La Rivoluzione del 1989 a Radio Romania
Sin dalla sua fondazione nel 1928, la Radiodiffusione Romena è sempre stata testimone di tutti gli eventi importanti della storia del Paese.
Steliu Lambru, 20.12.2017, 14:15
Sin dalla sua fondazione nel 1928, la Radiodiffusione Romena è sempre stata testimone di tutti gli eventi importanti della storia del Paese. Sovrani, politici, personalità culturali, artisti, gente comune – si sono ritrovati tutti ai microfoni della Radio per parlare ai romeni del significato delle vicende che stavano vivendo. Cosicchè la Radiodiffusione Romena non poteva mancare dalla Rivoluzione anticomunista del dicembre 1989, momento che visse al massimo livello emozionale. La radio e, più tardi, la televisione vennero considerate istituzioni-chiave dello stato nella trasmissione di messaggi alla popolazione. Purtroppo, Radio Romania è diventata uno strumento di propaganda grossolana dopo l’occupazione dell’esercito sovietico e l’insediamento forzato del regime comunista.
Negli anni 1980 sia in radio che in televisione, il regime promuoveva un culto della personalità della coppia Elena e Nicolae Ceausescu di un’esasperante volgarità. Oltre alla penuria quotidiana, per la maggioranza schiacciante dei romeni il culto della personalità era la cosa più difficile da sopportare. Il 16 dicembre 1989, gli abitanti di Timisoara sono scesi in piazza per chiedere la libertà e la rimozione del regime oppressivo comunista, che per 45 anni aveva portato disastro economico e tragedie umane. Dopo la sanguinosa repressione delle manifestazioni di Timisoara, il 21 dicembre toccò ai bucarestini, durante il comizio organizzato per sostenere Nicolae Ceausescu, chiedere la rimozione del ditattore. Così cominciava il più grandioso momento della storia della seconda metà del Novecento.
Gli archivi di Radio Romania hanno conservato in documenti sonori l’immensa emozione pubblica. Le voci della gente comune e dei giornalisti sono quelle di persone esaltate davanti al cambiamento. Tra il 22 e il 25 dicembre, Radio Romania registrava per sempre l’immensa gioia dei romeni che riconquistavano la libertà. Una gioia che cominciava il 22 dicembre, verso le 12.30, e che traspare anche dall’incoerenza e l’agitazione che avevano avvolto tutti quanti entravano negli studi radiofonici.
Eugen Dichiseanu, fotocronista del quotidiano Scanteia (La scintilla) del Partito comunista, fu tra i primi a parlare al microfono libero di Radio Romania: Evviva la Romania! Evviva la Romania libera! Cari tutti, cari romeni! E’ per me impossibile ridare con le parole quello che vedo. Fino a pochi momenti fa, non credevo di poter vivere, sentire, e soprattutto vedere e dirvi in poche parole quello che ho potuto vedere oggi, e che brilla negli occhi di tutti i colleghi che mi circondano davanti al microfoni: lacrime, sorrisi, abbracci.
La poetessa Ana Blandiana fu tra i primi intellettuali a parlare alla radio nell’effervescenza del 22 dicembre: Amici, sono appena arrivata in Radio venendo dalla Piazza del Palazzo, dove stavo accanto a decine di migliaia di persone che, tutte insieme e ciascuna a sua volta, non potevano credere di vivere questa giornata. E’ molto difficile credere che dopo tanti anni di umiliazioni, noi da soli, e non tramite un arrangiamento politico, non tramite il sostegno di altri, più grandi e più forti di noi, bensì noi da soli con la forza delle nostre anime, in cui non ci credevo più, siamo stati capaci di farcela. I morti di Timisoara e i morti di Bucarest ci hanno ridato all’improvviso la fiducia in noi stessi e la forza di essere noi stessi.
La barricata costruita dai rivoluzionari nella notte tra il 21 e il 22 dicembre davanti alla Sala Dalles di Bucarest è stata decisiva per il crolo del regime nello stesso giorno del 22. Una rivoluzionaria rimasta anonima ha ricordato ai romeni la morte dei connazionali qualche decina di ore addietro: Non dobbiamo dimenticare coloro che sono morti davanti alla Sala Dalles. Sono stati i primi a morire, erano giovani di 20 anni, pestati da macchine e autoblindo. Ci siamo nascosti sotto le auto per paura delle pallottole, non credevamo fossero vere. Eppure molti di noi sono rimasti lì aspettando il miracolo avvenuto oggi. Vi preghiamo di andare oggi a portare dei fiori davanti alla Sala Dalles, in memoria dei giovani morti per noi.
Non sono mancati neanche i rammarichi davanti al microfono. Alcuni hanno chiesto perdono per essersi messi al servizio della dittatura mentendo il pubblico, come confessato dallo speaker Viorel Popescu. Per anni ho tentato di dirvi la verità e sono stato impedito. Mi sento vergognato di tutto quello che ho detto in tutti questi anni di un’epoca che adesso è finita. Mi vergogno di non essere riuscito a portare la verità nelle vostre case. Ho provato a portarvi amore e bella musica. Sono stato ostacolato persino in questi gesti semplici di portare nelle vostre case tenerezza e tranquillità.
La Rivoluzione è andata avanti a Radio Romania anche nei giorni successivi.