Ecaterina Teodoroiu 100
Grazie all'esempio del sacrificio personale, Ecaterina Teodoroiu fu l'eroina-simbolo della prima Guerra Mondiale.
Steliu Lambru, 14.09.2017, 13:52
Grazie all’esempio del sacrificio personale, Ecaterina Teodoroiu fu l’eroina-simbolo della prima Guerra Mondiale. Fu la donna-soldato che non volle rimanere dietro il fronte, scegliendo di trovarsi in mezzo ai più accaniti combattimenti. A soli 23 anni, è caduta nelle battaglie di Marasesti, ad agosto 1917, e nel centenario di quei combattimenti la sua figura appare, accanto a quelle di tante altre donne di Romania, come prezzo pagato dai romeni alla guerra e alle sue conseguenze.
Nata nel 1894 in una famiglia di contadini della provincia di Gorj, Ecaterina Teodoroiu ebbe cinque fratelli e due sorelle. Fu una brava alunna e, prima di arrivare a Bucarest per seguire gli studi liceali e diventare maestra di scuola elementare, fu anche allieva della scuola tedesca di Targu Jiu. Seguì anche una scuola per infermiere e fece parte dell’organizzazione giovanile degli scout.
L’entrata della Romania in guerra ad agosto 1916 fu accolta con entusiasmo dalla popolazione e molti giovani si arruolarono come volontari. Tra di loro, anche Ecaterina Teodoroiu, spinta, secondo quanto è stato detto, dalla morte di uno dei suoi fratelli nell’autunno del 1916. Il suo entusiasmo era, però, un’eccezione per una donna di quei tempi.
Lo storico Ioan Scurtu considera che la decisione fu determinata sia dalla sua educazione che dalla situazione della Romania in quel momento: Lei si affermò in un momento direi simbolico nella storia della partecipazione della Romania alla guerra, precisamente l’azione della popolazione di Targu Jiu, che difese la città e vietò l’accesso alle truppe tedesche. Ecaterina fu l’anima di quell’azione popolare che determinò l’esercito tedesco a rinunciare all’obiettivo che si era prefisso. Incoraggiata da quel successo, andò sul fronte, chiese al generale Dragalina, che difendeva la Valle del Jiu, di accoglierla nell’esercito come soldato attivo. Il generale Dragalina accettò, cosicchè ad ottobre 1916 Ecaterina già partecipava ai combattimenti. Fu anche ferita per due volte, la seconda abbastanza gravemente. Fu ricoverata nell’ospedale di Craiova, poi a Bucarest e Iasi. A Iasi venne a trovarla la Regina Maria e da allora divenne nota come persona del tutto particolare. Fu la Regina stessa ad averle consegnato in ospedale l’onorificenza conferita da Re Ferdinando per la sua partecipazione e il suo coraggio nell’autunno e l’inverno del 1916-1917.
Una donna nell’esercito e, soprattutto una che combatteva sul fronte era una cosa del tutto eccezionale. Abbiamo chiesto a Ioan Scurtu come venne accolta Ecaterina Teodoroiu dai soldati: A quanto ho letto, ho anche scritto un libro sugli eroi della prima Guerra Mondiale tra cui anche Ecaterina Teodoroiu, fu accolta con tanto rispetto e riguardo per il suo gesto unico. Il fatto che partecipava a tutte le attività militari, non evitava nessun obbligo o impegno nell’addestrarsi o nell’impratichirsi del nuovo armamento ricevuto dagli alleati all’inizio del 1917, ha generato il sentimento di rispetto e tanto apprezzamento per quella giovane talmente coraggiosa e risoluta nel combattere per la sua Patria.
Grazie alla sua partecipazione ai combattimenti, Ecaterina Teodoroiu fu insignita di un’onorificenza e le venne concesso il grado di sottotenente. Il 22 agosto, alle ore 21.15, il suo reggimento fu attaccato dall’esercito tedesco, e i romeni furono costretti a ritirarsi. Durante quell’esercitazione difensiva, Ecaterina fu colpita mortalmente alla testa da due cartucce di mitra.
La giovane maestra diventò il più forte simbolo femminile della prima Guerra Mondiale, spiega Ioan Scurtu: Già dal 1917-1918 Ecaterina Teodoroiu diventò una leggenda. Tutti quanti hanno combattuto insieme a lei hanno ricordato il suo comportamento, il suo coraggio ed eroismo. L’impegno effettivo di una donna in guerra ebbe valore di simbolo. Dimessa dall’ospedale, le fu chiesto insistentemente di rimanere a lavorare alla Croce Rossa, insieme ad altre signore, con la Regina Maria in testa, ma lei rifiutò. Disse che il suo posto era sul fronte, con l’arma in mano. Nel 1921, nel centenario della rivoluzione capeggiata da Tudor Vladimirescu, le sue reliquie furono trasferite dalla tomba di Marasesti a Targu Jiu. Il sarcofago fu costruito dalla scultrice Milita Patrascu. Anche Re Ferdinando, la Regina Maria, lo storico Nicolae Iorga, il maresciallo Alexandru Averescu e tutti quanti ebbero un ruolo alla guida della Romania nella costruzione del simbolo dei militari romeni, degli 800.000 morti in guerra, cercarono di mettere in risalto la personalità di Ecaterina Teodoroiu.