parigino di Pallady, con il quale condivideva la stessa casa a Place Dauphine. Era banchiere, ma amava tanto l’arte ed era diventato un appassionato collezionista. Tra fine anni ’60 – inizio ’70, decise di donare allo stato romeno una parte della sua collezione. Praticamente, il Museo Pallady presenta questa collezione eterogenea, accanto ai lavori firmati pittore romeno. La collezione Gheorghe Raut ci svela l’interesse del collezionista per l’arte europea, ma anche orientale, conclude Georgiana Iacob della Sezione Educazione, Comunicazione e Progetti culturali del Museo Nazionale d’Arte di Romania.