Conferenza europea sulla minoranza storica italiana in Romania
Il 5 novembre, il Palazzo del Parlamento di Bucarest ha ospitato la conferenza europea “Le minoranze nazionali nella strategia europea – studio di caso: gli italiani in Romania, organizzata da RO.AS.IT, dal Dipartimento Relazioni Interetniche e dall'IDE.
Adina Vasile, 06.11.2013, 16:59
Il 5 novembre, il Palazzo del Parlamento di Bucarest ha ospitato la conferenza europea “Le minoranze nazionali nella strategia europea — studio di caso: gli italiani in Romania”, organizzata dall’Associazione degli Italiani in Romania – RO.AS.IT. – in partenariato con il Dipartimento per le Relazioni Interetniche presso il Governo romeno e l’Istituto dei Democratici Europei, e finanziata dal Parlamento Europeo. La conferenza, con ospiti dal Paese e dall’estero, s’iscrive nella strategia RO.AS.IT. di preservazione e promozione dell’identità degli etnici italiani in Romania. Questa importante minoranza etnica nel nostro Paese conta, stando al più recente censimento, del 2011, 2.203 membri. RO.AS.IT., nata nel 1993 a Suceava, si è posta come obiettivi la ricostruzione del percorso storico della comunità italiana in Romania e la conservazione dei suoi usi e costumi, nonchè la promozione della lingua, della cultura, della storia e della civiltà italiana nel territorio romeno. Attivissima in campo culturale, RO. AS. IT. ha organizzato numerosi eventi di rilevanza nazionale e internazionale, con l’appoggio del Dipartimento per le Relazioni Interetniche e di altre istituzioni. Nel 2004, ha ottenuto un importante riconoscimento elettorale, il suo presidente diventando deputato nel Parlamento romeno, in rappresentanza ufficiale della minoranza etnica italiana.
La conferenza di Bucarest è stata un’occasione di riflessione sull’immigrazione italiana nel nostro Paese, di fine Ottocento e inizio Novecento, che ha recato un importante contributo alla storia della Romania interbellica e non solo, ma anche sui progetti della RO.AS.IT.
“Quest’anno, celebriamo non solo il ventennale di RO.AS.IT., ma anche del Consiglio romeno per le Minoranze Nazionali. L’Italia ci ha sempre sostenuti, come lo dimostra anche la presenza a questa conferenza dei deputati ed eurodeputati italiani. Con questo evento vogliamo mettere in evidenza la forte presenza italiana nel nostro Paese, non solo degli etnici italiani, ma anche degli imprenditori italiani. La lingua, come sappiamo, è importantissima per la preservazione dell’identità delle realtà minoritarie. Uno dei successi della nostra associazione è stato appunto la reintroduzione dell’insegnamento in italiano nelle scuole romene, dopo sessant’anni di interruzione, al Liceo “Dante Alighieri” di Bucarest, essendo creata, nel 2007, la prima classe con lingua d’insegnamento italiana” ha dichiarato a RRI il presidente della RO.AS.IT, Mircea Grosaru.
Attualmente, in Romania l’italiano si studia dalla scuola elementare all’università. Sono cinque i licei bilingui — “Dante Alighieri” e “Ion Neculce” a Bucarest, “Transilvania” a Deva, capoluogo della provincia di Hunedoara, e “George Baritiu” a Cluj-Napoca, capoluogo della provincia di Cluj. L’italiano è studiato nei principali centri universitari di Bucarest, Costanza, Iasi, Cluj-Napoca, Timisoara. Il Dipartimento d’Italiano dellUniversità di Bucarest, che, nel 2009, ha celebrato il suo centesimo, ha, da quest’anno, una novità: 4 posti pagati dallo stato romeno riservati agli studenti etnici italiani, come ha dichiarato a RRI la professoressa Roxana Utale, prodecano della Facoltà di Lingue e Letterature Straniere.
