Nadia Russo-Bossie (1901-1988)
Nadia Russo-Bossie fu una delle donne-pilota che salvarono vite sul fronte durante la Seconda Guerra Mondiale.
Steliu Lambru, 22.03.2021, 08:08
Nadia Russo-Bossie fu una delle donne-pilota che salvarono vite sul fronte durante la Seconda Guerra Mondiale. Come tante altre persone in tempi di guerra, Nadia Russo-Bossie fece con coraggio e abnegazione il suo dovere nei confronti dei simili e della sua nuova patria, la Romania. Perchè Nadia Russo-Bossie fu una giovane russa, come tanti altri milioni di russi in esilio, sfuggita allinferno della rivoluzione bolscevica prima di esserne inghiottita. La cosiddetta “emigrazione bianca” si formò anche sul territorio della Romania, dove si integrò nei valori della società romena con cui condivise tutto, nel bene e nel male. Nadia Russo-Bossie passò, proprio come la società romena, da unagonia allaltra, dalla guerra al totalitarismo, e solo nelletà contemporanea i suoi meriti furono pienamente riconosciuti.
Il Museo Nazionale di Storia della Romania ha reso un omaggio, attraverso una mostra, alla presenza delle donne sul fronte durante la Seconda Guerra Mondiale. Nadejda Evgenievna Brjozovskaia o Nadia Russo-Bossie è, accanto ad altre due leggende dellaviazione romena, Smaranda Brăescu e Mariana Drăgescu, una delle figure centrali della squadriglia sanitaria romena nota come “La Squadriglia Bianca”. La storica Cristina Păiușan-Nuică, curatrice della mostra, ha presentato in questa occasione una breve biografia delleroina.”Nadia Russo-Bossie era oriunda della Russia. Nata nel 1901, sfuggita alla rivoluzione bolscevica nel 1918, con ambedue i genitori morti, scappò via assieme alla sorella a Chișinău, dove aveva parenti, e si fece una vita in Bessarabia. Volle diventare pilota dopo aver ultimato la Scuola dArte a Parigi. Nel 1936, con laiuto di una sponsorizzazione, perchè erano abbastanza care, prese lezioni di volo e conseguì un brevetto femminile di volo e poi uno generale. Fece parte sin dallinizio della squadriglia sanitaria.”
Il destino non fu generoso con Nadia. Sua madre si spense nel 1912, quando Nadia aveva solo 11 anni, mentre il padre morì sul fronte 3 anni dopo, nel 1915, quando Nadia aveva 14 anni. Dopo essersi salvata assieme alla sorella, scappando in Romania, diede un nuovo senso alla sua vita. “Nadia Russo ebbe una vita difficile. Dopo la fuga dalla Russia bolscevica e fino a quando diventò membro della squadriglia sanitaria, fece la maestra e diversi altri mestieri. Fu sposata con una persona abbastanza ricca, Alexandru Russo, che la mantenne durante il matrimonio. Appassionata del volo, Nadia si comprò un velivolo con laiuto delle donazioni pubbliche e dello stato romeno. Acquisì la cittadinanza romena per naturalizzazione dopo il matrimonio. Tra il 1940 e il 1943 volò nella squadriglia sanitaria. Nel 1943 ebbe un crollo psicologico, nel 1943 cedò pischicamente e volò solo fino al 1945, ma pochissimo”, ci ha raccontato Cristina Păiușan-Nuică.
La passione della vita di Nadia Russo-Bossie fu il volo, al quale rimase legata fino alla fine. Pilota professionista con partecipazioni a concorsi nazionali e internazionali, eroina di guerra, alla quale aveva partecipato con la convinzione di dover punire i bolscevichi che le avevano distrutto il Paese, Nadia avrebbe seguito il destino dellintera Romania dopo il 1945. Il regime comunista al quale era riuscita a sfuggire da giovane alla fine la raggiunse e la condannò al carcere.”Purtroppo, la tragedia della sua vita iniziò nel 1950, quando fu arrestata. Ad agosto del 1950 fu accusata di aver facilitato un incontro tra alcuni piloti inglesi della Commissione Alleata di Controllo e aviatori romeni. Fu condannata come membro del cosiddetto “gruppo degli aviatori”, nel 1951, a 8 anni di carcere. Fu rilasciata dopo 5 anni, ma ne ricevette altri 5 di domicilio forzato a Lățești, nel Bărăgan, dove incontrò il secondo marito, Gheorghe Bossie. Nellambito della mostra è esposta la sua decisione di pensionamento del 1969, che le riconosceva una pensione sociale di solo 325 lei. Per i 5 anni di domicilio forzato nel Bărăgan, dopo che nel 1968 aveva scritto alla Securitate – la polizia politica del regime comunista – chiedendo il riconoscimento di questo periodo di lavoro, ricevette solo un supplemento di 79 lei. Aveva una pensione di 400 lei che allepoca era bassissima.”
I posteri lavrebbero riscoperta dopo il 1989, quando lintera Romania riscopriva sè stessa in seguito al crollo della tirannia comunista. Cristina Păiușan-Nuică ci ha raccontato quali oggetti appartenuti a Nadia Russo-Bossie sono esposti nellambito della mostra al Museo Nazionale di Storia della Romania.”Cè un album con centinaia di foto appartenuto a Nadia Russo, album giunto nel patrimonio del Museo in seguito a una serie di eventi fortunati. Poi ci sono i suoi appunti del maggio del 1981, quando compì 80 anni, a 45 anni da quando aveva conseguito il brevetto di volo. Le autorità dellepoca la chiamarono a tenere un discorso su cosa voleva dire fare la donna-pilota 45 anni prima. Purtroppo si spense prima del 1990, non le furono riconosciuti i meriti, nè ricevette una pensione che le assicurasse una vita decente.”
Nadia Russo-Bossie si spense a Bucarest nel 1988, a 87 anni. Fa adesso parte del patrimonio immateriale di coloro che si sacrificarono per il Paese e che i romeni hanno ai nostri giorni loccasione di conoscere.