Abraham Goldfaden e gli albori del teatro yiddish in Romania
In Romania, gli inizi del teatro ebraico in lingua yiddish sono legati al nome di Abraham Goldfaden, che lo creò come genere letterario e come istituzione a Iasi.
Steliu Lambru, 05.03.2018, 13:54
In Romania, gli inizi del teatro ebraico in lingua yiddish sono legati al nome di Abraham Goldfaden, che lo creò come genere letterario e come istituzione a Iasi. Autore di 40 opere teatrali, Goldfaden si immedesimò completamente con un campo artistico cui si rifecero le successive generazioni. Nonconformista, sostenitore dell’istruzione e della cultura per illuminare il popolo, fu una personalità che difficilmente rientrava nei canoni.
Nato nel 1840 in Ucraina, in quel momento integrata all’Impero russo, come figlio di un orologiaio ebreo, fu educato in maniera tradizionale in una scuola rabbinica e imparò anche parecchie lingue straniere. All’età di 26 anni, si trasferì in Romania, a Iasi, già capitale della Moldavia. Fino allora aveva pubblicato parecchie pièces, poesie e testi di critica letteraria nella stampa culturale di lingua yiddish in Russia e nell’Impero degli Asburgo.
Camelia Craciun, docente di cultura yiddish presso l’Università di Bucarest e consigliere letterario presso il Teatro Ebraico di Stato di Bucarest, ritiene che la drammatica avventura di Abraham Goldfaden riuniva le condizioni di piena manifestazione al suo arrivo in Romania.
Nell’ultimo quarto del Novecento, la città di Iasi offriva un ambiente favorevole alla fondazione del primo teatro e della prima compagnia professionale di lingua yiddish. Tutto acquisì una dimensione internazionale, poichè il fenomeno continuò ad espandersi per raggiungere l’apice negli Stati Uniti, che vantavano un pubblico straordinario. Nel periodo precedente la Shoah, nella cultura ebraica c’era una tensione tra la lingua dell’élite, quella ebraica, adoperata nell’amministrazione, nello spazio religioso e giuridico, prerogativa soprattutto degli uomini, e lo yiddish, percepito da sempre come meno prestigioso, nonostante le tendenze di collocarlo nella sua giusta posizione di seconda lingua ebraica. I primi scrittori di lingua yiddish scelsero degli pseudonimi per non compromettere le famiglie ed evitare il disprezzo pubblico. Goldfaden fu sempre convinto che la sua missione era quella di educare le masse ebraiche. Era un seguace della Haskalah, ovvero dell’illuminismo ebraico, una persona aperta alla modernizzazione, consapevole della difficoltà del suo compito, quello di creare un’istituzione partendo dallo zero, senza l’appoggio di nessuno, spiega Camelia Craciun.
Appassionato di cultura e della sua missione di educare le masse ebraiche in yiddish, Goldfaden si dedicò al progetto del teatro innovativo. La domanda ha una risposta aperta: come gli venne l’idea di creare un teatro, una compagnia professionale di lingua yiddish? Sono tre le spiegazioni e i protagonisti coinvolti hanno ragione nel dire che l’idea era stata loro. In primo luogo, Itzok Librescu, acquirente di abbonamenti, racconta come in una discussione con Goldfaden, sua moglie avrebbe avuto l’idea di dirottare il suo progetto di stampare una pubblicazione a Iasi. A quei tempi, oltre il 40% della popolazione di Iasi erano ebrei che parlavano lo yiddish. La moglie di Librescu gli avrebbe suggerito l’idea di creare un teatro come quello dei romeni. Il teatro romeno era già attivo da parecchi decenni e molti ebrei di Iasi ci andavano. Lo stesso Goldfaden ebbe un’opinione diversa: andando a conoscere la vita culturale degli ebrei di Iasi, scoprì che molte delle sue poesie pubblicate nella stampa di lingua yiddish erano interpretate da cantanti ambulanti. Cosicchè, al vedere la gente che si divertiva, decise di integrare le sue poesie, diventate canzoni di successo, in un programma più ampio. In terzo luogo, uno dei cantanti ambulanti con cui si mise in contatto, Israel Grodner, molto popolare a Iasi, sosteneva che l’idea fosse stata sua. Era lui a interpretare alcune delle poesie cantate di Goldfaden, cosicchè sarebbe stata sua l’idea di invitare l’autore ad una performance, per avviare un progetto più ampio, aggiunge Camelia Craciun.
L’ambizione di Goldfaden e la motivazione di chi gli stava accanto mise radici. A Iasi venne messo in scena il primo spettacolo di teatro yiddish della storia degli ebrei europei, che riscosse un incoraggiante successo, aggiunge la prof.ssa Craciun.
Il primo spettacolo fu presentato dal poeta Mihai Eminescu stesso, rimasto nella storiografia come il firmatario del certificato di nascita del teatro di lingua yiddish. Il 20 agosto 1876, Eminescu pubblicò una recensione sul Corriere di Iasi. Parlando il tedesco e proveniente da una zona in cui viveva una numerosa minoranza yiddish, per lui era facile assistere agli spettacoli in questa lingua. Molto vicino al teatro, firmò anche la prima recensione di teatro in yiddish. Era positiva, tranne le sue considerazioni nei confronti del testo letterario. Eminescu sembrava abbastanza piacevolmente sorpreso dello spettacolo in sè, ma soprattutto del suo impatto sul pubblico, conclude Camelia Craciun.
Il teatro di Abraham Goldfaden riscosse successo e arrivò in tutte le grandi comunità ebraiche dell’Europa centro-orientale. Si rese conto che il suo progetto doveva superare i confini della regione per diventare un bene degli ebrei dell’intero mondo. Lasciò la Romania nel 1896 per stabilirsi a New York, dove continuò a mettere in scena spettacoli teatrali e ad essere attivo nella stampa di lingua yiddish fino al 1908, anno della sua morte.