La Chiesa fortificata di Saschiz
Sita nel centro della Romania e abitata agli inizi dai sekleri e poi da sassoni, la località di Saschiz si è fatta notare lungo i secoli per due elementi tipici degli insediamenti tedeschi della Transilvania: la chiesa fortificata e la fortezza contadina.
Christine Leșcu, 24.09.2014, 12:36
Sita nel centro della Romania e abitata agli inizi dai sekleri e poi da sassoni, la località di Saschiz si è fatta notare lungo i secoli per due elementi tipici degli insediamenti tedeschi della Transilvania: la chiesa fortificata e la fortezza contadina. La chiesa, collocata nel centro della città, è uno dei più grandi ed impressionanti luoghi di culto sassoni e oggi può essere ammirata, nella sua forma iniziale, quasi inalterata, passando proprio per la strada principale che attraversa la località. Intitolata a Santo Stefano, la chiesa ha 22 contrafforti e la sua costruzione è durata molto, come racconta lo storico Alin Pora, coautore della “Monografia della località di Saschiz”.
“Gli inizi di questo monumento architettonico risalgono al 1495, ma la costruzione fu ultimata nel 1525. Per far erigere l’edificio fu necessario l’intervento del Comitato sassone di Sibiu. Si conservano persino i documenti attestanti le tranche in cui le autorità di Sibiu avevano mandato i soldi: tre tranche ciascuna di 25 galbeni. Dal punto di vista architettonico la chiesa è costruita in stile tardo gotico. Un elemento speciale nella costruzione di questa chiesa è la creazione, sopra la volta, di un posto in cui gli arcieri si difendevano nell’eventualità di attacchi contro la comunità. Inizialmente, la chiesa fortificata aveva anche un muro di fortificazione che con il passare del tempo fu distrutto e non più ricostruito. Forse anche perché poco dopo la costruzione della chiesa venne eretta anche la fortezza contadina di Saschiz, che fungeva sia da residenza che da deposito delle provviste in tempi di pace. In tempi di guerra invece, serviva da luogo di riparo per la popolazione”, spiega lo storico.
Ricerche archeologiche recenti rilevano che, nonostante alcune ipotesi iniziali, la Chiesa Santo Stefano non era stata costruita sopra una basilica più antica, per cui le dimensioni e l’aspetto sono quelli originali. Nel 1677 la torre principale fu sopraelevata, sul modello della Torre dell’Orologio di Sighisoara, città con la quale Saschiz (oppure Keisd, in tedesco), era in competizione nel Medioevo.
“La fortezza fu costruita sempre a scopi difensivi. Alla sua costruzione parteciparono, secondo la leggenda, gli abitanti di sette villaggi. Non si poteva passare per Saschiz se non si faceva un minimo sforzo per la fortezza. Ad esempio, i mercanti di passaggio dovevano lasciare le merci all’ingresso nel villaggio, caricare pietra nei carri, portarla su alla fortezza e solo dopo riprendersi le merci e attraversare il comune. La fortezza risale più o meno allo stesso periodo come la chiesa. Aveva sette torri, una essendo la torre della scuola, perché i sassoni puntavano molto sull’istruzione sin dai tempi più remoti. La chiesa è collocata al centro della località, mentre la fortezza è ubicata in cima ad un colle, a nord della chiesa e della torre”, aggiunge Alin Pora.
Oltre alla torre della scuola, la fortezza contadina di Saschiz vantava anche altre torri: la torre della porta, la torre principesca sul lato settentrionale, la torre del prete e quella della munizione. (traduzione di Gabriela Petre)