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L’indipendenza della Romania dopo 140 anni

Il 10 maggio 1877, la Romania proclamava la sua indipendenza essendo uno dei 20 Paesi dellEuropa ad avere questo statuto.

L’indipendenza della Romania dopo 140 anni
L’indipendenza della Romania dopo 140 anni

, 31.05.2017, 15:12

Il 10 maggio 1877, la Romania proclamava la sua indipendenza essendo uno dei 20 Paesi dell’Europa ad avere questo statuto. L’indipendenza fu l’effetto di un contesto internazionale, ma anche degli sforzi compiuti dalla società romena per oltre 50 anni. Arrivò in seguito alla guerra russo-turca del 1877-1878, cui aveva partecipato attivamente anche l’esercito romeno. Assieme allo storico Sorin Cristescu, dell’Università “Spiru Haret” di Bucarest, abbiamo ricostruito il quadro internazionale, europeo, degli anni precedenti la guerra: “Il quadro internazionale era stato tracciato molto prima, nel 1875 era scoppiata una sommossa in Bosnia-Erzegovina, e ulteriormente in Bulgaria, contro il dominio ottomano, diventato molto duro a causa della sua fiscalità. La terribile repressione della sommossa determinò, nelle tappe successive, la presa di garanzie da parte delle grandi potenze dell’Europa e spinse la Russia a iniziare la guerra contro l’Impero Ottomano. Si sapeva benissimo che la guerra si sarebbe conclusa con la vittoria dei russi, che erano favoriti, ma per la Russia uno degli obiettivi era il recupero delle tre province nel sud della Bessarabia. Il governo romeno che doveva cederle si assumeva l’accusa dell’opposizione che lo considerava un traditore del popolo e della patria.”



La Romania non ha una Dichiarazione di Indipendenza scritta e neanche una Proclamazione formale. Sorin Cristescu spiega perché la Romania non è in possesso di un atto fondatore: “Così aveva pensato le cose chi era allora in carica. Il 9 maggio si doveva rispondere ad una interrogazione nel Parlamento. Tutto fu ben sistemato, vi fu un’interrogazione al Senato, una alla Camera dei Deputati. Il ministro degli Esteri doveva rispondere alle domande, colui che aveva firmato anche la Convezione romeno-russa, Mihail Kogălniceanu, colui che si doveva assumere l’obbrobrio della perdita delle tre province. Il giorno dopo, il 10 maggio, in cui ricorrevano 11 anni dall’arrivo di Carlo a Bucarest, fu proclamata ufficialmente l’indipendenza. Ulteriormente, la storiografia comunista fece riferimento a quel 9 maggio per distinguerlo dal 10 maggio e per trasformarlo in festa a sé stante. L’indipendenza fu proclamata e festeggiata il 10 maggio 1877.”



Era la Romania preparata per la guerra scoppiata dopo? Sorin Cristescu: “Considerando gli avvenimenti da quella prospettiva, certo, era difficile immaginare preparativi in un Paese con un potenziale e un budget limitati, 100 milioni di lei di incassi e 100 milioni di lei di spese. Ma l’indipendenza era stato l’obiettivo di Carlo già dal suo arrivo al trono di Bucarest. Alcuni preparativi c’erano stati. Erano stati acquistati cannoni tedeschi Krupp e la prima batteria di cannoni l’aveva comprata il principe dai suoi fondi personali. Ma, di sicuro, difficilmente possiamo parlare di preparativi seri, reali. C’era, però, uno stato d’animo del tutto straordinario, come notavano i rapporti austro-ungarici. Dicevano che Carlo I fosse come un cavallo irrequieto, ansioso di combattere e che sognava di diventare re. Alla richiesta del rappresentante diplomatico austro-ungarico che la Romania combattesse dalla parte dei turchi contro i russi, Carlo disse che sarebbe stato impossibile. I turchi si erano comportati male con i romeni da quando lui era arrivato in Romania. La decisione di lottare dalla parte dei turchi sarebbe stata impopolare, mentre una decisione di combattere contro i turchi sarebbe stata sostenuta dall’intero Paese.”



In seguito alla guerra del 1877-1878, la Romania ottenne l’indipendenza e la provincia di Dobrugea. Sorin Cristescu è del parere che, in linea di massima, la Romania abbia avuto un vantaggio: “La Dobrugea fu ricevuta in cambio alle tre province del sud della Bessarabia. La Romania avrebbe potuto ricevere di più se i leader romeni avessero firmato per la concessione delle tre province precisando di essere d’accordo con lo scambio. Avrebbe potuto ricevere anche il Quadrilatero e alcune cittadelle sulla riva destra del Danubio. Ma le cose non avvennero in questo modo, per cui la Romania ricevette solo la Dobrugea di oggi. Però non si poteva firmare per le tre province del sud della Bessarabia: se la Romania avesse riconosciuto di non avere più a che fare con le tre province ricevute nel 1856 al Congresso europeo di Parigi, con che diritto avrebbe potuto rivendicare l’intero territorio tra il Prut e il Dniester di cui la Russia si era impossessata nel 1812, cioè tutta la Bessarabia? Senza dubbio, è stato un vantaggio per la Romania ottenere una regione, è vero un po’ arida, poco fertile, ma con un’apertura al mare che avrebbe cambiato completamente la storia economica e politica del Paese. Da questo punto di vista, la guerra del 1877-1878 è stata un successo e una tappa inevitabile, senza altre opzioni, in tutta la storia della Romania.”


Nei 140 anni di indipendenza, la Romania ha attraversato importanti periodi di trasformazione: ha conosciuto regimi politici democratici e totalitari ed ha sperimentato alcuni modelli di sviluppo economico. L’indipendenza conquistata con grandi sacrifici nell’ultimo quarto del 19-esimo secolo resta un valore di riferimento dello stato romeno, giuridico e simbolico. (tr. G.P.)

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