Dal canto suo, Varujan Pambuccian, capogruppo delle Minoranze Nazionali nel Parlamento di Bucarest, ha precisato alla conferenza di Bucarest: “C’è una forte disomogeneità nel trattamento delle minoranze nei Paesi europei. Ci sono Paesi in cui le minoranze non sono riconosciute e Paesi che hanno meccanismi di tutela e anche di sviluppo della loro identità, come la Romania. Se parliamo del modello romeno, va ricordato che l’attenzione allo sviluppo dell’identità delle minoranze nazionali è apparsa in Romania dopo la prima Guerra Mondiale, concretizzandosi con una dichiarazione molto avanzata per quei tempi, la Proclamazione di Alba Iulia, in cui il neo creato stato romeno si costituiva come uno stato con una popolazione maggioritaria, e con minoranze riconosciute, con il diritto di preservare e sviluppare la propria identità. Nella Romania odierna, le minoranze godono del diritto di associazione, e le organizzazioni risultate dall’associazione che hanno come obiettivo lo sviluppo dell’identità etnica hanno il diritto di avere anche rappresentanti nel Parlamento. Alle elezioni sono esentate dalla soglia di sbarramento, un diritto stipulato nella Costituzione. I loro programmi di sviluppo dell’identità etnica sono finanziati dal bilancio di stato. Oltre alla componente parlamentare, c’è anche quella governativa, rappresentata dal Dipartimento per le Relazioni Interetniche, che si occupa di progetti e programmi per le minoranze, accanto ad un’apposita agenzia nazionale per la minoranza rrom. Le minoranze nazionali hanno rappresentanti anche a livello provinciale, soprattutto nelle questioni di istruzione e cultura. Questo il tessuto istituzionale che permette alle minoranze di sviluppare programmi educativi, culturali, e di mantenere e sviluppare la propria identità”, ha spiegato Varujan Pambuccian.
Secondo l’onorevole Franco Bruno, di Alleanza per l’Italia, uno degli ospiti italiani della conferenza “Le minoranze nazionali nella strategia europea — studio di caso: gli italiani in Romania”, il caso della minoranza storica italiana in Romania, che è stata in grado di mantenere le proprie tradizioni, la propria fede religiosa e la propria lingua, pur continuando a sentirsi sempre appartenente alla terra di Romania, è un buon esempio per tutta l’Europa. Gli ospiti della conferenza di Bucarest hanno avuto l’occasione di sentire anche un videomessaggio da parte del presidente di Alleanza per l’Italia e copresidente del Partito Democratico Europeo, Francesco Rutelli.
Gabriela Tarabega, caporedattrice della rivista della RO.AS.IT “Siamo di nuovo insieme”, ha parlato, tra l’altro, a RRI, del volume firmato assieme alla vicepresidente dell’Asocciazione degli italiani di Romania Ro.As.It, Ioana Grosaru, “Gli italiani in Romania. Una storia in immagini”.
“RO. AS. IT è nata con la missione di ricostituire le comunità di italiani disperse dopo la Seconda Guerra Mondiale e di ridare loro l’identità quasi persa durante il periodo comunista. Le sue iniziative hanno puntato sulla lingua come il più importante fattore identitario e sul riportare all’attenzione pubblica le realizzazioni degli etnici italiani, che hanno dato alla Romania grandi personalità nel campo della cultura, dell’arte, dell’architettura e della scienza. Assieme alla vicepresidente della RO.AS.IT, Ioana Grosaru, ho raccolto per 5 anni foto e documenti sugli etnici italiani in Romania, discendenti dei primi italiani arrivati verso la seconda metà dell’Ottocento e ai primi del Novecento. È un libro-album sulle famiglie più rappresentative delle ex comunità italiane di ogni provincia. RO.AS.IT. vanta una rivista bilingue, un giornale e un sito internet, che sono degli strumenti di promozione della nostra etnia, con cui presentiamo le novità nelle comunità di italiani ancora esistenti in Romania e i loro progetti. Prima della prima Guerra Mondiale, ogni comunità italiana in Romania aveva un suo centro culturale e una sua scuola. RO.AS.IT, milita da tempo per la reintroduzione delle classi con lingua d’insegnamento italiana, come già successo presso il Liceo Dante Alighieri” di Bucarest. Un altro passo in avanti verso la rinascita dell’insegnamento in italiano è il via libera del Ministero dell’Istruzione romeno alla creazione nel Comune di Greci, in Provincia di Tulcea, dove esiste una comunità italiana stabile, di una scuola con insegnamento in italiano”, ha raccontato a RRI, Gabriela Tarabega.