Perchè s’innamorano gli stranieri della Romania?
In Romania vivono molti stranieri, in maggioranza imprenditori, ma anche professori, giovani che vengono a studiare o rappresentanti delle varie organizzazioni nongovernative.
Iuliana Sima Anghel, 10.12.2013, 09:59
In Romania vivono molti stranieri, in maggioranza imprenditori, ma anche professori, giovani che vengono a studiare o rappresentanti delle varie organizzazioni nongovernative. A volte, scaduto il mandato di direttore in una multinazionale o il periodo di studi, decidono di stabilirsi in Romania. Abbiamo scoperto alcuni nel volume “Più romeni dei romeni? Perchè s’innamorano gli stranieri della Romania”, apparso quest’anno, a cura di Sandra Pralong, nota politologa e attivista civica.
In questo libro, 45 stranieri più o meno noti al pubblico romeno, sono stati invitati dall’autrice Sandra Pralong a raccontare in che modo sono giunti in Romania e perchè hanno deciso di rimanerci, tra cui il fondatore del Servizio Medico di Emergenza, Rianimazione ed Estricazione, Raed Arafat, Peter Hurley, un irlandese innamorato della regione del Maramureş, o Leslie Hawke, giunta come volontaria dell’organizzazione americana Peace Corps in Romania, dove ha gettato le basi dell’Associazione Ovidiu Rom, diventata poi OvidiuRo. Ma come è nata l’idea di una simile raccolta di testimonianze?
Sandra Pralong dichiara di aver voluto una continuazione del suo volume pubblicato nel 2010, “Perchè sono tornato in Romania”, in cui 40 personalità — connazionali in esilio durante il regime comunista o con carriere all’estero — raccontano perchè hanno deciso di rientrare nel Paese di origine. L’autrice considera che simili iniziative ci aiutano a vedere cosa hanno di meglio la Romania e i suoi cittadini.
“Ci sono persone che hanno scelto la Romania. E, se ce l’hanno fatta, vuol dire che la amano, così com’è, con le sue luci e ombre. Mi è piaciuto mettere insieme uno specchio davanti a noi, per vederci meglio di quanto lo facciamo ogni giorno nello spazio pubblico”, spiega Sandra Pralong.
La maggioranza dei protagonisti che raccontano la propria esperienza in questo libro vengono dall’Europa — Gran Bretagna, Italia, Svizzera, Francia, Olanda, Germania, Belgio, Grecia o Russia, ma anche dall’America del Nord, Asia, Africa o Australia. Ognuno con la propria storia di vita e la ragione per cui ha scelto di vivere in Romania. La selezione degli invitati è stata soggettiva, spiega Sandra Pralong.
“Ho cominciato da chi conoscevo e cui ho chiesto di raccomandarmi altre 2-3 persone. Queste storie sono state raccolte in maniera molto interessante. A un certo momento ho voluto vedere se c’è un equilibrio tra nazionalità. Ma è venuto naturale che essi fossero abbastanza differenti, per riempire questo puzzle: 18 nazionalità di 5 continenti, sia uomini che donne”, aggiunge Sandra Pralong.
Cosa apprezzano dei romeni ? La generosità, l’ospitalità, il mondo rurale o le usanze…Ovviamente, non mancano le critiche, che sono però, costruttive. Ad esempio, la paura di assumersi responsabilità professionali, a tutti i livelli.
Uno dei 45 innamorati della Romania è Roberto Musneci, vicepresidente della Camera di Commercio Italiana per la Romania e vicepresidente fondatore dell’Istituto Aspen di Bucarest. Nel 2002, si è trasferito da Londra a Bucarest come manager generale di una importante multinazionale.
Dopo parecchi anni vissuti in Romania, gli è stato proposto un incarico in un altro Paese, che ha rifiutato, preferendo di rimanere a Bucarest e fondare la propria compagnia. Perchè è rimasto? Roberto Musneci dice di non avere nemmeno oggi la risposta esatta.
Tra le esperienze dei protagonisti del volume “Più romeni dei romeni? Perchè s’innamorano gli stranieri della Romania”, e quella di Sandra Pralong ci sono numerose somiglianze. La vita della curatrice del volume è una storia di successo — un esempio di romeno che è riuscito a farsi una carriera all’estero e che ha deciso di tornare a casa, per contribuire al rinvigorimento della società romena dopo le profonde ferite provocate da quasi metà di secolo comunista. Al suo nome si lega tutt’una serie di iniziative civiche ed educative molto note in Romania.
“Da una parte sono romena al 110%, ma d’altra parte, vivendo di più all’estero, ho avuto modo di formarmi un altro tipo di riflessi. Mi sono ritrovata meglio nel “grido” di alcuni protagonisti del libro, per il bisogno di rispetto del proprio Paese. Credo che sia la cosa che più mi fa male. Quando sento che il mio Paese è denigrato, mi sento io stessa denigrata”, conclude Sandra Pralong.
E siccome molti stranieri, tra cui l’architetto francese Paul Gottereau o lo scultore tedesco Martin Stöhr, hanno recato un importante contributo all’ammodernamento della Romania sotto il regno di Carlo I, nel libro che vi abbiamo presentato ritroviamo anche ritratti degli europei che hanno aiutato il sovrano a trasformare il Paese, delineati da Sandra Gătejeanu-Gheorghe, direttore del cerimoniale della Casa Reale di Romania.