Patrimonio culturale distrutto durante la Rivoluzione del dicembre 1989
Il prezzo che i romeni pagarono per la libertà durante la Rivoluzione anticomunista del 1989 fu uno altissimo: migliaia di morti, feriti e invalidi. Ma a questo prezzo si può aggiungere quello del patrimonio culturale distrutto.
Steliu Lambru, 02.11.2020, 08:00
Il prezzo che i romeni pagarono per la libertà durante la Rivoluzione anticomunista del 1989 fu uno altissimo: migliaia di morti, feriti e invalidi. Ma a questo prezzo si può aggiungere quello del patrimonio culturale perso negli incendi che avvolsero ledificio del Palazzo Reale, che ospita il Museo Nazionale dArte della Romania, e quello della Biblioteca Centrale-Universitaria. I due edifici, che sorgono sul Viale della Vittoria, luno accanto allaltro, sono stati terribilmente danneggiati dalle pallottole e dai proiettili sparati nei giorni pieni di confusione dopo la fuga del dittatore Nicolae Ceaușescu. Nella Biblioteca Centrale-Universitaria avvolta dalle fiamme bruciarono circa 400.000 libri e manoscritti di importante personalità culturali romene. E al Museo Nazionale dArte caddero vittime delle fiamme e delle pallottole alcune decine di dipinti della pittura romena e contemporanea.
Di recente, il Museo Nazionale dArte della Romania ha inaugurato la mostra “Laboratorio II. 1989. Restauro dei dipinti fucilati” con cui sono stati restituiti al pubblico restaurati i lavori danneggiati nel 1989. I curatori Sorina Gheorghiță e Ioan Sfrijan hanno raccontato la storia di una mostra che la Romania non avrebbe dovuto realizzare. Nel disastro generale al Museo Nazionale dArte è stato quasi interamente distrutto anche il laboratorio di restauro della pittura da cavalletto. Ciononostante, come precisiamo anche nel catalogo della mostra, quasi subito, a gennaio 1990, abbiamo avviato le operazioni di tutela e restauro di alcuni dei lavori danneggiati, sia presso la Galleria darte europea, che alla Galleria darte romena. Dalla Galleria darte romena abbiamo restaurato 47 lavori, e dalla Galleria darte europea ne sono stati restaurati 30. Alcuni sono stati restaurati anche allestero, da dove abbiamo avuto offerte per quelli della Galleria darte europea”, ha raccontato Sorina Gheorghiță.
Tra i lavori danneggiati, restaurati ed esposti ora si trovano anche lavori di alcuni importanti pittori romeni come Andreescu, Grigorescu, Henția e Mirea.”Tutti i lavori che hanno avuto da soffrire nel 1989 erano parte della mostra permanente del museo. Perciò essi furono deteriorati. Dopo la riapertura del museo, una parte dei lavori danneggiati non hanno fatto più parte della mostra permanente. Adesso ci siamo avvalsi delloccasione per portare dal magazzino del museo anche lavori che erano parte della mostra permanente prima del 1989. Tra i più importanti, il dipinto Safta fioraia, lAutoritratto di Ion Andreescu e un altro suo stupendo lavoro, La strada grande. Abbiamo esposto anche lavori danneggiati durante la Rivoluzione realizzati dal pittore Nicolae Grigorescu: La caccia, Il mazzo di fiori e La zingara di Ghergani. Poi Lorica, uno dei bellissimi dipinti di Ștefan Luchian, poi dipinti di Sava Henția, e un abbozzo di George Demetrescu Mirea per uno dei suoi dipinti di grandi dimensioni”, ha precisato Sorina Gheorghiță.
I danni subiti dai dipinti sono stati al livello del supporto e dello strato pittorico e alcuni sono stati così deteriorati che il loro recupero è stato impossibile. “Tra quelli esposti da noi, erano stati deteriorati labbozzo di Mirea e Il paesaggio di Andreescu. Anche lAutoritratto di Andreescu ha subito perdite importanti di strato pittorico. Nellincendio nel nostro laboratorio di restauro è stato distrutto anche un autoritratto di Theodor Aman, uno dei suoi pochissimi autoritratti, di grandi dimensioni e molto complesso come dipinto. Ci sono uno o due lavori nel magazzino e che sono stati talmente danneggiati che non potranno più essere restaurati perchè i principi di restauro non ci consentono di rifare superfici così ampie”, ci ha detto sempre Sorina Gheorghiță.
La mostra include sia i dipinti, che le didascalie esplicative sullo sforzo dei restauratori romeni e stranieri negli anni passati dalla Rivoluzione dell89. Abbiamo chiesto a Sorina Gheorghiță se nel 1989 si è trattato solo di distruzioni casuali oppure anche di atti vandalici.”Sparare contro un dipinto è un atto vandalico in fin dei conti, perchè, molte volte, le pallottole erano state sparate apposta verso il collo o il petto delle figure dipinte. Nel caso di alcuni dipinti crediamo non si sia trattato di una sparatoria a caso. È stato fatto con intenzione e con un bersaglio preciso, come nel caso del dipinto Safta fioraia, motivo per cui esso si ritrova sul cartellone della nostra mostra. Solo una parte dei dipinti sono stati danneggiati a caso”, ha precisato Sorina Gheorghiță.
Ioan Sfrijan ci ha parlato dellincendio nel laboratorio di restauro, il luogo più colpito del museo. “Là hanno sparato con il cannone e con forti gas incendiari. Nella parte verso la Strada Știrbey cera una camera che serviva come magazzino. Fu così che vennero distrutti molto dipinti di Aman, si stava preparando una mostra dedicata ad Aman, si tratta del suo Autoritratto e di altri lavori contro i quali si sparò. Cera anche il dipinto Uomo con medaglie turche, che presero di mira, neanchesso è presente nella nostra mostra. Sempre in quel momento si stava preparando presso la Galleria darte europea una grande mostra, Lautoritratto nella pittura europea, e là furono distrutti soprattutto autoritratti, nella rispettiva stanzetta bruciarono circa 39 lavori”, i ha detto Ioan Sfrijan.
Sono 47 i dipinti della Galleria dArte Romena e 30 i dipinti della Galleria dArte Europea danneggiati durante la Rivoluzione anticomunista del dicembre 1989 in Romania restaurati nellambito del progetto. Nella loro memoria resta, però, il prezzo che i romeni pagarono allora per la libertà.