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Vecchie dimore storiche di Bucarest

Le dimore storiche di Bucarest, alcune delle quali ospitano attualmente istituzioni pubbliche o culturali, altre essendo residenze private, sono testimonianze dei tempi pieni di fasto e sontuosità della capitale romena.

Vecchie dimore storiche di Bucarest
Vecchie dimore storiche di Bucarest

, 16.02.2018, 08:00

Le dimore storiche di Bucarest, alcune delle quali ospitano attualmente istituzioni pubbliche o culturali, altre essendo residenze private, sono testimonianze dei tempi pieni di fasto e sontuosità della capitale romena.



Carrozze eleganti, frac, lussuosi vestiti da sera, balli e serate stravaganti. Questa latmosfera di una delle più belle ville della Bucarest di una volta, la Casa Lenş-Vernescu, monumento architettonico simbolo della capitale romena, carico di storia. La storia di questa casa che sorge su uno dei più vecchi e belli viali della capitale, il Viale della Vittoria, iniziò intorno al 1763, quando il nobile franceseJean-Baptiste Linche diventò segretario del principe romeno Constantin Racovita e sposò una romena con cui ebbe un figlio, Filip Lenş. Questi fece costruire la Casa Lenş nel 1821 e la offri a sua moglie come regalo di nozze. Nel 1853, dopo la morte di Filip Lenş, la casa divenne sede di diverse istituzioni come il Ministero della Difesa o lo Stato Maggiore dellEsercito Russo, epoca in cui venne visitata dallo scrittore Lev Tolstoj. Nel 1886, gli eredi di Filip Lenş vendettero la casa a Guţa Vernescu, un famoso avvocato e politico, uno dei fondatori del Partito Liberale, che commissionò allarchitetto Ion Mincu la ristrutturazione della casa. Fu in quegli anni che la Casa Lenş-Vernescu conobbe la gloria degli anni doro della Piccola Parigi, comera soprannominata la capitale romena Bucarest, diventando luogo di ritrovo dellartistocrazia. I balli e le serate organizzati qui erano alla pari di quelli a Vienna e Parigi. Gli arredi lussuosi, le colonne imponenti, le arcate dorate e la scala monumentale in marmo di Guatemala, le vetrate a colori e gli specchi grandissimi contraddistinguono questo luogo di leggenda della capitale. Sui soffitti il pittore George Demetrescu Mirea ha dipinto delle vere e proprie allegorie, un mondo da sogno, con nuvolette e putti. Sempre sui soffiti sono scritti i nomi di personalità come Seneca, Pascal o Shakespeare. Verso la fine della sua vita, a causa della bancarotta, Guţa Vernescu dovette vendere la casa allo stato romeno. Fu il momento in cui iniziò il suo declino e fino alla fine della Seconda Guerra Mondiale essa diventò sede del Ministero dellEconomia, del Ministero dellIndustria e del Commercio e del Governo romeno. Nel 1944, fu acquistata dallEsercito Rosso, che distrusse parte degli affreschi, e dopo il 1945 diventò proprietà del Governo comunista che la adoperò per gli eventi ufficiali. Nel 1990 divenne sede dellUnione degli Scrittori della Romania e nel 1993 la Casa Vernescu fu ristrutturata e diventò ristorante a 5 stelle.



Unaltra casa che resistette alla prova del tempo, costruita per accogliere le visite della famiglia reale della Romania secondo gli standard dellepoca, e che è giunta intatta nelle mani degli eredi dopo il crollo del comunismo, appartiene alla famiglia Chrissoveloni. La villa signorile Chrissoveloni, in strada Negustori (Negozianti) di Bucarest, ha una storia di oltre 100 anni. La sua sala da ballo era frequentata dalla Regina di Romania. Fu la villa del più importante banchiere in Romania del periodo interbellico, fondatore di un vero impero bancario e industriale, il greco Zannis Chrissoveloni, che, nel 1848, si trasferì nei Principati Romeni, dove aprì una banca, la quale, con lapertura di alcune succursali, cominciò a svilupparsi. La famiglia fece investimenti anche in affari immobiliari, industria e agricoltura, soprattutto dopo la prima Guerra Mondiale. La banca aveva delle succursali persino a Parigi, Londra, New York ed Atene. Fu costruita personalmente dal nonno materno dellattuale proprietario, Constantin Colibaseanu, ingegnere-edile. La sua fondazione è sopravvisuta a due forti terremoti, quelli del 1940 e del 1977. È stata confiscata dai comunisti e adoperata come sede per diverse istituzioni dello stato, il che fu la sua fortuna perchè fu meglio conservata rispetto ad altri edifici che nel periodo comunista servirono come abitazioni collettive. Ci vollero 10 anni affinchè la villa fosse restituita ai suoi proprietari, che vi sono legati da cari ricordi. Qui fu celebrato il matrimonio della nipote di Constantin Colibaseanu con Nicky Chrissoveloni, lerede della celebre famiglia di banchieri. I lampadari spettacolari, la scala in legno minuziosamente lavorata, le colonne in stucco, la cantina per i vini e la camera mansardata alla francese si sono conservati come una volta. Originale anche la cassaforte nella biblioteca, che legò i genitori dellattuale proprietario Jean Chrissoveloni ancor prima della loro nascita. Era distribuita dalla compagnia Youell&Watson, e Youell era il nonno di suo padre.



Unaltra casa famosa è la Casa Melik, la più antica abitazione di Bucarest, che sorge nel centro del quartiere armeno e risale alla seconda metà del 18esimo secolo. Conserva ancora intatta la sua architettura originale. Fatta costruire da un boiardo con rango di spătar (alto dignitario della corte principesca, comandante delle forze armate in assenza del principe), nel 1822 divenne proprietà del negoziante armeno Nazaretoglu e fu data in dote ad Anna Nazaretoglu, che sposò larchitetto Iacob Melik, donde anche il suo nome. Durante la Rivoluzione del 1848, nota come la Primavera dei Popoli, in questa casa si nascosero importanti rivoluzionari romeni come Ion Heliade Radulescu, C. A. Rossetti e Ion Bratianu. Dopo la repressione della rivoluzione, i coniugi Melik andarono in esilio per 9 anni ad Istanbul e Parigi. Quando tornarono nel 1857, fecero restaurare ledificio. Anna Melik lasciò la casa in eredità alla comunità armena affinchè fosse adoperata come asilo per le vedove anziane, ma la casa fu vinta in tribunale dal nipote del marito, che successivamente, però, la perse e, cosi, il desiderio di Anna Melik fu esaudito fino allavvento del comunsimo, quando la casa fu nazionalizzata e affittata. Fu ulteriormente adibita a museo su richiesta di due appassionati romeni darte, che posero ciò come condizione per la donazione della loro collezione di dipinti del famoso pittore romeno Theodor Pallady allo stato romeno. Dagli anni 70 la casa Melik ospita il Museo Nazionale dArte “Theodor Pallady”.





Foto: Mariana Chiriţă/ RRI
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