Usanze natalizie in Romania
La grande Festa della Natività del Signore, celebrata dall'intero mondo cristiano, porta tutt'una serie di rituali specifici allo spazio romeno.
Monica Chiorpec, 22.12.2017, 12:47
La grande Festa della Natività del Signore, celebrata dall’intero mondo cristiano, porta tutt’una serie di rituali specifici allo spazio romeno. La regione storica del Maramures e la Contrada di Oas sono due delle zone etnofocloristiche in cui lo spirito natalizio si è conservato immutato per secoli, fatto confermato pienamente anche in questi giorni, come spiega la direttrice del Museo della Contrada di Oas, Natalia Lazar.
Il Natale è una festa cristiana molto importante nella provincia di Maramures e nelle aree etnografiche che la compongono. Le usanze che si sovrappongono su un substrato pagano o precristiano sono molti importanti, e ricordo quella dei canti natalizi interpretati da auguratori maschi, inserita nel patrimomio culturale immateriale dell’UNESCO. Inoltre, gli spettacoli drammatici i cui protagonisti indossano delle maschere, fanno in ugual misura riferimento, da una parte, alla componente religiosa e dall’altra al substrato pagano. E’ noto che le maschere si ritrovano in quasi tutti i Paesi dell’Europa centro-orientale. La storia delle maschere popolari romene comincia con quelle primitive e con i giochi delle maschere, che ricordavano le attività di base come quelle di cacciatore e raccoglitore, ma anche le abitudini della vita di famiglia, la nascita, le nozze, la morte o le feste lungo l’anno, spiega Natalia Lazar.
I canti natalizi interpretati dagli auguratori annunciano la Natività del Signore. Riti precristiani, sovrapposti sulla grande festa si sono conservati perfettamente nelle zone etnofolcloristiche del nord della Romania, aggiunge la direttrice del Museo della Contrada di Oas. Tra le usanze vivissime nel Maramures, ricorderei quella dei giovani mascherati che vanno in giro accompagnati da raffigurazioni della capra, o quella del Viflaim, una forma di teatro popolare cristiano, conservata ancora perfettamente sulle Vallate di Iza e Mara e nella contrada di Oas, nel Maramures. Mi riferirei anche a due usanze meno conservate, eppure vive nella memoria collettiva. Si tratta della Danza dei Babbi di Natale, come riferimento ad un tempo sacro, in cui i cieli si aprono e agevolano la comunicazione tra i due mondi. E poi gli auguratori di Cavnic chiamati Brondosi, che ricordano le invasioni tartare. Secondo la leggenda, nel 1717 i Brondosi salvarono la località dalla distruzione, spaventando i tartari. Le usanze natalizie si conservano anche nelle sagre, come quella che si svolge a Sighet ogni anno nei due giorni successivi al Natale, e quella di Negresti – Oas, spiega ancora Nataliza Lazar.
Gruppi di auguratori si incontrano anche nelle città. Eppure, pochi sanno che sono organizzati secondo regole strette. I primi a partire a fare gli auguri sono i gruppi formati da 5 fino a 8 ragazzi. Nella regione del Maramures, i gruppi sono misti. Sulle spalle portano le bisacce in cui mettono le ciambelle che ricevono dai padroni di casa che li accolgono. Il 24 dicembre, alla vigilia di Natale, i gruppi si mettono in moto già dall’alba. I maschi giovani escono appena al calar del sole e sono gli ultimi ad annunciare la Natività del Signore, come dice Delia Suiogan, etnologo presso l’Università del Nord di Baia Mare.
Ricevono delle ciambelle che verranno messe su un velo ricamato, posto sul migliore fieno, tagliato appositamente per le festività. Prima che gli auguratori arrivassero, in tutte le case devono essere pronte le ciambelle, che verranno offerte accanto a noci e mele. Un bellissimo rituale della zona è quello di legare con una catena le gambe del tavolo collocato in mezzo al soggiorno, con l’augurio che il Nuovo Anno sia intero e la famiglia unita. Si dice che questa usanza protegge anche gli animali dall’essere rubati o dall’ammalarsi. Il padrone di casa scende in cantina e porta la grappa che offrirà agli auguratori appena arrivati, spiega Delia Suiogan.
I canti natalizi annunciano ogni anno anche un nuovo inizio.