Alchimia e farmacia a Cluj
Proprio nel centro di Cluj, nelledificio in cui funzionava la più antica farmacia, menzionata nei documenti intorno allanno 1573, si può visitare l'inedita collezione di storia della farmacia del Museo Nazionale di Storia della Transilvania
Ana-Maria Cononovici, 30.01.2017, 19:54
Proprio nel centro di Cluj, nell’edificio in cui funzionava la più antica farmacia, menzionata nei documenti intorno all’anno 1573, gli interessati possono scoprire una collezione del tutto speciale per il valore e l’inedito degli oggetti esposti: la collezione di storia della farmacia del Museo Nazionale di Storia della Transilvania. Al confine così fragile fra la scienza della preparazione dei rimedi naturali e l’alchimia, la collezione presenta oggetti farmaceutici risalenti a centinaia di anni fa, recipienti per la distillazione delle medicine, vasi di forma e colori strani per la loro conservazione, rimedi omeopatici e trattati con le pagine ingiallite contenenti ricette di cui oggi si sa poco.
La dott.ssa Ana-Maria Gruia, museografo, spiega: E’ una collezione speciale e rara in Romania, il nostro è il secondo museo del genere, il primo si trova a Sibiu. E’ una collezione abbastanza rara anche a livello europeo. In più, per il suo modo di presentazione, offre informazioni non solo agli specialisti, ma anche al pubblico non specializzato. La collezione presenta vari aspetti, non strettamente legati alla storia della farmacia, ma anche alle mentalità, al commercio con spezie nel Medio Evo, al modo in cui erano guardate la malattia, la salute e la guarigione in Transilvania, nell’epoca premoderna e moderna, dato che la nostra collezione risale ai secoli XVIII, XIX.
Diffuse in tutti i Paesi dell’Europa, le farmacie di quell’epoca avevano una struttura simile. La prima stanza è lo spazio in cui si vendevano le medicine, decorata con un dipinto murale in stile barocco, unico in Romania, realizzato nel 1766. Ana-Maria Gruia spiega cos’altro si può vedere nella farmacia di Cluj: Praticamente si entra nella più antica farmacia della città, perciò lo spazio che la ospita è altrettanto importante come la collezione. Si conservano le decorazioni barocche dell’antica farmacia, la struttura delle stanze, il laboratorio allestito al sottosuolo. Tutti gli oggetti sono presentati nel contesto originale del loro uso. La maggior parte della collezione è formata da vasi farmaceutici e diversi recipienti, di vari materiali, con scritte in latino, in cui venivano conservati i preparati o gli ingredienti utilizzati nelle antiche farmacie. Abbiamo poi mobili d’epoca, strumenti di laboratorio, da mortai a recipienti più specializzati: percolatori, apparecchi di distillazione o altri strumenti utilizzati nella preparazione delle medicine. Abbiamo una collezione molto ricca di libri e di documenti provenienti dalle farmacie, ricette risalenti a epoche diverse. C’è anche una sala con una collezione di apparecchiatura sanitaria, tecnica medicale, strumenti utilizzati negli ospedali di Cluj dal 1900 fino a non molto tempo fa e la gente reagisce meglio a questa parte perché riconosce più facilmente certe cose.
Abbiamo chiesto ad Ana-Maria Gruia se gli ingredienti utilizzati nelle farmacie in passato sono riconosciuti come rimedi dai visitatori di oggi. Ecco la sua risposta: Sono facilmente riconoscibili da chi è familiarizzato con le farmacie che vendono prodotti naturali o con la medicina moderna che torna agli antichi rimedi omeopatici: gli ingredienti sono soprattutto a base di piante, alcune esotiche, bizzarre, ottenuti da diverse specie di insetti e animali o addirittura dagli esseri umani: abbiamo la famosa polvere di mummia, la medicina universale delle epoche passate. D’altra parte, ci sono ancora tante cose da scoprire. Partendo da questi ingredienti, la gente può scoprire la storia dell’arte, il modo di decorazione delle farmacie, le strategie iniziali di vendita. Il marketing è nato praticamente nelle farmacie, queste essendo i primi affari privati. Dunque la scoperta della farmacia va in direzioni varie e inaspettate.
La polvere di mummia si prendeva con il cucchiaino. Era molto cara, ma andava di moda. Nella farmacia di Cluj scopriamo, in alcuni vasi, la polvere di corallo, ma anche i cosiddetti occhi di granchio (lapides cancrorum, degli agglomerati calcarei raccolti dal corpo dei granchi), fonti naturali di calcio, theriaca venetai, l’antidoto veneto contro i veleni, escrementi di tasso utilizzati per preparare farmaci contro l’epilessia, ma anche una specie di lucertola portata dall’Oriente, di cui certe parti del corpo venivano mescolate ad altri elementi per preparare polveri afrodisiache. Benefici o meno, i rimedi che i farmacisti consideravano in grado di guarire le malattie erano tanto più apprezzati quanto l’animale era più esotico.
Abbiamo chiesto ad Ana-Maria Gruia se ci sono molte medicine di quei tempi all’origine di quelle che si usano oggi: Nel caso di molti ingredienti del passato la questione non è stata analizzata da un punto di vista scientifico, in altri si presuppone ci siano state anche sostanze utili che hanno portato alla sintetizzazione dei prodotti di oggi. Altri, d’altra parte erano ovviamente inutili e potevano persino nuocere, ma ciò dipendeva anche dalla zona, dalla freschezza degli ingredienti, del modo in cui venivano somministrati. La polvere di mummia era, a mio avviso, un prodotto il cui effetto era solo di tipo placebo – ha detto Ana-Maria Gruia.
I visitatori di una collezione come questa devono avere il senso dell’umorismo, ha affermato ancora la nostra interlocutrice, aggiungendo: Devono essere disposti a lasciarsi trascinare da questa storia, che può assomigliare a quella di Harry Potter, all’alchimia. Bisogna essere in primo luogo curiosi per poter sfruttare alla meglio una visita al museo della farmacia di Cluj.
Con una pubblicità a forma di mortaio appesa sopra la porta d’ingresso, la collezione di storia della farmacia vi aspetta, a Cluj, per curare la malattia più diffusa dei nostri tempi: la fretta. (tr. G.P.)