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Ritratto della Regina Maria

Eletta per essere futura consorte del sovrano di Romania, Ferdinando, a 17 anni (diventò regina nel 1914), Maria Alexandra Victoria nacque il 29 ottobre 1875, a Eastwell Park.

Ritratto della Regina Maria
Ritratto della Regina Maria

, 14.07.2013, 13:36

“Veniva dall’Inghilterra, era metà russa, metà britannica, con grandi discendenti — lo zar e la regina Victoria. E viene qui, in un mondo completamente estraneo, in cui non ha capito nulla. Ma persino negli inizi, ritroviamo le premesse di ciò che è stata più tardi la Regina Maria”, afferma lo scrittore e commentatore Stelian Tanase, presidente della Fondazione “Orient Expres”.



Eletta per essere futura consorte del sovrano di Romania, Ferdinando, a 17 anni (diventò regina nel 1914), Maria Alexandra Victoria nacque il 29 ottobre 1875, a Eastwell Park, ed era figlia del principe Alfredo, duca di Sassonia-Coburgo-Gotha e della Granduchessa Marija Aleksandrovna di Russia.



Si fidanzò a 16 anni con Ferdinando di Hohenzollern, erede del trono della Romania e il loro matrimonio fu celebrato il 29 dicembre 1892.



“Questa donna giovane, arrivata in Romania, in un Paese di cui non sapeva nulla, riuscì ad imporsi, perché aveva una forte personalità e contribuì moltissimo alla decisione di re Ferdinando di entrare in guerra accanto agli alleati e stroncare, in un certo modo, il desiderio del defunto Carlo I, che fino al 1914 aveva alleato la Romania alle Potenze Centrali”, spiega Dinu Zamfirescu, presidente dell’Istituto per l’Investigazione dei Crimini del Comunismo e per la Memoria dell’Esilio Romeno.



La regina fu soprannominata “Madre dei feriti” oppure “Madre soldato”, grazie alle sue azioni durante la prima Guerra Mondiale, perché andava sul fronte, in mezzo alle pallottole, ma anche negli ospedali, per alleviare le sofferenze dei soldati.



“Non dobbiamo dimenticare il ruolo importantissimo che lei svolse alla Conferenza di Pace di Versailles (1919), ma non solo lì, anche nell’influenza che ebbe, più tardi, negli USA, dove, certamente dobbiamo dire che il presidente Wilson non era proprio favorevole alla Romania”, aggiunge Dinu Zamfirescu.



In riferimento a quel periodo, lo storico Ion Bulei spiega, dal canto suo, che “fu Maria a parlare con Clemenceau, che le diceva: Io mi tolgo il cappello di fronte al popolo romeno, ma di fronte ai politici romeni me lo rimetto.” E lei gli rispondeva: Non ci conosce bene, signor Clemenceau!” (il senatore Georges Clemenceau rappresentò la Francia alla Conferenza di Pace di Versailles). Maria stabilì un contatto fra Bratianu e Wilson, facendo da interprete, visto che Wilson non parlava il francese e Bratianu non sapeva neanche una parola in inglese. Allora, a Parigi, Maria fu un personaggio estremamente importante per i romeni”, ha detto lo storico.



Oltre a tutto ciò, la Regina Maria si impegnò anche nella vita culturale ed artistica della Romania di quegli anni. Era particolarmente legata affettivamente a due posti, in cui lasciò la sua impronta, visibile ancora oggi e di cui lei stessa diceva: Balcic e Bran sono le case dei miei sogni, sono il mio cuore.”



Si dice che la regina Maria abbia scoperto Balcic (località sita oggi nel nord-est della Bulgaria) grazie al pittore Alexandru Satmari (1872-1933), il quale insistette affinché la Regina ci andasse nel 1924. Un anno più tardi fece iniziare la costruzione della sua residenza a Balcic.



“Balcic non è solo un palazzo fatto costruire da Maria. C’è anche una chiesa — Stella Maris – in cui fu custodito, per un certo periodo, il suo cuore. A Balcic la regina fece allestire un giardino di cactus, che ancora oggi è il più grande in Europa. Praticamente, fu lei a dare l’avvio allo sviluppo della città, perché vide to a Balcic ciò che vedevano anche i pittori — una città in cui la luce cambia ogni due ore e questo cambiamento viene colto nei loro dipinti”, aggiunge Ion Bulei.



Il Comune offrì dei terreni agli artisti che d’estate venivano a Balcic a dipingere, e loro cominciarono a costruirsi delle case. La Regina Maria era una personalità affascinante, con uno stile proprio di vita, che riuscì ad imprimere anche alla sua proprietà a Balcic. Collezionò e creò opere artistiche, decorò gli interni e gli esterni degli edifici in cui abitava. Fu una delle promotrici della corrente Art Nouveau.



Nel 1933, quando decise di fare il testamento, la Regina Maria chiese che, dopo la morte, il suo cuore fosse deposto nella piccola cappella che aveva fatto costruire sul litorale del Mar Nero — Stella Maris, mentre la sua salma fosse sepolta a Curtea de Arges, accanto al consorte Ferdinando, e agli altri membri della famiglia reale. Il cuore della regina Maria è custodito attualmente dal Museo nazionale di Storia della Romania.



Comprendendo pienamente il ruolo e la sua missione in quei tempi, quando si fece notare per un particolare coinvolgimento nella promozione della Romania, la Regina Maria scrisse le sue memorie nel periodo 1914-1936. Redatto in lingua inglese, il libro fu stampato nel periodo 1934-1936 col titolo “Storia della mia vita”. Ulteriormente fu tradotto anche in romeno.



Dalle righe scritte dalla Regina Maria traspare il desiderio della regina di guadagnarsi il rispetto del suo popolo. Maria ha sempre voluto essere amata ed è anche stata molto amata dai romeni.



“Le parole di Maria nel testamento: Non vi giudico, io vi ho amati” sono parole che dimostrano come lei si fosse trasformata in una vera e propria romena”, conclude lo storico Ion Bulei.



Nella biografia della Regina Maria è ricordato anche un gesto che completa la sua personalità unica: il 26 marzo 1926, in occasione della festa dell’Annunciazione, la Regina Maria passò all’ortodossia. La Regina Maria ha fatto per il suo popolo quanto hanno fatto centinaia di diplomatici, ministri o presidenti insieme. (trad. Gabriela Petre)

Foto: pixabay.com
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